Si sale all'Hirbernock (3010 mt)... per la dolorosa via!
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Sono passati tre giorni da quando sono arrivato a Luns / Bruneck, e come da accordi precedenti, mi ritrovo a fare un’escursione con l’amico Georg “speckknoedel”, hikriano sudtirolese e fine conoscitore di queste montagne.
Partiamo da Rein in Taufers / Riva di Tures in direzione Ovest, dove si nota un ripido pendio che funge da pista da sci nei mesi invernali, ed in maniera diretta, attraversiamo steccati e prati occupati dalle mucche intente nel loro lavoro; mangiare e non fare una beata fava tutto santo il giorno. Da subito mi accorgo che Georg è un tipo tosto, simpatico ma di pochi fronzoli, a lui i sentieri segnati non piacciono e predilige il “wild”… ecco che il mio desiderio di fare una grande salita faticando il dovuto, si scontra contro l’ortodossia alpina del mio socio d’escursione. In buona sostanza, ancora dovevo fare il primo strappo in salita, che già avevo imbarcato più merda io negli scarponi che acqua nel Titanic!
Risalita la pista da sci, adesso troviamo il ristoro Pichlerhof, aperto solo d’inverno, lo aggiriamo, ed ecco che una bollatura rossa impressa sugli alberi ci conduce in un bosco di Cirmolo e Larici… per la miseria, è un fottuto sentiero! Che culo… Sempre in maniera ripida guadagniamo metri, il sottobosco pullula di mirtilli e qualche Finferlo fa capolino, noi, senza troppo impegno, ringraziamo Madre Natura ed infiliamo nello zaino!
Usciti dal bosco, ecco la vecchia malga Hirberalm, la bollatura rossa scompare ed il sentiero per un pochino diventa una sterrata (N° 1 A), puntiamo verso Nord e dopo un po’, Georg mi dice che dobbiamo risalire ad Ovest un pendio ben più ripido del primo strappo, in una zona già profondamente alpina ed estremamente selvaggia. Il sentiero? Si va a cazz’imperio! Andiamo bene… Qualche traccia ci sarebbe che sale zigzagando, ma Georg non la prende nemmeno in considerazione, come un Panzer spinge sulle gambe mentre io ho il viso paonazzo dallo sforzo. Fanculo!
Puntando verso canaloni detritici, per non dire massi, saltelliamo come Stambecchi, e Olmo, mugugnando si adegua, la meta per il primo vero pit stop, è un “ometto” che intravediamo già in distanza e posto su una sorta di “terrazza” a quota 2558 mt. Durante la sosta, osservo lo splendore che ci circonda, un luogo magico dove la mente spazia, ma la dura realtà, è fatta ancora di ripide salite alpine e navigazione “a vista” come in quasi tutto il percorso, e si esplora alla ricerca della via migliore… Io nel frattempo, comincio ad avere qualche dubbio sulla mia tenuta fisica e comincio a “salutare” i santi a modo mio, Georg, da par suo, mi osserva in maniera curiosa. Io: Georg, ma non doveva essere semplice questa salita? Lui, mi risponde in un misto di italiano/tedesco: ti avevo proposto una cima più bassa und fattibile, ja, tu hai scelto un Tremila e su qveste quote ja, non ci sono salite facili! Ja. Io: boia, hai ragione freund Georg, sto giro l’ho proposto e accettato io… Confido, che pur di non continuare a camminare, ho pensato di lanciarmi nel vuoto a gambe aperte… sotto di noi, “magnifici” coni di pietra parevano fatti al caso mio! Poi è subentrata la razionalità, conoscendo Olmo, mi avrebbe seguito nel volo e questo lui non se lo merita!
Via, si riprende il cammino, mi accodo a Georg che molto gentilmente tiene un passo “umano”, anche se devo dire, non capisco perché lui non rifaccia il giro che lui conosce, magari è più semplice… chiedo lumi, e lui mi dice, che non gli piace ripetere le stesse cose. A sì? E proprio con me dovevi fare questa Via Crucis? Vabbuò va, saliamo, in fin dei conti vedo già la piccola croce di vetta, che vuoi che sia? Niente di che, solo un’altra 1h30 di patimento!
