Piz Ot (3246 m) con panorama sul Monte Rosa
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Fantastica escursione su una delle cime più significative dell'Engadina, in una giornata davvero spettacolare (aria tersissima, zero nuvole), che ci ha permesso dalla vetta del Piz Ot di scorgere addirittura il Monte Rosa!
Da tempo insieme al collega e amico Mauro avevamo fissato la data odierna per combinare una bella cima insieme è così è stato.
La meta odierna in realtà doveva essere da tutt'altra parte, ma le non perfette condizioni del percorso che avevamo in mente, ci porta a decidere (con grande piacere ovviamente!) per l'Engadina.
Ci concediamo addirittura il lusso di partire martedì sera, dormendo la notte a Chiavenna, un pò per spezzare il viaggio, un pò per farci una bella mangiata di pizzoccheri chiavennaschi!
Partiamo da Samedan Muntarutsch, su gentilissimo consiglio di Enrico (turistalpi), e seguendo le paline saliamo lungo la bella sterrata attraverso un tipico bosco engadinese fino raggiungere l'Alp Muntatsch (1 h 00).
Qui si esce dal bosco, e si inizia un breve traverso super panoramico fino all'Alp Munt, dove ci concediamo una breve sosta per sfamarci, dissetarci e rifare scorta d'acqua (è l'ultima fontana presente sul percorso).
La tempertura, di 3° alla partenza è ora ben più alta, il sole picchia forte ed è importante avere acqua a sufficienza, vista la lunghezza del percorso.
Quindi, seguendo le indicazioni che ora riportano anche il Piz Ot, riprendiamo a salire fino ad arrivare in località Margunin, dove una mandria bovina pascola godendosi la bella giornata, creando un tipico quadretto engadinese (prati, mucche e Piz Bernina in lontananza).
Ancora un breve strappetto ad entriamo nella Valletta, dove il sentiero spiana e si prosegue in falsopiano con spettacolare vista sulle rocciose cime circostanti.
Ignoriamo un primo bivio per il Piz Ot, su un sasso (bivio da cui sbucheremo al ritorno) e proseguiamo, ora in salita più decisa, fino al bivio ufficiale, indicato dalla palina blu.
Seguendo i frequenti segni bianco-blu, su traccia comunque ben visibile, si passa di fianco ad un minuscolo laghetto, si perde qualche metro di quota e si inizia quindi a salire in maniera molto decisa, a piccoli tornanti, su sentiero un pò friabile.
Superiamo un primo tratto di roccette attrezzato con un comodo corrimano metallico, quindi proseguiamo su sentiero ora leggermente più facile, fino a raggiungere l'imbocco di una pietraia.
Muovendoci con attenzione superiamo anche la pietraia ed arriviamo alla rampa finale in cui si affrontano diversi passaggi su roccette, spesso con l'aiuto delle mani, generalmente tutti attrezzati con catene e corrimani metallici che danno davvero tanta sicurezza.
Ci sono alcuni punti un pò esposti, ma si cammina sempre su sentiero largo (seppur roccioso ed accidentato) e ben protetto e non si ha mai la sensazione di vuoto.
Questo tratto, che un pò temevo, si rivela molto divertente, anche se salendo ho qualche timore per la discesa (generalmente più insidiosa della salita).
Con un pò di fatica, in particolare per me, poco abituato a muovermi su questo tipo di terreni, raggiungiamo il grosso omone e, con pochi metri di facile cresta, lo croce di vetta del Piz Ot (4 h 15).
Oltre alla grande soddisfazione di essere arrivati quassù rimaniamo a bocca aperta davanti ad un tale panorama. Oltre alle belle cime circostanti (Gruppo del Bernina, Piz Julier, Piz d'Err, Piz Ela, Piz Kesch ecc) la vista spazia su vette lontanissime, tra le quali riconosciamo il massiccio del Rosa, il Galenstock e il Dammastock.
Incredibile, mai avrei pensato di vedere il Rosa dall'Engadina!!
