Piz Rondadura (3016 m)
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Salita al Piz Rondadura dal Passo del Lucomagno, ventinove anni dopo l’ultima volta.
MeteoSvizzera aveva previsto una giornata soleggiata e calda per tutto il paese, ma ahimè i cumuli hanno nascosto il sole per la maggior parte delle otto ore trascorse nell’alta Valle di Blenio.
Il toponimo Rondadura si rifà all’alpeggio posto nell’ampio catino a nord-est del pizzo, in territorio grigionese; il suo significato non è ancora stato chiarito in modo convincente dai linguisti.
Inizio dell’escursione: ore 7.10
Fine dell’escursione: ore 15:10
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1021 hPa
Temperatura alla partenza: 8,5°C
Isoterma di 0°C alle 9.00: 4300 m
Temperatura al rientro: 21,5°C
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 5.59
Tramonto del sole: 21.02
Sveglia alle 4:30; partenza da casa alle 5:30, arrivo al Passo del Lucomagno alle 6:57, dopo 107,3 km d’auto.
L’escursione inizia alle 7:10 dal parcheggio sotto la statua monumentale di Giovanni Genucchi.
Mi bastano venticinque minuti per raggiungere l’imbocco della Val Termine, al segnavia che indica la quota di 1924 m. Qui lascio la sterrata e supero il ponte sospeso in direzione della Val Cadlimo. Il sentiero non è bellissimo, comunque mi permette di salire abbastanza celermente fino all’imbocco della Val Cadlimo, a circa 2180 m di quota. In questo punto abbandono anche il sentiero e risalgo il pendio in direzione nord-ovest, tenendo come punto di riferimento il Piz Scai. Per circa 700 m posso camminare facilmente fra rocce montonate, pozze d’acqua e distese di eriofori (Eriophorum scheuchzeri), con il conforto di quale sporadico ometto di pietre di modeste dimensioni. In basso a sinistra, sul fondovalle della Val Cadlimo, vedo degli escursionisti che camminano sul sentiero in direzione della capanna. A partire dalla quota 2320 m mi trovo di fronte ad un ripido gradino, per superare il quale mi devo aggrappare anche ai cespi d’erba. Subito dopo arrivo ad un terrazzo quotato 2375 m, caratterizzato da laghetti.
Mi concedo una breve sosta, quindi supero due torrentelli e continuo in direzione NNW fino al Laghetto del Piz Scai (2544 m), senza nome sulla cartina. Non ci sono segnavia, tuttavia, grazie alla buona visibilità, finora posso orientarmi bene. Decido di salire ancora di quota fino a 2610 m, poi svolto decisamente a sinistra sfruttando la naturale conformazione del terreno, che in questa zona presenta un lungo e stretto terrazzo, una specie di cengia parallela alla cresta sovrastante. Le nuvole vanno e vengono, il sole fa capolino per brevi tratti, favorendomi comunque nella Foppa del Rondadura, un avvallamento pietroso che si fa sempre più stretto e ripido su su fino alla meta.
Dopo l’unico omone di pietre, ben visibile anche da lontano, attraverso un nevaio e punto alla sella posta ad est della vetta. Il versante è talmente ripido, che a partire da questo punto risulta sempre più difficile orientarsi. Mi spingo a sinistra, al centro della ganna, dove vedo degli sfasciumi frammisti a terra: sembrerebbero le tracce di un percorso. Solo in discesa, mi renderò conto che la via più semplice è proprio lungo la cresta. Mi devo aiutare con le mani e in un’occasione, in modo decisamente poco elegante, lontano dai canoni alpinistici, appoggio persino un ginocchio. Ma il fine giustifica i mezzi; alle 11.20 raggiungo la vetta: Piz Rondadura (3016 m) geschafft!
È il terzo tremila in dieci giorni, quello più impegnativo.

Il Piz Rondadura (3016 m) visto dal Piz Blas
Dalla croce di vetta posso valutare meglio il percorso di discesa: opto per la cresta che scende verso la sella; è sicuramente la via più veloce e semplice. Più in basso punto al grande omone di pietre, quindi torno al Laghetto del Piz Scai e da lì vado alla ricerca della baita dell’Alpe di Scaione (2189 m), molto più in basso e ormai senza più sentieri evidenti. Sul terrazzo dell’alpeggio l’erba molto alta nasconde delle insidiose buche, nonché delle pozze d’acqua. La discesa successiva, su cespugli, erba e rocce montonate non è per niente agevole, almeno fino all’innesto sul sentiero per la Val Cadlimo, già percorso in salita.
L’escursione si conclude dopo otto ore di cammino all’affollato Passo del Lucomagno.
Non si può dire che il Piz Rondadura sia una bellissima cima: le vie di salita si sviluppano infatti in buona parte senza sentieri e senza segnaletica su una quantità impressionante di pietre. Rimane ovviamente la soddisfazione di aver raggiunto un tremila, tuttavia suppongo che con la neve il pizzo sia più piacevole e gratificante.
Tempo totale: 8 h
Tempo di salita: 4 h 10 min (soste comprese)
Tempi parziali:
Passo del Lucomagno (1915 m) – Val Termine (1924 m): 25 min
Val Termine (1924 m) – Imbocco Valle di Cadlimo (ca. 2170 m): 50 min
Imbocco Valle di Cadlimo (ca. 2170 m) – Laghetto del Piz Scai (2544 m): 1 h 15 min
Laghetto del Piz Scai (2544 m) – Piz Rondadura (3016 m): 1 h 30 min
Piz Rondadura (3016 m) – Passo del Lucomagno (1915 m): 3 h 30 min
Dislivello in salita: 1102 m
Sviluppo complessivo: 13,9 km
Punto più alto: 3016 m
Punto più basso: 1910 m
Difficoltà: T4
Libro di vetta: sì
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona.
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