Pizzo Fiorasca 2362m (cresta NW)
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Il fascino di questa montagna, oltre all'ambiente selvaggio e caratteristico nel quale è immersa, è la sottigliezza della sua cresta NW. Lassù sembrava di volare.
L'avvicinamento è corto. La cima non ha una quota particolarmente elevata. La cresta è percorribile anche senza materiale. In questo caso in 15-25 minuti si raggiunge la cima. Pertanto questa è un'escursione fattibile in poco più di mezza giornata.
Siamo partiti con la presunzione di fare 4 cime, o almeno 2 o 3, ma ne abbiamo scalata una sola, con la dovuta attenzione che meritava.
Descrizione: dopo il lungo avvicinamento automobilistico siamo arrivati presso i Monti Rima, a 1000 m. Abbiamo avuto la fortuna di incrociare una persona in auto proprio nei pressi della barriera. Così siamo entrati prima che si abbassasse.
Dopo aver fatto scorta di acqua nella fontana (più in alto ci sono comunque dei corsi d'acqua) ci siamo avviati (ore 07.45).
Abbandoniamo la strada asfaltata poco dopo il primo tornante, dove imbocchiamo un sentiero che ci conduce nei boschi. Il terreno è meno aspro rispetto a quello delle pendici dei monti della Valle di Peccia.
Facilmente oltrepassiamo alcuni monti, Croadasc, Verzetto, per giungere presso l'Alpe di Brunesc.
Qui chiediamo ad un contadino di darci qualche suggerimento, Lui osserva il cielo e le cime, ci avverte di stare attenti perché ritiene per esperienza che avremmo avuto nebbia.
Il sentiero prosegue verso SW, dapprima ancora nel bosco ora poco fitto, poi nell'erba e quindi sulle pietraie. Al Piatto, a quota 1821 m, facciamo una pausa nei pressi di un paio di cascine.
Risaliamo quindi la pietraia, senza problemi, e raggiungiamo la Bocchetta di Fiorasca Nord. Uno stretto passaggio che separa il Fiorasca dal Pizzo Rosso. Sono le ore 11.15. In sé salendo in cresta senza assicurarsi in un'ora o poco più si è di ritorno. Ma subito troviamo una paretina verticale con esposizione sul versante della Bavona. Pertanto avendo qua il materiale decidiamo di utilizzarlo.
Superiamo il primo passaggio e risaliamo alcuni pendii erobosi aggirando alcune placconate. Poi però dobbiamo scalare la cresta rocciosa che diventa molto fine e aerea. Sempre tra il secondo e massimo terzo grado la sua difficoltà è prevalentemente psicologica: è molto esposta su entrambi i versanti. Lentamente raggiungiamo la vetta: sono le 12.50.
La cresta NW
Abbiamo depositato il libro (vedi foto) ma poi a casa mi sono accorto di aver lasciato su quello sbagliato. Quello della foto è rimasto nello zaino. Pertanto sul Fiorasca abbiamo un libro bianco da compilare (se qualcuno dovesse andarci dentro ci sono penna e matita).
Pranzo e foto di rito. Osserviamo la crestina sud ma non conoscendo il tratto che collega la base della cresta sud alla Bocchetta a nord del Fiorasca (dove Igor ha lasciato lo zaino), optiamo per il ritorno dalla stessa via.
Con calma e numerose pause giungiamo ai Monti di Rima che sono ormai le 17.15 (non male per una gita con Igor, che di solito inizia e finisce con i frontali).
L'avvicinamento è corto. La cima non ha una quota particolarmente elevata. La cresta è percorribile anche senza materiale. In questo caso in 15-25 minuti si raggiunge la cima. Pertanto questa è un'escursione fattibile in poco più di mezza giornata.
Siamo partiti con la presunzione di fare 4 cime, o almeno 2 o 3, ma ne abbiamo scalata una sola, con la dovuta attenzione che meritava.
Descrizione: dopo il lungo avvicinamento automobilistico siamo arrivati presso i Monti Rima, a 1000 m. Abbiamo avuto la fortuna di incrociare una persona in auto proprio nei pressi della barriera. Così siamo entrati prima che si abbassasse.
Dopo aver fatto scorta di acqua nella fontana (più in alto ci sono comunque dei corsi d'acqua) ci siamo avviati (ore 07.45).
Abbandoniamo la strada asfaltata poco dopo il primo tornante, dove imbocchiamo un sentiero che ci conduce nei boschi. Il terreno è meno aspro rispetto a quello delle pendici dei monti della Valle di Peccia.
Facilmente oltrepassiamo alcuni monti, Croadasc, Verzetto, per giungere presso l'Alpe di Brunesc.
Qui chiediamo ad un contadino di darci qualche suggerimento, Lui osserva il cielo e le cime, ci avverte di stare attenti perché ritiene per esperienza che avremmo avuto nebbia.
Il sentiero prosegue verso SW, dapprima ancora nel bosco ora poco fitto, poi nell'erba e quindi sulle pietraie. Al Piatto, a quota 1821 m, facciamo una pausa nei pressi di un paio di cascine.
Risaliamo quindi la pietraia, senza problemi, e raggiungiamo la Bocchetta di Fiorasca Nord. Uno stretto passaggio che separa il Fiorasca dal Pizzo Rosso. Sono le ore 11.15. In sé salendo in cresta senza assicurarsi in un'ora o poco più si è di ritorno. Ma subito troviamo una paretina verticale con esposizione sul versante della Bavona. Pertanto avendo qua il materiale decidiamo di utilizzarlo.
Superiamo il primo passaggio e risaliamo alcuni pendii erobosi aggirando alcune placconate. Poi però dobbiamo scalare la cresta rocciosa che diventa molto fine e aerea. Sempre tra il secondo e massimo terzo grado la sua difficoltà è prevalentemente psicologica: è molto esposta su entrambi i versanti. Lentamente raggiungiamo la vetta: sono le 12.50.
La cresta NW
Abbiamo depositato il libro (vedi foto) ma poi a casa mi sono accorto di aver lasciato su quello sbagliato. Quello della foto è rimasto nello zaino. Pertanto sul Fiorasca abbiamo un libro bianco da compilare (se qualcuno dovesse andarci dentro ci sono penna e matita).
Pranzo e foto di rito. Osserviamo la crestina sud ma non conoscendo il tratto che collega la base della cresta sud alla Bocchetta a nord del Fiorasca (dove Igor ha lasciato lo zaino), optiamo per il ritorno dalla stessa via.
Con calma e numerose pause giungiamo ai Monti di Rima che sono ormai le 17.15 (non male per una gita con Igor, che di solito inizia e finisce con i frontali).
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