Ci godiamo questo spettacolo impareggiabile per circa un'ora, quindi, terminato il pranzo e scattate innumerevoli foto, decidiamo di ripartire.
La discesa, che temevo mi mettesse in difficoltà, si rivela invece molto divertente e, forse perchè più riposato e mentalmente più libero, mi pare addirittura più semplice della salita!
Prestando comunque la dovuta attenzione superiamo tutti i tratti attrezzati, la pietraia e la discesina su sentiero friabile, quindi decidiamo di abbreviare il percorso prendendo la traccia (ben segnalata con frequenti ometti) che si tiene a sinistra della vallata e che consente di risaprmiare almeno una ventina di minuti.
Attraversata un'altra facile pietraia e affrontata quindi una breve discesa su comodo sentiero tra i pascoli, ci immettiamo sul sentiero ufficiale nei pressi del bivio sul sasso ignorato all'andata (5 h 35).
A questo punto, dopo esserci fermati per un rigenerante pediluvio nelle fresche acque del ruscello che solca la Valletta, non ci resta che seguire lo stesso percorso di salita, ripassando per Margunin, l'Alp Munt, l'Alp Muntatsch (sosta strudel e meritato brindisi) e rientrando quindi alla macchina (7 h 15).
Credo di poter affermare che si tratta per me della cima più bella mai salita, sia per il percorso estremamente vario, panoramico ed anche leggermente tecnico nella parte finale, sia per la vista mozzafiato dalla vetta (pareva di stare sull'aereo).
La parte finale (gli ultimi 450 mt circa di dislivello) della salita sono classificati come sentiero alpino (segnavia bianco-blu), che corrisponderebbe ad una difficoltà T4.
In realtà il modo in cui è messo in sicurezza il sentiero lo rende a mio avviso decisamente più semplice, per cui condivido la difficoltà che molti altri hanno riportato di T3+ (comunque da non sottovalutare!!).
I tempi di percorrenza come sempre sono riferiti al tempo di cammino, senza considerare le soste lunghe (pranzo in vetta, pediluvio, merenda all'Alp Muntatsch).
Da tempo insieme al collega e amico Mauro avevamo fissato la data odierna per combinare una bella cima insieme è così è stato.
La meta odierna in realtà doveva essere da tutt'altra parte, ma le non perfette condizioni del percorso che avevamo in mente, ci porta a decidere (con grande piacere ovviamente!) per l'Engadina.
Ci concediamo addirittura il lusso di partire martedì sera, dormendo la notte a Chiavenna, un pò per spezzare il viaggio, un pò per farci una bella mangiata di pizzoccheri chiavennaschi!
Partiamo da Samedan Muntarutsch, su gentilissimo consiglio di Enrico (turistalpi), e seguendo le paline saliamo lungo la bella sterrata attraverso un tipico bosco engadinese fino raggiungere l'Alp Muntatsch (1 h 00).
Qui si esce dal bosco, e si inizia un breve traverso super panoramico fino all'Alp Munt, dove ci concediamo una breve sosta per sfamarci, dissetarci e rifare scorta d'acqua (è l'ultima fontana presente sul percorso).
La tempertura, di 3° alla partenza è ora ben più alta, il sole picchia forte ed è importante avere acqua a sufficienza, vista la lunghezza del percorso.
Quindi, seguendo le indicazioni che ora riportano anche il Piz Ot, riprendiamo a salire fino ad arrivare in località Margunin, dove una mandria bovina pascola godendosi la bella giornata, creando un tipico quadretto engadinese (prati, mucche e Piz Bernina in lontananza).
Ancora un breve strappetto ad entriamo nella Valletta, dove il sentiero spiana e si prosegue in falsopiano con spettacolare vista sulle rocciose cime circostanti.
Ignoriamo un primo bivio per il Piz Ot, su un sasso (bivio da cui sbucheremo al ritorno) e proseguiamo, ora in salita più decisa, fino al bivio ufficiale, indicato dalla palina blu.
