Pizzo Caldözz (2682 m) - Pizzo Pianaccio (2832 m)
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Era un tardo autunno della metà degli anni 2000 quando ammirai per la prima volta la stupenda snella punta del Pizzo Pianaccio che svettava prepotente dal dimenticato Alp de Remolasch. Allora mi proposi che un giorno o l’altro avrei asceso questo maestoso massiccio, passando appunto per il suo versante più elegante, ossia quello calanchino.
Di buon mattino ci inoltriamo da Valbella (1334 m) sullo sterrato di fondovalle che porta a Pian d’As. Poco prima di calpestare il Pian de l’Isolan, in prossimità della radura di quota 1338 m, (c’è una staccionata di legno) cominciamo le ricerche della traccia dell’antico sentiero.
Lasciamo dunque la carrozzabile e scavalchiamo un cumulo di terra per addentrarci nel bosco. Dopo qualche metro scorgiamo l’ometto di sasso che sancisce l’inizio del vecchio sentiero che porta all’alpe. Seguiamo l’evidente traccia fino a guadare il Rià de Remolasch (a quota 1500 m ca.) dopodiché le tracce si perdono dapprima tra gli sterpi e poi nel fitto Bosch de Valbella, per poi ricomparire nitide solo verso quota 1700 m. Tra queste due quote bisogna giocare di altimetro e lettura di carta per non farsi ingannare dai numerosi sentieri di capre. Un buon riferimento è quello di tenersi sempre appena a ridosso della costa/scogliera che sporge su Valbella (ben evidente sulla CN). A quota 1700 m ca. di piega decisamente a destra e le tracce ridiventano molto marcate. Con stupore, proprio nei pressi di questa quota, notiamo delle altre tracce di sentiero, con tanto di segnavia, che sembrano salire diretti da Valbella (eppure sulla mia CN non c’è segnato nulla). Scopriremo più avanti la storia di questo tracciato. Ora seguendo appunto le comode pennellate bianco-rosse il percorso si fa meno intricato ed in breve raggiungiamo l’appartata cascina dell’Alp de Remolasch (1839 m).
Il cielo è limpido e da questo poggio si comincia ad intravede, lassù sopra le conifere, la magnifica guglia dell’anticima del Pizzo Pianaccio, così come me la ricordavo. Proseguiamo sempre seguendo le tracce di sentiero (senza più segnavia) che ci permettono così di raggiungere senza troppa fatica il Pianon de Remoslasch, ovvero idilliache e maestose praterie d’alta quota. Qui di nuovo le orme si perdono, ma il paesaggio è talmente aperto e ampio che si può procedere a piacimento puntando verso la quasi sempre visibile Bocchetta del Ramulazz. Tenendoci perlopiù sotto le pareti del Pizzo del Ramulazz ed infine per un ripido pendio detritico tocchiamo la croce di ferro rossa della Bocchetta del Ramulazz S (2615 m). La croce custodisce un diario e lasciamo con piacere le firme del nostro passaggio, non senza scrutare di tanto in tanto gli stambecchi ed i camosci che ci zampettano appena sopra le nostre teste.
Sempre su un pendio perlopiù detrito, con traversata pianeggiante, guadagniamo anche la vicina Bocchetta di Caldözz (2588 m), scortati da un simpatico gregge di capre. 15 minuti ca. da Passo a Passo.
Dopo un’altra breve sosta attacchiamo la prima meta di giornata. Un sentierino di camosci ci agevola la salita lungo l’erboso crinale E della vetta e così in poco più di 10 minuti ci troviamo sull’aerea cresta sommitale. Proseguiamo sempre sul filo (ora roccioso) con leggeri spostamenti sul versante dalla Val Combra (qui terreno erboso molto esposto) per superare dei dentelli ed infine raggiungiamo il punto più alto del massiccio, ovvero il Pizzo Caldözz (2682 m).
Non ci fermiamo per nulla, poiché da qui l’obbiettivo di giornata ci appare molto distante. Ridiscendiamo dunque per lo stesso percorso alla Bocchetta di Caldözz da dove cominciamo un’interminabile traversa su pietraie sempre mantenendoci attorno alla quota 2580 m ca. (versante Val Madra). Appena sotto la verticale della Cima 2827 m del Pianaccio, iniziamo una lieve ascesa in diagonale per puntare verso l’evidente intaglio sulla cresta NNW del pizzo. Si tratta di fatto di risalire un corto canalino non troppo ripido ma pur sempre franoso. Da qui non ci resta che arrampicarci su per gli ultimi 80 metri della rocciosa cresta NNW. I primi 50 metri sono quelli più verticali ma la roccia risulta ben gradinata e stabile (ci si tiene dapprima piuttosto sulla parte destra). Raggiunta quota 2800 m il pendio si fa più dolce e detritico, e senza più ostacoli, svettiamo sulla cima principale del Pizzo Pianaccio (2832 m).
