Alta Via Val Carassino
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In occasione della salita all'Adula con il corso introduzione avevamo avuto occasione di parlare con la gerente della capanna Adula UTOE della nuova Alta Via della Val Carassino, la signora ce l'aveva tanto magnificata che ci era rimasta la voglia e la curiosità di andare a provarla.
La meteo svizzera promette per questa domenica un tempo, finalmente, magnifico, Daniela da forfait ma io e Monica ci siamo: ritrovo alle 6,30 a Gaggiolo, alle 8,30 abbiamo gli scarponi ai piedi e raggiungiamo la diga di Compietto, con qualche difficoltà passiamo per la porticina, veramente stretta, che permette di accedere alla corona della diga e sul versante opposto risaliamo il bosco seguendo le numerose indicazioni bianco - blu, abbiamo qualche momento di incertezza quando il sentiero si interrompe per aggirare due enormi larici caduti ma, poco oltre, ritroviamo i segnavia ed in breve raggiungiamo la Cresta di Cadèbia, qui la pendenza si fa subito notevole, a destra poi si hanno spesso delle aeree visioni sulla sottostante Valle di Blenio, il sentiero sale ripido alternando gradoni decisamente molto alti, tratti di roccette ed erto sentiero.
Finalmente usciamo dal bosco e possiamo ammirare il panorama: alle nostre spalle il Sosto è una visione fantastica illuminato com'è dal sole, tutt'intorno una miriade di cime e neppure una nuvola.
Unico neo abbiamo il sole proprio negli occhi e questa è un po' fastidioso ma comunque meglio averlo negli occhi che nascosto dalle nuvole!
Il sentiero corre sulla cresta erbosa, a destra il precipizio sulla valle è notevole mentre a sinistra è meno accentuato.
Incontriamo un primo cavo che permette di abbassarsi in sicurezza sul lato Val di Blenio su un'esposta cengia erbosa, poi riguadagniamo lo spartiacque con qualche passo su roccette,
Da qui la cresta si fa per lo più rocciosa, incontriamo i primi infissi che aiutano a superare un tratto in discesa verticale ed esposto poi il percorso diviene più semplice ed arriviamo alla Cima di Sgiu, si scende dal versante opposto incontrando tranquilli tratti erbosi e severi tratti su roccia, gli infissi metallici ed i cavi sono messi con parsimonia e non sono certo sovrabbondanti, aiutano a superare alcuni tratti verticali in discesa, nonostante il percorso sia ben segnato il maltempo ha scolorito alcuni bolli per cui in un paio di occasioni sbagliamo via: fra l'altro è abbastanza naturale stare in cresta, dove vi sono sempre delle tracce di passaggio, ma in almeno un paio di occasioni la via evita alcuni risalti rocciosi per aggirarli sul versante Val Carassino così ci troviamo su dei salti verticali da cui sarebbe possibile scendere solo in corda doppia.
Troviamo i traversi sui ripidi, e spesso esposti, prati del versante di Val Carassino, molto più adrenalinici dei tratti in roccia, come dice Monica, per percorrerli tranquillamente occorre avere del DNA di capra, specie se il fondo dovesse essere umido, per fortuna oggi la giornata è splendida.
Saliamo alla Colma che è caratterizzata da una magnifica e ruvidissima roccia rossa, discendiamo poi alla Forca di Pinadee e poi eccoci impegnati a risalire all'omonima cima.
Fra una vetta e l'altra comunque vi sono innumerevoli risalti per cui è un continuo salire e scendere, con una giornata così però la fatica non si sente!
Sulla Cima di Pinadee ci concediamo una breve sosta poi, in discesa perdiamo la traccia per cui ci ritroviamo a risalire di nuovo verso la cima finchè non ritroviamo il percorso giusto, raggiungiamo la Cima di Bresciana, stanchezza e fame iniziano a farsi sentire ma decidiamo di proseguire per mangiare alla fine della via.
Finalmente eccoci alla cappella nei pressi della capanna Adula CAS, diamo fondo alle cibarie e poi ci concediamo un caffè alla vicina capanna.
Ora non ci resta che ridiscendere la lunghissima Val Carassino lungo la carrareccia, quest'anno è la terza volta, alle 18 partiamo alla volta di casa.
Magnifica gita in una giornata finalmente splendida, il percorso non è banale ma la valutazione T6 dataci dalla gerente della capanna Adula UTOE è decisamente esagerata, diciamo che è un T5-, comunque assolutamente sconsigliabile con tempo umido.
Gli infissi ed i cavi ci sono ma non sono certo sovrabbondanti: su tutto il percorso, ad occhio, non ci sono che un 150 - 200 metri di cavo metallico ed una cinquantina di infissi, diciamo che i "puristi" non hanno queste gran ragioni di lamentarsi.
Tenete presente che di acqua, essendo in cresta, non ce n'è proprio: io ho portato 2,5 litri di liquidi e sono serviti tutti.
Il gerente della capanna Adula CAS ci ha detto che è previsto un prossimo rifacimento dei bolli segnavia visto che pare sia frequente sbagliare percorso.
