Traversata: Da Menzonio a Prato... dal Pizzo Paràula al Pizzo Rosso
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Anche nella “verde” Valle Maggia pare che la stagione si sia stoppata ai primi di Ottobre… piante spoglie e prati color oro fino al limite delle cime maggiori, giusto colorate de qualche sprizzo di bianco, oltre ad alcune lingue di ghiaccio, tanto per rammentarci che tra poco si passerà al 2016…
Nulla di grave… approfitto ancora una volta di quest’interminabile Autunno per sgranchire un poco le gambe… dopo 15 giorni di stop forzato… cercando di percorrere una bella via di cresta adocchiata un mesetto fa durante l’escursione al Sassobello… c’è tanta scelta in zona… che mai avrei pronosticato fattibile per l’Anno in corso…
…molto bene!!!
Menzonio ore 7.45: Dal parcheggio proseguo lungo la strada portandomi oltre la chiesa, dove, al centro di una valletta, parte un evidente sentiero in garetto che si alza tra i castagni, superando alcuni alpeggi, prima di arrivare ai vasti prati dell’Alpe Scinghiora (mt 1130) servito tra l'altro anche da una strada poderale.
Continuando verso sinistra raggiungo la dorsale su cui si trova l’Alpe Monte di Cima (mt 1343), oltre il quale parte il sentiero segnalato… e la verde funivia privata… che mi conduce ai pascoli dell’Alpe Spului (mt 1827) ai piedi della cresta dei Pizzi Paràula.
Sfrutto ancora, fin che mi conviene, il sentiero per il Rifugio Cantone puntando poi su diretto in direzione della sella situata fra le cime maggiori del Paràula sfruttando una breve via attrezzata con catene adocchiata al centro della parete… che non serve proprio a nulla… uscendo sulla cresta un po’ più a destra.
Devo perdere qualche metro di quota scendere alla sella… facilissima da raggiungere anche da sotto… e iniziare la ridotta, ma non così scontata, e a tratti anche esposta, scalata al Pizzo Paràula.
Pizzo di Paràlua ore 11,20: Già una bella cima è cosa fatta… ma da qui in poi viene il bello… o il brutto…
Una lunga cavalcata di gobbe, rocce e salti, nel complesso facili, ma che obbligano comunque sempre a muoversi controllati… con l’ausilio, oggi per me, solo di 1 e ½ mani… senza mai abbassare la guardia.
Resto il più possibile sul filo di cresta evitando solamente il duplice contrafforte basale sfruttando un ripido canale erboso (vietato cadere) che permette di raggiungere il dentellato finale.
Pizzo di Brunesch ore 12,45: Ora potrei anche esser soddisfatto.... un bel giro che potrebbe anche bastarmi… potrebbe…, ma, tutto quel su e giù tra le rocce mi ha davvero fatto divertire, ed ora che c’ho preso gusto vien dura fermarsi.
Pizzo Rosso ore 14,35: Questo… per forza… è l’ultimo delle traversata, anche perché, come sempre, alla fine mi toccherà pure scendere. Ritorno sui miei passi lungo la cresta sino alla spalla giavina che permette di abbassarsi senza problemi sul versante N ritrovando più in basso il sentiero segnalato proveniente dal Passo Fiorasca.
Ora è tutto ben segnalato… c’è anche la strada… e a parte un rientro al buio, non ci dovrebbero esser più problemi.
Prato ore 17,20: Visto che il ritorno a Menzonio sforava un po’ col tempo visibile, ho optato per questa digressione in Lavizzara, per concludere con un finale in autostop…
…e anche questa è andata!

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