Seguendo i frequenti segni bianco-blu, su traccia comunque ben visibile, si passa di fianco ad un minuscolo laghetto, si perde qualche metro di quota e si inizia quindi a salire in maniera molto decisa, a piccoli tornanti, su sentiero un pò friabile.
Superiamo un primo tratto di roccette attrezzato con un comodo corrimano metallico, quindi proseguiamo su sentiero ora leggermente più facile, fino a raggiungere l'imbocco di una pietraia.
Muovendoci con attenzione superiamo anche la pietraia ed arriviamo alla rampa finale in cui si affrontano diversi passaggi su roccette, spesso con l'aiuto delle mani, generalmente tutti attrezzati con catene e corrimani metallici che danno davvero tanta sicurezza.
Ci sono alcuni punti un pò esposti, ma si cammina sempre su sentiero largo (seppur roccioso ed accidentato) e ben protetto e non si ha mai la sensazione di vuoto.
Questo tratto, che un pò temevo, si rivela molto divertente, anche se salendo ho qualche timore per la discesa (generalmente più insidiosa della salita).
Con un pò di fatica, in particolare per me, poco abituato a muovermi su questo tipo di terreni, raggiungiamo il grosso omone e, con pochi metri di facile cresta, lo croce di vetta del Piz Ot (4 h 15).
Oltre alla grande soddisfazione di essere arrivati quassù rimaniamo a bocca aperta davanti ad un tale panorama. Oltre alle belle cime circostanti (Gruppo del Bernina, Piz Julier, Piz d'Err, Piz Ela, Piz Kesch ecc) la vista spazia su vette lontanissime, tra le quali riconosciamo il massiccio del Rosa, il Galenstock e il Dammastock.
Incredibile, mai avrei pensato di vedere il Rosa dall'Engadina!!
Ci godiamo questo spettacolo impareggiabile per circa un'ora, quindi, terminato il pranzo e scattate innumerevoli foto, decidiamo di ripartire.
La discesa, che temevo mi mettesse in difficoltà, si rivela invece molto divertente e, forse perchè più riposato e mentalmente più libero, mi pare addirittura più semplice della salita!
Prestando comunque la dovuta attenzione superiamo tutti i tratti attrezzati, la pietraia e la discesina su sentiero friabile, quindi decidiamo di abbreviare il percorso prendendo la traccia (ben segnalata con frequenti ometti) che si tiene a sinistra della vallata e che consente di risaprmiare almeno una ventina di minuti.
Attraversata un'altra facile pietraia e affrontata quindi una breve discesa su comodo sentiero tra i pascoli, ci immettiamo sul sentiero ufficiale nei pressi del bivio sul sasso ignorato all'andata (5 h 35).
A questo punto, dopo esserci fermati per un rigenerante pediluvio nelle fresche acque del ruscello che solca la Valletta, non ci resta che seguire lo stesso percorso di salita, ripassando per Margunin, l'Alp Munt, l'Alp Muntatsch (sosta strudel e meritato brindisi) e rientrando quindi alla macchina (7 h 15).
Credo di poter affermare che si tratta per me della cima più bella mai salita, sia per il percorso estremamente vario, panoramico ed anche leggermente tecnico nella parte finale, sia per la vista mozzafiato dalla vetta (pareva di stare sull'aereo).
La parte finale (gli ultimi 450 mt circa di dislivello) della salita sono classificati come sentiero alpino (segnavia bianco-blu), che corrisponderebbe ad una difficoltà T4.
In realtà il modo in cui è messo in sicurezza il sentiero lo rende a mio avviso decisamente più semplice, per cui condivido la difficoltà che molti altri hanno riportato di T3+ (comunque da non sottovalutare!!).
I tempi di percorrenza come sempre sono riferiti al tempo di cammino, senza considerare le soste lunghe (pranzo in vetta, pediluvio, merenda all'Alp Muntatsch).
Tourengänger:
peter86

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