pm1996:
Una premessa bisogna farla :
Valle incantevole e selvaggia, per chi sa apprezzare questo mondo fatto di boschi acqua e roccia. Una traccia a volte percettibile e a volte no, fatica nel salire, alberi caduti da aggirare e la vegetazione che avanza , poi cielo neve nuvole e un mondo straordinario.
Quando l’avevo notata la prima volta “la montagna”, ritornando dall’uscita del Piz de la Lumbreida, mi era rimasta impressa , poi ancora al ritorno dal Passo del Laghetto cercando di salire all’Adula, questo Ramulazz con il suo pendio, bisognava farlo !
In ritardo?
Forse ?
Evitavamo lo spallaggio fino all’alpe, ma “ce la siamo goduta”.
“Wild”.
Come sempre Fabio ottimo compagno e ottimo segugio.
Poco dopo Rossa paesino della Val Calanca siamo costretti a parcheggiare la macchina, una valanga ostruisce la strada.
Da qui incomincia la nostra gita .
La strada ora priva di neve costeggia la valle, la percorriamo fino a Valbella 1334 m. dove si stacca un sentierino poco visibile che sale subito ripido nel bosco. Seguiamo la segnaletica sbiadita e a volte inesistente (anche a causa della neve) fino ad arrivare all’Alp de Remolasch 1830 m.
Passato un bosco rado su un valloncello calziamo gli sci . La valle si apre , più intuitiva, risaliamo, (Pianon de Remolasch) fino alla q. 2363 m., poi con un traverso verso la q. 2407 m. Ora puntiamo al Passo del Remulazz 2615 m.. L’ultimo tratto rimane ripido, ma si percorre con gli sci sbucando alla croce rossa. Proseguiamo sul pendio orientato a Nord-Ovest e immersi nella nebbia puntiamo la cresta sud .
Sempre con gli sci passiamo sopra una grossa cornice e arriviamo alla vetta (6 ore ).
Ci accontentiamo di quello che si vede.
Una stretta di mano e cambiamo assetto e ci godiamo la discesa.
Un po’ di ravano attorno al Rià de Remolasch con una risalita di un centinaio di metri verso l'alpe omonima poi pausa .
Birra !!!
Da qui per il ritorno optiamo una via di discesa alternativa.
Ad intuito e aiutati dal gps e da qualche bollo qua e la arriviamo a Pian de l’Isolan poi per strada agropastorale verso Valbella e Rossa.
Calanca Valley sei fantastica assomigli al “mio”Alto Lario !
Video
tapio:
Il dr. Ludwig Darmstädter (quello del famoso canalone nella parete SW dell’Adula), nelle sue peregrinazioni dell’estate 1892 con le guide J. e G. Stabeler, arrivò sulla Cima Nord del Pizzo del Ramulazz e vi trovò già un grande ometto di pietra. Mi piace pensare che sia lo stesso corposo ometto che vi abbiamo trovato noi 122 anni più tardi, incurante delle intemperie e degli “interventi” umani, guardiano di antica data della montagna che domina (non da sola) la Val Calanca e la Val Combra.
Certo, l’ometto di vetta è solo l’apice di una lunga gita da gustare passo dopo passo, sia dalla “ruspante” e diretta via di salita (Valbella – P. 1594 - Alp de Remolasch) sia dalla più dolce via di discesa (Alp de Remolasch – Pian de l’Isolan – Valbella).
Come già ben evidenziato da Paolo, la Val Calanca è davvero un gioiello selvaggio ed il fatto di averla sempre lasciata al margine dell’una o dell’altra gita me la fa apprezzare ancora di più ora.
Metà dislivello con gli sci ai piedi, l’altra metà sullo zaino: ma se si vuole sentire la brezza della libertà, queste cose si fanno. La libertà non ha prezzo.
Grazie Paolo per averlo proposto: era da più di tre mesi che curavo quel pendio, e anche se – di “quel pendio” – ne abbiamo sciato solo una piccola parte (trecento metri sì e no), valeva davvero la pena. Anche per tutto il resto!
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