Tempo di percorrenza dell'Alta Via: dalla diga di Compietto alla cappella circa 6,45 soste comprese.
La meteo svizzera promette per questa domenica un tempo, finalmente, magnifico, Daniela da forfait ma io e Monica ci siamo: ritrovo alle 6,30 a Gaggiolo, alle 8,30 abbiamo gli scarponi ai piedi e raggiungiamo la diga di Compietto, con qualche difficoltà passiamo per la porticina, veramente stretta, che permette di accedere alla corona della diga e sul versante opposto risaliamo il bosco seguendo le numerose indicazioni bianco - blu, abbiamo qualche momento di incertezza quando il sentiero si interrompe per aggirare due enormi larici caduti ma, poco oltre, ritroviamo i segnavia ed in breve raggiungiamo la Cresta di Cadèbia, qui la pendenza si fa subito notevole, a destra poi si hanno spesso delle aeree visioni sulla sottostante Valle di Blenio, il sentiero sale ripido alternando gradoni decisamente molto alti, tratti di roccette ed erto sentiero.
Finalmente usciamo dal bosco e possiamo ammirare il panorama: alle nostre spalle il Sosto è una visione fantastica illuminato com'è dal sole, tutt'intorno una miriade di cime e neppure una nuvola.
Unico neo abbiamo il sole proprio negli occhi e questa è un po' fastidioso ma comunque meglio averlo negli occhi che nascosto dalle nuvole!
Il sentiero corre sulla cresta erbosa, a destra il precipizio sulla valle è notevole mentre a sinistra è meno accentuato.
Incontriamo un primo cavo che permette di abbassarsi in sicurezza sul lato Val di Blenio su un'esposta cengia erbosa, poi riguadagniamo lo spartiacque con qualche passo su roccette,
Da qui la cresta si fa per lo più rocciosa, incontriamo i primi infissi che aiutano a superare un tratto in discesa verticale ed esposto poi il percorso diviene più semplice ed arriviamo alla Cima di Sgiu, si scende dal versante opposto incontrando tranquilli tratti erbosi e severi tratti su roccia, gli infissi metallici ed i cavi sono messi con parsimonia e non sono certo sovrabbondanti, aiutano a superare alcuni tratti verticali in discesa, nonostante il percorso sia ben segnato il maltempo ha scolorito alcuni bolli per cui in un paio di occasioni sbagliamo via: fra l'altro è abbastanza naturale stare in cresta, dove vi sono sempre delle tracce di passaggio, ma in almeno un paio di occasioni la via evita alcuni risalti rocciosi per aggirarli sul versante Val Carassino così ci troviamo su dei salti verticali da cui sarebbe possibile scendere solo in corda doppia.
Troviamo i traversi sui ripidi, e spesso esposti, prati del versante di Val Carassino, molto più adrenalinici dei tratti in roccia, come dice Monica, per percorrerli tranquillamente occorre avere del DNA di capra, specie se il fondo dovesse essere umido, per fortuna oggi la giornata è splendida.
Saliamo alla Colma che è caratterizzata da una magnifica e ruvidissima roccia rossa, discendiamo poi alla Forca di Pinadee e poi eccoci impegnati a risalire all'omonima cima.
Fra una vetta e l'altra comunque vi sono innumerevoli risalti per cui è un continuo salire e scendere, con una giornata così però la fatica non si sente!
Sulla Cima di Pinadee ci concediamo una breve sosta poi, in discesa perdiamo la traccia per cui ci ritroviamo a risalire di nuovo verso la cima finchè non ritroviamo il percorso giusto, raggiungiamo la Cima di Bresciana, stanchezza e fame iniziano a farsi sentire ma decidiamo di proseguire per mangiare alla fine della via.
Finalmente eccoci alla cappella nei pressi della capanna Adula CAS, diamo fondo alle cibarie e poi ci concediamo un caffè alla vicina capanna.
Ora non ci resta che ridiscendere la lunghissima Val Carassino lungo la carrareccia, quest'anno è la terza volta, alle 18 partiamo alla volta di casa.
Magnifica gita in una giornata finalmente splendida, il percorso non è banale ma la valutazione T6 dataci dalla gerente della capanna Adula UTOE è decisamente esagerata, diciamo che è un T5-, comunque assolutamente sconsigliabile con tempo umido.
Gli infissi ed i cavi ci sono ma non sono certo sovrabbondanti: su tutto il percorso, ad occhio, non ci sono che un 150 - 200 metri di cavo metallico ed una cinquantina di infissi, diciamo che i "puristi" non hanno queste gran ragioni di lamentarsi.
Tenete presente che di acqua, essendo in cresta, non ce n'è proprio: io ho portato 2,5 litri di liquidi e sono serviti tutti.
Il gerente della capanna Adula CAS ci ha detto che è previsto un prossimo rifacimento dei bolli segnavia visto che pare sia frequente sbagliare percorso.
Tempo di percorrenza dell'Alta Via: dalla diga di Compietto alla cappella circa 6,45 soste comprese.
Hike partners:
paoloski

Communities: Hikr in italiano
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