Cima di Precastello (2359 m)
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Dopo parecchio tempo mi si presenta l’occasione di un giorno libero infrasettimanale: la cosa va sfruttata al volo, nonostante la previsione meteo dica “pioggia”. La sveglia alle 3 di notte afferma però qualcos’altro: luna fissa in cielo incoronata da stelle qua e là. L’ombrello (che non ho mai portato in montagna in vita mia) è nello zaino, quindi nessuna titubanza: si va!
Questa montagna è lì che mi aspetta da tre anni, da quando la vidi per la prima volta dalla cima del Poncione Rosso. La recente foto di Amedeo (questa) mi fa capire che è il momento giusto: neve non ce n’è nonostante l’esposizione a W della via che intendo seguire.
Per una volta devo dire che la valutazione del Brenna (F) è a mio giudizio sovrastimata: non c’è nessuna difficoltà tecnica, a parte la salita senza sentiero in un canale in parte erboso, in parte detritico e con qualche facile placca. Per questo motivo, pur lasciando quello che dice il Brenna (ubi major…) traduco in termini moderni quella “F” con un T4 e aggiungo un I, ma solo perché qualche volta torna comodo appoggiare le mani (cioè, non che sia necessario farlo…).
Per dare un termine di paragone, ho trovato molto più difficili il Madonino, il Ricuca, e il Pizzo della Vena Nuova (quest’ultimo per la parte della via seguita in salita…) - tutte vie qualificate dal Brenna EE - rispetto a questa, valutata F. Certo può darsi che stavolta io abbia imbroccato subito la via più semplice (che è anche la più logica), mentre per le altre salite citate basta discostarsi un attimo dalla via migliore per trovare difficoltà inaspettate.
Veniamo alla gita odierna. Fino al Ponte per Cornavosa niente da segnalare (nel senso che ne ho già parlato tante volte, tante quante le gite effettuate in Val Pincascia…). Dal Ponte in su, il sentiero sale ripido in un bel bosco di faggi e poi esce dal bosco e continua su bella traccia tra rododendri, ginepri e altra vegetazione di basso fusto. Prima di raggiungere la Capanna Cornavosa (che infatti non ho raggiunto…) il sentiero si dirama: a destra sale a Cornavosa (bianco-rosso), a sinistra diventa bianco-blu, sostanziandosi in un tratto di VAV.
Prendo a sinistra e in prossimità della verticale della presunta cima (da sotto non si capisce bene…) abbandono il sentiero e salgo in un bel canale, posto nel “versante erboso, detritico e con qualche placca” (Brenna). Ogni tanto si notano delle pietre messe ad arte, ma la via, come detto, è molto logica. Arrivato sulla cresta la vista si apre anche verso la Riviera ed il Pizzo di Claro. In salita sono rimasto leggermente sotto il filo di cresta dalla parte della Val Pincascia, mentre in discesa ho seguito senza alcun problema la cresta a blocchi, sul filo.
In breve sono dunque in vetta alla Cima di Precastello e la pioggia per ora non si vede…
Anche se è presto faccio uno spuntino e poi comincio la discesa, che non riserva sorprese, nemmeno un goccio d’acqua. È andata bene…! La pioggia arriverà solo in sede di redazione della presente relazione, ma in questa fase sono a tetto…
Per chi, come me, ama la Val Pincascia e la ritiene uno dei massimi gioielli ticinesi, questa è una gita da non perdere assolutamente. A Sud e a Nord della cima ci sono due visioni che definire “da sogno” è ancora troppo poco, per cui vale davvero la pena di sobbarcarsi la trasferta…
Tempi:
Pian Vaccaresc – Cima di Precastello: andata 4 ore; ritorno 3 ore e 30’

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