Lenzspitze Parete Nord e Nadelhorn
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Ed eccomi qui, a cercare di descrivere l'indescrivibile, mentre gli occhi e il cuore ancora sono pieni delle emozioni vissute...
Arriviamo a Saas nel primo pomeriggio, la giornata è splendida e subito notiamo una bella parete...sarà quella?
Mentre mettiamo gli zaini in spalla, decidiamo di salire in funivia fino ad Hanning ( 34 franchi a persona...un salasso, ma ci farà risparmiare circa due ore di salita), dove ci fermiamo a pranzare.
La fretta di raggiungere il rifugio è tanta, quindi ci incamminiamo a passo svelto, almeno fino all'inizio del sentiero attrezzato che su un bel percorso (lungo) di cresta ci porta a destinazione.
Il rifugio è chiuso, ma al nostro arrivo sono già presenti alcuni ospiti nel locale invernale con cui leghiamo subito e così, tra uno spaghetto al pesto e una tazza di tè, facciamo serata.
La sveglia è puntata per le tre, ma ce la prendiamo comoda: accendiamo il fuoco, facciamo colazione, ci prepariamo e partiamo...vogliamo attaccare la salita alle prime luci del giorno...
Mentre le frontali illuminano i pochi metri davanti a noi, il fiato si fa corto e passo dopo passo arriviamo alla terminale...il crepaccio da superare è di quelli "importanti"...bisogna piantare le picche, fare una spaccata e iniziare a salire la paretina verticale che immette sulla nord vera e propria...un brivido corre lungo la schiena...ma in pochi secondi siamo oltre e mentre il cielo si tinge di rosso, ci auguriamo buona salita.
Metro dopo metro, minuto dopo minuto, la nord sembra interminabile, ma in tre ore nette siamo in vetta alla Lenzspitze...respiriamo...ma il Nadelhorn ci aspetta., quindi...let's go...
Alcune crestine nevose sono talmente sottili da accogliere a malapena un piede...qui il cuore batte piano, quasi a non voler muovere il corpo più del necessario, mentre nei tratti puliti, dove si arrampica veloce il battito aumenta, ricordando che siamo oltre i 4000 metri.
La cresta è lunga e quando la sete o la fame si fanno sentire, ci concediamo brevi pause , senza però mai rilassarci o distrarci e, dopo cinque ore di saliscendi, roccia, neve e ghiaccio, siamo in vetta e la nostra soddisfazione è tantissima. Come sempre il tempo per la cima non è molto anche perchè, infondo, la vera meta non è questa ma il tornare a casa dopo esser stati quassù, quindi iniziamo a scendere e sì...finalmente sulla normale del Nadelhorn, ci rilassiamo e guardando la via appena percorsa ne riviviamo ogni attimo.
Quando arriviamo al rifugio c'è una gran confusione, non entriamo, ci togliamo l'imbraco, i ramponi e mangiamo due grossi panini eppoi...ci rimettiamo in marcia...ancora quasi quattro ore ci separano da Sass Fee
Quando scende il buio e pensiamo che questa bella esperienza sia giunta al termine, succede l'impensabile: L' Allalinhorn si illumina, lasciandoci esterrefatti e meravigliati come bambini davanti all'albero di Natale!
In auto Dolcenera canta "chi sogna non ha regole, la vita che s'immagina diventerà realtà"...beh...è proprio il caso di dirlo, oggi la realtà è andata ben oltre la fantasia!
Arriviamo a Saas nel primo pomeriggio, la giornata è splendida e subito notiamo una bella parete...sarà quella?
Mentre mettiamo gli zaini in spalla, decidiamo di salire in funivia fino ad Hanning ( 34 franchi a persona...un salasso, ma ci farà risparmiare circa due ore di salita), dove ci fermiamo a pranzare.
La fretta di raggiungere il rifugio è tanta, quindi ci incamminiamo a passo svelto, almeno fino all'inizio del sentiero attrezzato che su un bel percorso (lungo) di cresta ci porta a destinazione.
Il rifugio è chiuso, ma al nostro arrivo sono già presenti alcuni ospiti nel locale invernale con cui leghiamo subito e così, tra uno spaghetto al pesto e una tazza di tè, facciamo serata.
La sveglia è puntata per le tre, ma ce la prendiamo comoda: accendiamo il fuoco, facciamo colazione, ci prepariamo e partiamo...vogliamo attaccare la salita alle prime luci del giorno...
Mentre le frontali illuminano i pochi metri davanti a noi, il fiato si fa corto e passo dopo passo arriviamo alla terminale...il crepaccio da superare è di quelli "importanti"...bisogna piantare le picche, fare una spaccata e iniziare a salire la paretina verticale che immette sulla nord vera e propria...un brivido corre lungo la schiena...ma in pochi secondi siamo oltre e mentre il cielo si tinge di rosso, ci auguriamo buona salita.
Metro dopo metro, minuto dopo minuto, la nord sembra interminabile, ma in tre ore nette siamo in vetta alla Lenzspitze...respiriamo...ma il Nadelhorn ci aspetta., quindi...let's go...
Alcune crestine nevose sono talmente sottili da accogliere a malapena un piede...qui il cuore batte piano, quasi a non voler muovere il corpo più del necessario, mentre nei tratti puliti, dove si arrampica veloce il battito aumenta, ricordando che siamo oltre i 4000 metri.
La cresta è lunga e quando la sete o la fame si fanno sentire, ci concediamo brevi pause , senza però mai rilassarci o distrarci e, dopo cinque ore di saliscendi, roccia, neve e ghiaccio, siamo in vetta e la nostra soddisfazione è tantissima. Come sempre il tempo per la cima non è molto anche perchè, infondo, la vera meta non è questa ma il tornare a casa dopo esser stati quassù, quindi iniziamo a scendere e sì...finalmente sulla normale del Nadelhorn, ci rilassiamo e guardando la via appena percorsa ne riviviamo ogni attimo.
Quando arriviamo al rifugio c'è una gran confusione, non entriamo, ci togliamo l'imbraco, i ramponi e mangiamo due grossi panini eppoi...ci rimettiamo in marcia...ancora quasi quattro ore ci separano da Sass Fee
Quando scende il buio e pensiamo che questa bella esperienza sia giunta al termine, succede l'impensabile: L' Allalinhorn si illumina, lasciandoci esterrefatti e meravigliati come bambini davanti all'albero di Natale!
In auto Dolcenera canta "chi sogna non ha regole, la vita che s'immagina diventerà realtà"...beh...è proprio il caso di dirlo, oggi la realtà è andata ben oltre la fantasia!
Tourengänger:
Laura.

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