Cima di Pinadee (2486 m) – Colma (2406 m) – Cima Sgiu (2375 m): Alta Via Valle Carassina
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Impossibilitato dalle circostanze a mettere in opera il giro previsto (neve fresca sopra i 2700, vento forte non preventivato e cappa costante di dense nubi, anch’esse totalmente impreviste), dato che ormai sono nei dintorni della Carassina, mi viene in mente che a fianco della Cima di Bresciana, salita il 30-05-2011, si trova un’altra montagna che presto o tardi avrei comunque desiderato conoscere, la Cima di Pinadee. E se non ricordo male, la catena continua poi verso un’altra vetta, la Cima Sgiu: si presenta quindi una bella ed improvvisata occasione di concatenare le due cime.
Percorro quindi la Carassina fin sotto la verticale del Monte Amianto, cioè poco prima di raggiungere l’Alpe Bresciana. Più o meno dovremmo esserci, per una salita diretta alla Cima di Pinadee.
La salita non è solo diretta, è addirittura direttissima: la linea che piace a me, senza mai perdere tempo, senza concedersi deviazioni su nessuna delle due creste: dall’asse di legno che valica il Ri di Carassino alla vetta, inizialmente su bassa vegetazione (mai bosco). Poi, dopo aver superato la pietraia posizionata sotto la cuspide sommitale, è presente anche qualche passaggio dove, seppur elementarmente, bisogna aiutarsi con le mani: questo tipo di salita mi ha ricordato un po’ il Ricuca, anche se qui le difficoltà sono minori (T4 – I).
È prestissimo, mi crogiolo un po’ in vetta e, durante queste tergiversazioni faccio tempo a notare, in direzione della Cima di Bresciana, alcuni bolli blu. Penso, “saranno i soliti fanatici del segnare tutto a tutti i costi…”. Qualche sospetto in più mi sarebbe dovuto venire immediatamente, dato che il principale dei tre ometti di vetta presenta un tettuccio colorato di blu. Ma per ora non ci penso e mi godo il sole ed il panorama (magnifico sul lato della Val di Blenio), pur sferzato dal vento.
Quando si tratta di ripartire, dato che la prossima meta si trova a NNW, prendo la cresta N (e non il pendio ENE da cui sono salito) della Cima di Pinadee. Immediatamente si palesano parecchi bolli bianco-blu… “I fanatici hanno colpito ancora…” penso. Quando poi mi ritrovo una targhetta degli stessi colori infissa nella roccia (e anche alcuni "aiuti artificiali"), mi viene in mente che sul fondovalle della Carassina c’è un cartello che parla di “Alta Via”. Vuoi vedere che ci sono sopra senza nemmeno saperlo?
A questo punto, ormai intontito dal martellante stillicidio di bolli, mi convinco che per raggiungere la prossima meta dovrò giocoforza fare i conti con questa marcatura. Arrivato alla Forca di Pinadee, questa diventa una certezza.
In mezzo, prima della Cima Sgiu, c’è una bellissima montagna rossa (saprò poi che si chiama Colma; ma non è una colma, è una montagna vera e propria, di gran fascino). Originariamente, cioè dall’osservazione fatta dalla Cima di Pinadee prima di scoprire l’esistenza dell'Alta Via, avevo in mente di salirla da una canalino sulla destra. L’Alta Via, invece, va su diretta sullo spigolo Sud, ed allora, visto l’ingente spiegamento di mezzi (scalini artificiali, corde fisse, appigli d’acciaio…) e la fatica che questo sarà costata, ripongo lo spirito d’avventura e mi riciclo in percorritore di alte vie. Salgo sullo spigolo grazie agli aiutini e da questo momento, senza dover più fare lo sforzo di cercarmela - la via - seguo quella già preparata. Una specie di gps sul terreno…
Ci sono anche dei passaggi “arditi”, senza i quali, onestamente, avrei cercato in altri modi l’aggiramento dell’ostacolo. Una cengia sul vuoto, un paio di diedri verticali, con scalini e funi metalliche a più non posso: insomma, in fin dei conti un gran bel lavoro. Di mia iniziativa non sarei andato a cercare una cresta di questo tipo, ma visto che ci sono, me la godo, assaporando ogni singolo passaggio. Qualche cima secondaria non è toccata dall’Alta Via e allora vado su “in libera” (cioè senza marcatura). Una però mi sembra un po’ troppo complessa da tutti i lati ed allora mi limito ad evitarla, come fa anche l’Alta Via.
In breve raggiungo l’anticima e subito dopo la vetta della Cima Sgiu. Immagino che l’Alta Via ora digradi e scenda sul fondovalle della Carassina. Invece no, mi aspettano altre due ore di creste (prima) e di ripido sentiero talvolta a picco su Olivone (poi), perché l’Alta Via continua verso Nord fino al Bacino di Carassina. Il lato positivo di tutto ciò è che mi viene risparmiata integralmente la lunga strada di fondovalle.
Passata la corona della diga (nella cui parte terminale bisogna superare dall’interno il gabbiotto degli addetti ai lavori) seguo poi una traccia a mezza costa e, quando questa si perde, salgo sulla strada della Carassina ormai a meno di un minuto dall’auto posizionata ai Prati di Compietto. Si può però salire più comodamente anche mediante un breve sentierino che parte alla fine della diga.
Un’Alta Via scoperta un po’ per caso: pur preferendo altri tipi di percorsi, devo comunque ammettere che il lavoro è fatto a regola d’arte e sotto ogni aspetto fruibile e godibile.
Tempi:
Prati di Compietto – Cima di Pinadee (versante ENE): 2 ore e 45’
Cima di Pinadee – Colma - Cima Sgiu (Alta Via): 2 ore e 45’
Cima Sgiu – Prati di Compietto (Alta Via): 2 ore
PS Dopo aver riletto la relazione di stellino, un plauso ed un ringraziamento ancora maggiore a tutti coloro che con impegno e con fatica hanno partecipato alla realizzazione di questa opera (pur con tutte le riserve soggettive che ho espresso e che non saranno sfuggite agli attenti lettori).

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