Superato un altro paio di “terrazze”, ecco davanti a me l’ultimo strappo posto sul breve crinale, inspiro una bella boccata d’aria, ed eccomi in vetta, Hirbernock 3010 mt, dove Georg mi aspetta per le foto ricordo. Tutt’attorno, è uno spettacolo, il tempo è clemente, quasi caldo, e noi possiamo “cliccare” in quantità industriale… immortalo tutto il Durreck Gruppe, le Vedrette di Ries con le vette di Hochgall, Wildgall e Schneebige Nock, poi gli Alti Tauri e via via tutto il resto, Dolomiti comprese, verticalmente sotto di noi, vediamo la nostra auto parcheggiata. Incredibile! 5h di salita compreso due soste ristoratrici.
Non possiamo fermarci troppo, avevamo deciso di mangiare qualcosa in una malga e i morsi della fame cominciano a stringere lo stomaco, zaino in spalle e via! Per lo stesso percorso? Col cazzo… Georg s’inventa un’altra “mitica” discesa, e anche qua navighiamo a vista senza sapere di preciso dove capiteremo, il Gps incorporato di “speckknoedel” funziona a senzazioni, ed io nonostante tutto, mi fido del mio sherpa.
Bestemmiando come un muratore bergamasco, trovo comunque la forza di scendere con una certa velocità, e la vista “dell’ometto” dove eravamo passati all’andata, mi fa tirare un sospiro di sollievo. Da questo punto decidiamo il da farsi; non si va più al DurraAlm, troppo lontano, più a Sud intravediamo una malga con la bandiera sudtirolese, chiaro segnale di un posto di ristoro, sembra più vicina e noi la mettiamo nel “mirino”. Per non farci mancare niente, Georg decide di scendere diagonalmente sino ad arrivare in un fitto bosco di Pino Mugo, bosco fortunatamente non più alto di un metro e una scarpa, perché qua, noi ci siamo persi nel dedalo di sentieri che solo Georg vedeva… Per me, erano solo piccoli pertugi. Come due pirla giriamo a vuoto per dieci minuti, finchè ad un certo punto Georg, affranto come un Camaleonte che non trova il posto per mimetizzarsi, mi dice che forse ha perso un po’ la Trebisonda e chiede un confronto sul da farsi, io, prima lo invito a fare il bagno in un lago infestato da Coccodrilli, poi, dico la mia sulla possibile via d’uscita… Il mio parere fortunatamente risulterà risolutivo. Finalmente arriviamo alla Unterrieseralm, una malga che ha aperto i battenti da poco; sono già le 15:45 ed io oramai trovo commestibile pure un sasso coperto dal muschio, ma visto l’orario, scartiamo il pranzo classico e puntiamo direttamente sul dolce; a Georg un bello Strudel, per me, una Kaiserschmarren con i controfiocchi e Coca Cola a volontà in previsione del rutto libero e ribelle! Essendo abbastanza vicini all’auto, quindi ancora poca strada da percorrere, troviamo il modo sorridere ad ogni puttanata che esce dalle nostre fauci, il grosso del giro è fatto ed io penso già ai miei Finferli trifolati mit spaghetti! Salutati i proprietari della malga, partiamo spediti sino al parcheggio che raggiungeremo in 45 minuti circa. Fine.
Nota 1: Bellissimo giro parzialmente ad anello, quasi interamente percorso su sentieri inesistenti e fattibile da chi ha una “minima” esperienza di zone alpine, la vetta si intravede quasi all’ultimo momento quindi, bisogna studiarsi per bene il territorio… io avevo la guida ,non sempre infallibile : ) : ) di Georg. 1500mt di dislivello + 100mt per la risalita dall’Unterrieseralm e 9h di cammino.
Nota 2: Questo primo 3000 mi è costato nell’ordine: un cellulare, un guinzaglio, una caduta sui sassi con relativa “sbucciatura” di ginocchia, 3 kg di Voltaren, un pediluvio nella pappa reale, e 7 Maalox per digerire il giramento di coglioni per aver perso il cellulare con relativi contatti, e dulcis in fundo, una saccagnata di parolaccie dalla mia dolce metà! La prossima volta, chiedo a Georg di farmi fare il periplo di Brunico …
Nota 3: Finalmente ho conosciuto di persona l’amico Georg (con la moglie Astrid), le sue escursioni le potete trovare su Hikr.org/georgb. Grazie amico/i miei, è stato bello incontrarvi ed è stata bellissima la salita all’Hirbernock, tutto ciò rimarrà nel mio cuore. La cena al Koriander è stata divertente, un degno saluto con relativa promessa di rivederci in futuro. Un grande abbraccio a Georg e Astrid.
A la Prochaine! Menek, Nadia und Olmo.
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