Una Martica splendente
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Una gita di quelle definibili “sveltine” (forse fonderò una nuova Comunità) cui posso destinare poche ore. L’idea era di salire al Monte Martica per la sua cresta SE, conosciuta anche come sentiero della Vecchia Miniera di piombo ( si veda anche qui) per via di una miniera di piombo argentifero che con alterne fortune fu in esercizio tra il 1830 e il 1965. Il sentiero tocca alcuni ruderi di abitazioni delle maestranze e sono visibili i moncherini di cemento che sostenevano parte degli impianti, oggi talmente brutti da vedere che non ho neanche fotografato. Tutto qui; poi il sentiero sale lungo la nominata cresta che fa da sponda orientale al complesso Val Castellera/Val Fredda racchiuso ad Ovest dall’altra cresta lungo la quale sale la strada militare voluta dall’onnipresente Generale Cadorna. Le valli muoiono a Nord sui contrafforti del Monte Martica mentre a Sud si aprono sulla Valganna. La temperatura di -3°C alla partenza e l’oretta circa da trascorrere salendo nell’ombra che ancora invadeva la Valganna non facevano affatto pensare al titolo di questo report; ma all’apparire del sole e all’ampliarsi dell’orizzonte del viandante, la luce abbacinante riflessa dalle nevi che ricoprivano il terreno, i fianchi dei monti limitrofi e di quelli più lontani e più alti suggerivano proprio questo aggettivo: “splendente”. Il sentiero pian piano si fa sempre più innevato e richiede attenzione per gli alterni sprofondamenti e sostentamenti offerti dal candido manto finché, in corrispondenza dei primi Sassi Rossi (che il nostro Poncione ha spesso visitato e richiamato nelle sue relazioni), mi decido a calzare le ciaspole. Vituperate da molti (me compreso) si dimostrano invece molto utili data la consistenza prevalentemente portante della neve e in breve raggiungo il Passo del Diavolo teatro di gesta estive mie e di altri. Oggi tentarne la salita da San Gemolo sarebbe stata un’impresa fallita in partenza e realmente rischiosa ma con la bella stagione….si può fare e l’ho fatto. Ormai forte delle mie ciaspole con le quali rinforzo la battitura di ignoti scarpon-muniti (che ringrazio) salgo l’ultimo centinaio di metri e arrivo in vetta al Monte Martica. Quattro foto, due telefonate e poi l’amara costatazione che il piccolo presepe che tanti conoscono ospitato in un vano di una fortificazione è praticamente distrutto; riesco ad intravedere solo due o tre statuine superstiti e anche il micro-paesaggio di Betlemme è stato danneggiato. Chissà, forse i soliti vandali imbecilli e irrispettosi oppure un segno dei “nuovi tempi” che si stanno preparando e cui alcuni inspiegabilmente plaudono?
Giro sui tacchi e torno per la stessa strada ma stavolta non seguo più la traccia battuta perché anche con le ciaspole si può cogliere il divertimento di scendere a balzi nella neve fresca e polverosa; la discesa è così piacevole e più rapida fino a quando licenzio le ciaspole per carenza di materia prima e proseguo di nuovo con gli scarponi.
Giunto all’auto apprezzo il cambio di calzature e d’abiti e mi avvio verso il pranzo che mi attende a casa.
Come dire…..”splendente”…..
Pillole….della giornata:
Dislivello 573m
Lunghezza totale 6,4 km
Tempo 4h05’

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