Piz Rondadura 3016mt - che giornata !
La bella signora è conquistata
Un altro dei miei grandi desideri si è avverato … Non è una incompiuta, non ci abbiamo mai provato, ma questa è una cima che tanto-tanto ho desiderato salire. C’e’ da chiedersi come mai … con tanti anni che cammino al Lucomagno, è la cima che più ti attira, imponente piramide di sassi. La recente visita al Piz Lai Blau, dove il Rondadura si mostra con una lunga parete verticale e rocciosa … mi ha fatto scattare la voglia. Quante volte il Barba mi ha chiesto “ma che muntagna lé quella lì” “Il Rondadura” “E …. Quand’e che la femm?” Rondadura, Rondadura … L’ ho sempre considerata come una bella donna seduta al tavolino che sta di fronte al bar dove sono seduto io … ti guarda con aria distratta, la guardi .. dovresti avere il coraggio di attraversare la strada … ma non sono sicuro di farcela. Io resto al mio tavolino ad ammirarla, lei distrattamente guarda in giro. Chiudiamo questa parentesi alla Moccia, per tonare a sentieri insesistenti, scarponi e tanto sudore. Parcheggio all’ Ospizio del Lucomagno, e la bella donna si fa vedere lontana velatamente immersa nelle nuvole. Vista da qui mi sembra una bella impresa. Percorriamo i noiosi 2Km sulla strada che circonda il lago (noiosi per chi li ha percorsi molte volte), fino all’ imbocco della Val Termine, percorriamo il nuovo ponticello ed iniziamo la salita per la Val Cadlimo.
Una cosa è certa, detta da tutti, NON ci sono sentieri. Si sale fino a Q2060, poco prima del secondo ruscello, c’e’ un piccolo ometto di sassi sulla destra, qui si abbandona il sentiero per la Cadlimo ed inizia la vera salita con poche o inesistenti tracce (qualche sengno di passaggio), su erba che la pioggia di ieri sera ha reso particolarmente scivolosa. Raggiungiamo un largo prato, sulla destra il quasi rudere dell’ Alpe Scaione, secondo il Brenna è il primo punto di riferimento nella salita, ma leggendo le varie relazioni, in pochi sono riusciti ad individuarla. In alto, a sinistra dell’ alpe, c’e’ una lunga pietraia che scende come una lingua, è il secondo riferimento, va risalita fino in cima, stando sulle pietre o poco a lato sull’ erba, e mi ripeto non cercate indicazioni. Arrivati in alto, attorno ai 2480mt, siamo nella parte E delle Foppe del Rondadura. Qui è necessaria una spiegazione. Queste foppe sono dei canali che percorrono orizzontalmete in direzione O-E, e parallelamente alla Costa del Termine (la cresta che dal Pizzo Scai sale al Rondadura), quello più in basso di circa 1,3Km scende dai 2630mt dei laghetti del Rondadura ai 2450mt circa, c’e’ anche una “balza” più alta che scende dai 2820mt circa ai 2550mt del laghetto di Scai. Perché vi racconto questo? Perché la via più agevole, e che presenta anche qualche ometto di pietra, è salire alla balza più alta, quindi vicino al laghetto di Scai, e seguire la cresta che sale verso la cima. Ma noi siamo specialisti per cercare, sperimentare e qualche volta metterci nei guai. Raggiunto il punto dove inizia l’evidente foppa bassa, abbiamo notato degli evidenti segni di bollatura gialla, ma tu guarda che bello qualcuno si è preso la briga di bollare, e con segni frequenti anche. Seguiamo pedestramente i bolli, ma dopo un poco, inspiegabilmente finiscono con un bollo a T giallo che torna indietro in direzione della Val Cadlimo.
Ormai siamo nella balza più bassa ed iniziamo la salita, con la vetta e l’anticima visibili ma ancora non vicine.
Risalita faticosamente la balza, notiamo a Q2840 un grosso ometto di sasso, siamo al posto giusto. Sbucano Paolo ed Angelo da due canalini ripidissimi e poco stabili, una bella dose di adrenalina. Gimmy è ancora in basso che studia la situazione, ma viene consigliato di tornare un poco indietro e risalire. Sconsiglio questa via seguita da alcuni di noi, bisogna da subito salire quanto più possibile e costeggiare la Costa del termine, si trovano vari ometti, e li vedremo tutti al ritorno. Al grosso omone di sassi facciamo una bella pausa, la cima è sopra la nostra testa, dopo una lunga pietraia che si chiude con la cuspide di vetta. Ripartiamo di nuovo in due gruppi, io sono sfiatato, ma la cima sopra di me mi galvanizza, come sempre barcollo ma non mollo. I primi tre, tra cui l’inarrestabile Barba arrivano in vetta a mezzogiorno, l’ultima decina di metri ognuno a modo suo, io e Gimmy arriviamo alle 12:20 anche noi arrampicando l’ ultima decina di metri, io sulla cresta O, ripida ma con buoni appigli, ma la cresta E è la più semplice e … tanto per cambiare la percorreremo scendendo. La giornata iniziata nuvolosa, si presenta con un bel sole, quindi pranzo in vetta, e … a petto nudo. Il Rondadura si rivela nella sua bellezza, ha una posizione dominante in tutte le direzioni, il paesaggio, seppur nuvoloso, è spettacolare.
