Monte Martica m.1032, Monte Chiusarella m.913
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Giornata stupenda, nemmeno troppo fredda considerate le temperature di questi giorni.
Lasciamo l'auto in uno slargo nei pressi della miniera e ci incamminiamo tra gli arbusti.
La neve è compatta e scricchiola sotto i nostri piedi. Ci dirigiamo verso la vecchia cabina Enel e per farlo siamo costretti ad attraversare il torrente Valvassera. Da qui cominciamo a risalire la cresta SE del Monte Martica: la salita alterna piacevoli pianori a brevi strappetti. Procedendo si aprono piacevoli scorci sulla Valganna, che dall'alto appare via via sempre più profonda, ed i suoi rilievi, col Poncione sempre presente alla nostra destra che ci osserva facendosi man mano più vicino. Improvvisamente in mezzo al candore della neve appaiono affioramenti di rocce porfiriche rossastre ed il contrasto è mozzafiato. E' qui che Emi sente partire dentro di sè l'entusiasmo della scoperta e, mentre io procedo calpestando tracce precedenti, lui affonda nella neve fresca creando il suo tracciato personale zigzagando fra quei giganti incappucciati. La vista dall'anticima (m.932) è impagabile.
L'ultimo tratto è quello meno esposto ai raggi del sole e quindi più freddino... la cima (m.1032) si mostra poco appagante perchè non si gode di alcun panorama troppo oppressa da arbusti vari. Mangiati due gustosissimi panini ci rimettiamo in cammino e dopo un breve percorso Emi vuol mostrarmi la Punta Rossotti... non abbiamo trovato una traccia precedente, così come prima lui avanza imperterrito nella neve fresca perfettamente in simbiosi con l'ambiente fortemente innevato ed al momento incontaminato facendo sembrare l'avanzare a briglie sciolte una bazzeccola, ed è in questo contesto che io invece sprofondo con la gamba destra fin alla vita faticando a riaffiorare e cavandomela poi con movimenti fantozziani. La punta che altro non è se non una roccia con una croce sopra ha meritato comunque questi miei impacciati sforzi e la vista da lassù era a dir poco incantevole.
Decisamente provata e ormai congelata avrei gettato la spugna, e quando Emi mi ha detto che mancava solo la salita al Chiusarella mi sentivo già sconfitta ma lui mi ha dato coraggio e la salita in fondo è stata meno ostica di quanto mi ero immaginata e lo spettacolo a ridosso del tramonto meritava quest'ultimo sforzo e forse anche di più: lo sguardo nella luce rosata rossastra si poteva spingere fino alla pianura e poi al Monte Rosa e ad altre importanti cime...
Il ritorno è stata una corsa contro il tempo e l'avanzare dell'oscurità, non potendo tagliare per la vigilatissima Alpe Cuseglio che ci avrebbe riportato in breve all'auto, abbiamo attraversato la Valvassera... con percorso nella penombra/buio e un doppio attraversamento dell'omonimo torrente alla luce della torcia del telefonino. Luoghi martoriati dagli scavi dei cinghiali che rendono meno agevole l'avanzare soprattutto con poca luce... ma anche per questo particolare finale è stata un'uscita memorabile e bellissima!!
Lasciamo l'auto in uno slargo nei pressi della miniera e ci incamminiamo tra gli arbusti.
La neve è compatta e scricchiola sotto i nostri piedi. Ci dirigiamo verso la vecchia cabina Enel e per farlo siamo costretti ad attraversare il torrente Valvassera. Da qui cominciamo a risalire la cresta SE del Monte Martica: la salita alterna piacevoli pianori a brevi strappetti. Procedendo si aprono piacevoli scorci sulla Valganna, che dall'alto appare via via sempre più profonda, ed i suoi rilievi, col Poncione sempre presente alla nostra destra che ci osserva facendosi man mano più vicino. Improvvisamente in mezzo al candore della neve appaiono affioramenti di rocce porfiriche rossastre ed il contrasto è mozzafiato. E' qui che Emi sente partire dentro di sè l'entusiasmo della scoperta e, mentre io procedo calpestando tracce precedenti, lui affonda nella neve fresca creando il suo tracciato personale zigzagando fra quei giganti incappucciati. La vista dall'anticima (m.932) è impagabile.
L'ultimo tratto è quello meno esposto ai raggi del sole e quindi più freddino... la cima (m.1032) si mostra poco appagante perchè non si gode di alcun panorama troppo oppressa da arbusti vari. Mangiati due gustosissimi panini ci rimettiamo in cammino e dopo un breve percorso Emi vuol mostrarmi la Punta Rossotti... non abbiamo trovato una traccia precedente, così come prima lui avanza imperterrito nella neve fresca perfettamente in simbiosi con l'ambiente fortemente innevato ed al momento incontaminato facendo sembrare l'avanzare a briglie sciolte una bazzeccola, ed è in questo contesto che io invece sprofondo con la gamba destra fin alla vita faticando a riaffiorare e cavandomela poi con movimenti fantozziani. La punta che altro non è se non una roccia con una croce sopra ha meritato comunque questi miei impacciati sforzi e la vista da lassù era a dir poco incantevole.
Decisamente provata e ormai congelata avrei gettato la spugna, e quando Emi mi ha detto che mancava solo la salita al Chiusarella mi sentivo già sconfitta ma lui mi ha dato coraggio e la salita in fondo è stata meno ostica di quanto mi ero immaginata e lo spettacolo a ridosso del tramonto meritava quest'ultimo sforzo e forse anche di più: lo sguardo nella luce rosata rossastra si poteva spingere fino alla pianura e poi al Monte Rosa e ad altre importanti cime...
Il ritorno è stata una corsa contro il tempo e l'avanzare dell'oscurità, non potendo tagliare per la vigilatissima Alpe Cuseglio che ci avrebbe riportato in breve all'auto, abbiamo attraversato la Valvassera... con percorso nella penombra/buio e un doppio attraversamento dell'omonimo torrente alla luce della torcia del telefonino. Luoghi martoriati dagli scavi dei cinghiali che rendono meno agevole l'avanzare soprattutto con poca luce... ma anche per questo particolare finale è stata un'uscita memorabile e bellissima!!
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