Scaldiamo i motori e via di tremila: Piz Rondadura, 3016 m
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La libertà e la vita appartengono a quelli che le conquistano ogni giorno
Johann Wolfgang Goethe
Johann Wolfgang Goethe
Per il weekend lungo di Pentecoste abbiamo un solo giorno a disposizione per fare una bella scarpinata, quindi è d'obbligo spenderlo bene. Neanche a farlo apposta è anche il giorno migliore dal punto di vista meteo e dunque tutto gioca a nostro favore.
Passiamo la settimana a sciorinare idee e buttar là proposte... si dice il Rosso di Ribia, poi il Barone... magari una Cima di Gana Bianca? Però insomma, la voglia di aprire la stagione dei tremila c'è ed è tanta.
Quasi per caso spunta fuori il nome del Piz Rondadura, un bel 3000 sentito nominare diverse volte ma mai fatto finora... e dunque Rondadura sia!
Abbiamo qualche dubbio sulle condizioni nevose, su quanta ce ne sarà e come sarà... ha fatto caldo nell'ultima settimana e sicuramente un po' si è sciolta ma per non rischiare prendiamo con noi il pacchettaggio completo con ramponi, corda e picca, che già al Camoghè ci è costato caro non averli.
Partenza dal Passo del Lucomagno, costeggiamo il Lai da Sontga Maria per giungere al Bivio della Val Termine, dove attraversiamo il Rein da Medel su di un ponticello di legno. Dopo questo tratto di quasi 2.5 Km praticamente pianeggianti, prendiamo il sentiero della Val Cadlimo che invece guadagna rapidamente quota, facendo sentire tutto il peso dello zaino a pieno carico.
Fortunatamente dopo aver raggiunto quota 2100 circa la traccia si ammorbidisce un pochino, e continuiamo a percorrere il sentiero che sale gradatamente senza affaticare troppo.
Qui iniziamo a valutare un po' il da farsi, e per quale via guadagnare quota verso la valletta della Foppa del Rondadura. Siamo già un po' troppo avanti per salire all'Alpe Scaione come descritto in altri report: alla nostra destra si apre un'insenatura mista tra piodelle ed erba che sembra percorribile ma decidiamo di continuare ancora un tratto e vedere se più avanti è meglio.
Circa 350 metri dopo, sempre sulla destra del sentiero vediamo un omone poco sopra di noi e decidiamo di tentare la via, passando di li. Con un po' di attenzione saliamo nella zona iniziale delle Piode di Cadlimo, che costeggiamo mantendoci sulla parte alta delle stesse. Ogni tanto c'è qualche ometto ad indicare la via, ogni tanto bisogna andare ad intuito.
Poco prima di arrivare ai lastroni di roccia pura delle Piode di Cadlimo, davvero spettacolari, dobbiamo trovare il modo di salire per portarci a quota 2400, dove cominciano i canali noti come Foppe del Rondadura: vediamo un tratto erboso che si apre tra due costoni di roccia. È bello in piedi ma con un po' di attenzione si dovrebbe riuscire a passare, e difatti così è.
Il paesaggio ora si fa più invernale, con ampie lingue di neve che si diramano un po' ovunque: quando si può le evitiamo o le attraversiamo brevemente per tornare su roccia, fino a che diventa impossibile smarcare il bianco mantello e dunque prendiamo il lungo nevaio che passo dopo passo ci porterà fino alla parte terminale della Foppa del Rondadura.
Man mano che si procede vediamo comparire in lontananza un'altro omone, sito intorno a quota 2800, che raggiungiamo. Da lì la pendenza si fa decisamente più ripida per portare fino alla piramide sommitale, dunque decidiamo di calzare i ramponi che ci aiuteranno notevolmente nella progressione.
Attacchiamo la cima dal versante Est, ed una volta giunti alla base della cresta finale - essendo praticamente tutta sgombra da neve - togliamo i ramponi e lasciamo la picca per finire l'ascesa con una bella scalata su roccia. Bisogna usare le mani e prestare attenzione in alcuni tratti leggermente esposti, ma nulla di particolarmente complicato o difficile.
Finalmente, dopo poco più di 4h ci troviamo di fronte alla palina sulla quale è fissata anche la piccola croce di vetta del Piz Rondadura, 3016 metri! Primo tremila della stagione conquistato, e che vista!
Il sole va e viene ma il clima rimane piacevole durante tutta la nostra permanenza in vetta, mentre ci gustiamo il meritato pranzo ed assaporiamo con meraviglia il panorama che si para dinnanzi ai nostri occhi. Le creste che portano al Piz Blas e al Piz Scai sono invitanti, ma per oggi ci accontentiamo. Ogni tanto udiamo il sibilo di un aliante nel cielo, che libero e leggero sfiora le cime a noi vicine... per il resto è silenzio assoluto.
Dopo la sosta iniziamo la discesa, per la quale decidiamo di tentare l'itinerario che molti invece usano per salire, quindi ci manteniamo più alti di quota, appena sotto la Costa del Termine. Questa scelta ci dà il vantaggio di poter sfruttare il nevaio fino all'ultimo, scendendo molto più comodamente e velocemente. Sul nostro cammino si palesa davanti a noi una roccia di notevoli dimensioni, evidentemente precipitata dalla Costa del Termine. È davvero imponente, sembra un asteroide con il suo cratere nevoso intorno.
Una volta terminato il nevaio con un po' di attenzione troviamo una via per portarci verso l'Alpe Scaione, sentiero non ce n'è quindi improvvisiamo tra roccia, pietriccio, erba e rododendri. Anche il proseguio è su terreno libero, fino ad incrociare il sentiero della Val Cadlimo più in basso, che poi riprendiamo per tornare sui nostri passi fino al Lucomagno.
Un'altra grandiosa giornata da ricordare, e ora sotto a pensare la prossima... :)
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