Verso N il lago Nalps con la lunga vallata che sale fino al Pass Nalps (tra il Rondadura ed il Piz Blas), molti dei laghi del Ritom (Ritom, Scuro, Isra, Stabbio, Miniera), ovviamente il lago di S.Maria e l’Ospizio con il passo, il Lai Blau, bella recente conquista, con tanti laghetti, alcuni non li avevamo nemmeno visti.
Insomma un paesaggio che ripaga da tutta la fatica. La bella signora si è lasciata conquistare, e siamo rimasti conquistati dai paesaggi che ci ha regalato. Ci fermiamo un’ora e mezza a goderci tutto questo, poi inziamo la discesa, cercando ovviamente di non ripetere altri errori. Ma come ho già detto siamo specialisti nel cacciarci nei guai, e decidiamo di tentare una via di discesa “personalizzata”. Dalla cima vediamo i laghetti a Q2370 in basso alla Foppa, lì sotto c’e’ il sentiero che sale alla Cadlimo, se troviamo modo di scendere risparmiamo la ravanata nei rododendri dell’ Alpe Scaione. Percorriamo la foppa alta, fino al laghetto a Q2540 sotto il Pizzo Scai (sarebbe più appropriato che questo laghetto si chiamasse lago Scai, e non quello in Val Termine …), e troviamo vari ometti di sasso, a conferma che questa è la via più utilizzata, e certamente la migliore. Ai laghetti bassi della foppa facciamo pausa, poi iniziamo la discesa alla ricerca del passaggio, e con nostra sorpresa notiamo dei piccoli ometti di sasso qua e là. Scendiamo le Piode della Val Cadlimo puntando al sentiero, seguendo gli ometti che rinforziamo, è molto ripido ma anche molto diretto. In breve raggiungiamo il sentiero della Val Cadlimo, a Q2177 dove si trova un grande omone di sasso, prima di entrare nella gola costeggiando il torrente (in direzione Cadlimo). Ci sembra una buona via anche per la salita, la consiglierei al posto dell’ Alpe Scaione, e la presenza di qualche ometto dimostra che il percorso è fattibile. Scendiamo veloci, ripassiamo dall’ ometto dove stamattina abbiamo abbandonato il sentiero, quindi giù fino al lago, ed infine i noiosi 2Km di strada fino all’ Ospizio.
Sono contento della mia prestazione, 5.3Km di cui 2 in piano e 1140mt di dislivello, con la “ricerca della pietra verde” (il sentiero) si sentono, ma la gioia di aver messo piede lassù …. Non ha prezzo neanche ……………… con MasterCard. Briciole di cultura Tratto da “Il Piz Rondadura e le acque del Reno” di Luca Bertosini (Vivera la Montagna #93 Novembre 2011) Il Piz Rondadura (3’016 m) è una montagna imponente e massiccia. Prende il nome di quel bellissimo alpe che si trova a nord est della montagna, nei Grigioni.
Preferisco come significato «ronda» o «rondare» che significa vigilare su un terreno, passare e ripassare in luoghi per sorvegliarli…
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Un altro 3k nella collezzione. Giorgio ha descritto perfettamente la parte inerente al percorso da seguire. Posso solo aggiungere che se non si seguono le indicazioni alla lettera bisogna mettere in conto un po' di arrampicate. In tre abbiamo preferito stare sotto l'ultima balza pensando di arrivare in quota in diagonale invece gli ultimi 30 metri li abbiamo fatti attaccati ai sassi in parete verticale. Un po' di adrenalina , c'erano comunque buoni appigli e diverse possibilita' visto che in tre abbiamo non abbiamo seguito lo stesso percorso.Ambiente molto ostile sassi molto grandi e macigni da percorrere in pendenza con buona aderenza. La vetta ha una piccola croce con gamella e libro di vetta coronata da bandierine tibetane e ci ha ospitato per la sosta pranzo in completa solitudine. Un'aquila volteggiava sotto la cima e poi abbiamo capito il motivo: un gregge di pecore a piu' di 2400 metri, vita dura per gli ovini quassu', abbiamo trovato una carcassa di una pecora adulta, mentre distaccata dal gregge una pecora ferita alla zampa che zoppicava vistosamente arrancando sulle rocce. Proprio sotto il pizzo su un grosso macigno un gruppo di 4 stambecchi ci tenevano d'occhio da lontano mentre nella sassaia che porta in vetta abbiamo spostato un bel volo di pernici bianche che si sono portate in vetta. Col senno di poi se dovessi ripercorrere la salita non commetterei piu' gli stessi errori per raggiungere piu' agevolmente una cima maestosa che regala panorami spettacolari. Grazie al gruppo per la bellissima giornata e bravo Giorgio per la tua prova superata. Paolo |
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... Parlami di te, bella signora
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Relazione Gimmy
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Altre foto, diario, tracce sul nostro sito www.girovagando.net escursione # 258
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