Piz Cavriola da San Bernardino
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ivanbutti Con ferie a disposizione anticipo l'uscita xchè oggi il tempo sembra meglio. Ritorno con piacere in Val Vignun, una valle che mi piace particolarmente, con un paio di mete possibili. All'arrivo ci sono nubi basse, ma fortunatamente svaniscono quasi subito e, a parte qualche cumulo da mezzogiorno in poi, sarà una bella giornata di settembre. A San Bernardino villaggio pare che gli unici parcheggi liberi disponibili siano restati, a parte quelli della seggiovia che sono però al di là dell'autostrada, solo 7 o 8 lungo la cantonale; il piazzale delle Acque Minerali è divieto di sosta, mi pare che vogliano scoraggiare i turisti a fermarsi, mah. Comunque essendo presto il posto lo trovo senza problemi, e così intorno alle 07.40 parto; risalgo da Acubona, transito per la Cassina e percorro tutta la bella valle, ancora quasi totalmente in ombra. Dopo la Motta de Caslasc cerco dei bolli bianco blu sulla dx, immaginando che qui porti il cammino marcato che avevamo incontrato lo scorso anno salendo al Piz Motton via Bocchetta de Curciusa; l'idea sarebbe infatti quella di salire il Piz de la Lumbreida seguendo questi bolli. Arrivo però in fondo alla valle, allo Strecc, ma non trovo nulla; proseguo un pò ma niente; torno indietro, riguardo ma nessun segno. Non avendo studiato bene il percorso passo allora al piano B, il Piz Cavriola; anche lì non ho studiato bene ma il cammino è evidente, lo si intuisce bene già transitando sul fondo della Val Vignun. Per non perdere dislivello lascio il sentiero di fondovalle e mi incammino traversando su prato e pascolo magro; c'è un tratto molto ripido ed insidioso anche x la presenza di erba alta (da qui il T5 come valutazione), per fortuna sono solo pochi minuti e l'erba è asciutta, x il resto si viaggia bene tra roccette e pascolo magro mai troppo ripido; percorrendo i vari valloncelli occorre non poco prima di arrivare sotto il canalino che porta al Cavriola. Mi fermo a studiare il percorso; il primo tratto è uno sfasciume ripidissimo, x cui lo evito stando a dx dove è sempre ripido ma senza sfasciume. Superato lo sfasciume entro nel canalino, ora di roccia, sempre molto ripido; salgo a gattoni, senza bacchette, stando tutto sulla dx; vorrei anche lasciare lo zaino ma non trovo dove metterlo; arrivo così alla cresta dalla quale mi tengo piuttosto distante, credo che da lì ci sia un salto di un centinaio di metri; ora trovo un punto un pò meno ripido dove lasciare lo zaino e così, con cautela, faccio il traverso di una cinquantina di metri che mi porta in vetta; è sempre molto ripido, per cui resto seduto e non faccio neanche foto per non sbilanciarmi, c'è anche un discreto venticello e uno sbandamento avrebbe conseguenze assai dolorose; ripercorro il traverso e il tratto roccioso del canalino, quest'ultimo in modo poco elegante ma efficace con sedere a terra. In discesa scelgo di percorrere lo sfasciume ripido, è roba fine che si muove ma non è pericoloso, basta non ci sia nessuno sotto. Arrivato sui prati del Ciaton del Vignun tiro un sospiro di sollievo, avendolo di fronte a me credo che sarebbe stata più semplice la risalita della Lumbreida, ma ormai è andata. Ora percorro a ritroso la Val Vignun ma restando alto, seguendo le evidenti tracce lasciate dalle mucche che qui evidentemente salgono a pascolare (oggi incontrata una bella mandria sotto la Cassina); ravano un pò per attraversare il valloncello piuttosto profondo che scende dalla foppa tra le due cime del Piz Uccello, ma poi riguadagno facilmente le tracce delle mucche che mi portano al grande omone di quota 2382 sotto la Cima Sud. Qui mi fermo per la veloce pausa pranzo, ormai sono passate le 13, dopo di che percorro in scioltezza il sentiero che mi riporta prima alla Cassina e poi all'auto. Bella giornata di montagna, sempre bella Val Vignun.
Tourengänger:
ivanbutti
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