Tre Corni (di Canzo) – Tre Catene
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Un titolo strano per definire un altrettanto strano progetto: concatenare tre vie ferrate ai Corni di Canzo. Nel concetto di alcuni autori i Corni di Canzo sono quattro e non tre comprendendo in questa collettività anche il quarto, minore e più orientale: il Corno Rat. E proprio da quest’ultimo ho intenzione di iniziare con la Ferrata al Corno Rat, già visitata lo scorso anno, sempre in solitaria.
La giornata non è di quelle che sceglieresti per la tua gita ma è passabile; dopo un viaggio tormentato che mi porta a Valmadrera parecchio in ritardo trovo i segni di un bell’acquazzone mattutino che mentre salgo verso San Tomaso mi fa pensare che forse non riuscirò a salire sulle rocce viscide. Come già lo scorso anno, lasciata la mulattiera acciottolata, seguo il sentiero n.8 verso l’Itinerario attrezzato OSA e la Palestra del Corno Rat ma dopo un po’ mi perdo; fortuna vuole che arrivi una piccola processione di pecorelle con pastore e officianti (cani) al seguito e ottengo così la giusta indicazione (anche il pastore mi dice che purtroppo mancano ulteriori cartelli laddove ci vorrebbero). Giunto alla base della ferrata ringrazio il mio sesto senso che mi ha fatto mettere nello zaino un ulteriore cambio perché gli indumenti sono da strizzare per via della sudata e dell’umidità. Uno sguardo all’attacco che è subito duro mi dice che lì il test è decisivo: se le suole non tengono ridiscenderò subito prima di trovarmi nei guai più in alto. Oltretutto non ho con me la solita mezza che in caso di ritirata può agevolare la discesa improvvisando delle doppie. O si va…..o si va! Deciso e confortato dal ricordo di una via più che tosta e fisicamente molto impegnativa ma che comunque….”se l’ho fatta….la rifarò”, parto e vado. Le suole tengono, le braccia meno. La verticalità della via, la tipologia della parete quasi mai arrampicabile e la distanza tra i chiodi mettono a dura prova chi la sale come già descrissi nella mia http://www.hikr.org/tour/post44024.html .Ho cercato di essere più rilassato della volta scorsa ma il divertimento propriamente detto l’ho provato solo nella parte centrale, la seconda tranche, dove si può lasciare la catena per cercare delle belle prese. Un violento colpo dato d’impeto con la testa ad uno dei tanti gradini di ferro a staffa che rendono la via percorribile laddove sarebbe liscia come un muro mi ricorda l’importanza di avere sempre il casco con sé. Giungo in vetta piuttosto provato e percorro il sentiero che conduce alla base della ferratina, chiamiamola pomposamente così, del Corno Orientale. Questa sì, semplice e divertente che concede a chi la sale sguardi riverenti alla sua verticalissima parete orientale che si intravede sulla dx. Giungo in vetta, qualche foto e anche, finalmente, qualche varco nella nuvolaglia che finora mi ha accompagnato. Purtroppo i ritardi accumulati mi fanno bocciare l’idea di traversare ad Ovest sotto i Corni per raggiungere la base della Ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale. Baratto l’idea pensando di salire al Corno Centrale e mi incammino nella direzione che penso opportuna. Ad un tratto intravedo un sentiero secondario che raggiunge un profondo canyon che scoprirò essere tra il Corno Centrale ed i Pilastri nel quale mi addentro scoprendovi molte vie di arrampicata. Trovato il canyon bloccato da un enorme macigno torno indietro e continuo a salire fino ad incontrare una catena con la scritta “Escursionisti esperti EE”; seguo la via che muterei in EEI dove la I sta per Intrepidi vista l’esposizione della cresta aerea in più punti che si affaccia sulla famosa e “a plomb” Parete Fasana (Eugenio Fasana) sulla quale anche sono tracciate tantissime vie per fare le quali è meglio farsi promuovere dal classico II UIAA ad almeno un francesissimo 6a (vedi Paolo e Sonja). Ridisceso dalla parte opposta (W) alla Forcella dei Corni, con qualche titubanza per via di esposizione e assenza di qualunque protezione, rientro a San Tomaso con un bellissimo percorso mai fatto prima che transita dalla Colma di Ravella e per l’Acqua del Fò nel fresco del bosco e in un concerto di cinguettìi vari; si snoda al fianco di uno degli affluenti del Torrente Inferno che ha la sola colpa di rendere le pietre del fondo del sentiero estrememente viscide e pericolose.
Giungo all’auto abbastanza contento (c’è sempre qualcosa che manca, accidenti), stanco come mai e anelante nell’ordine a: una bella birra, un mega-gelato e una doccia calda. Concretizzerò tutto ciò dopo un’ora e mezza!
Ciao Corni di Canzo, grazie!
Note: Un’accurata descrizione di buona parte del percorso potete trovarla su questa relazione ad opera di Federico e in quella di
patripoli & Co.
Ulteriori info molto dettagliate e foto qui: http://www.vieferrate.it/ferratacornorat.htm
I tempi:
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Parcheggio Valmadrera |
0 |
0 |
Base Ferrata Corno Rat |
1:05 |
1:05 |
Vetta Corno Rat |
1:15 |
2:20 |
Vetta Corno Orientale |
1:23 |
3:42 |
Vetta Corno Centrale |
1:01 |
4:43 |
Parcheggio Valmadrera |
2:00 |
6:43 |
Pillole….in catene:
Dislivello 1146 m
Lunghezza totale 10,5 km
Tempo totale lordo 6h43’

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