Qualche foto e poi ci dirigiamo verso la più accogliente cima di quota 2827 m, la quale ospita un grosso ometto di sasso che si scorge anche dai pianori del Pianon de Ramolasch. Le due cime sono separate da una cresta pressoché pianeggiante, che spiove però dalla parte calanchina, mentre degrada più docile sul versante della Val Madra. Gli strapiombi del versante calanchino ci impressionano a dir poco…
Sul percorso di rientro non c’è molto da dire. Ripercorriamo pressoché la stessa via di salita fin sotto l’Alp de Remolasch.
A quota 1700 metri decidiamo dunque di seguire le tracce di sentiero con segnavia che presumibilmente portano dirette a Valbella. Le tracce non sono sempre evidenti, ma i segnavia facilitano la ricerca e così dopo aver perso oltre 300 metri di dislivello sbuchiamo d’incanto sopra il parcheggio, a ridosso di 2 rustici. Qui ci fermiamo a discorrere con una gentil signora e cogliamo l’occasione per chiedere lumi su questa antica traccia con segnavia che porta su ai pascoli. In effetti ci conferma che si tratta di un vecchio sentiero poi demarcato qualche anno fa, ma non segnalato con cartelli indicatori ufficiali dal basso (va detto che la CN datata 2008 lo riporta). Poco prima del parcheggio (quello nei pressi della barriera) c’è un cartello indicatore - Trescolmen e Pass di Passit; all’altezza di questo cartello si sale un’evidente sentiero che porta letteralmente ad attraversare il giardino di uno dei due rustici sopracitati (dal basso sembra solo l’acceso al rustico). Scavalcato la staccionata si individua su un tronco di larice un cartello di legno con indicato Remolasch. Solo da questo punto, 30 metri sopra la strada, cominciano i segnavia bianco-rossi, che si addentrano subito nel bosco.
Note:
Vetta:
Ometto di sasso sul Pizzo Pianaccio.
Valbella:
Possibilità di parcheggio poco dopo i rustici di Valbella. La strada non asfaltata che porta a Pian d’As è sbarrata.
Valutazione:
Valbella - Alp de Remolasch (via Pian de l’Isolan): T3 (EE - buon senso dell’orientamento e lettura della CN in quanto la traccia del sentiero non è sempre visibile, nessun segnavia)
Alp de Remolasch - Passo del Ramulazz S - Bocchetta di Caldözz: T4
Bocchetta di Caldözz - Pizz Caldözz: T5 (F)
Bocchetta di Caldözz - Pizzo Pianaccio: T5 (F)
Alp de Remolasch - Valbella (via Mont de la Cot): T3 (EE - traccia di sentiero, segnalato)
Di buon mattino ci inoltriamo da Valbella (1334 m) sullo sterrato di fondovalle che porta a Pian d’As. Poco prima di calpestare il Pian de l’Isolan, in prossimità della radura di quota 1338 m, (c’è una staccionata di legno) cominciamo le ricerche della traccia dell’antico sentiero.
Lasciamo dunque la carrozzabile e scavalchiamo un cumulo di terra per addentrarci nel bosco. Dopo qualche metro scorgiamo l’ometto di sasso che sancisce l’inizio del vecchio sentiero che porta all’alpe. Seguiamo l’evidente traccia fino a guadare il Rià de Remolasch (a quota 1500 m ca.) dopodiché le tracce si perdono dapprima tra gli sterpi e poi nel fitto Bosch de Valbella, per poi ricomparire nitide solo verso quota 1700 m. Tra queste due quote bisogna giocare di altimetro e lettura di carta per non farsi ingannare dai numerosi sentieri di capre. Un buon riferimento è quello di tenersi sempre appena a ridosso della costa/scogliera che sporge su Valbella (ben evidente sulla CN). A quota 1700 m ca. di piega decisamente a destra e le tracce ridiventano molto marcate. Con stupore, proprio nei pressi di questa quota, notiamo delle altre tracce di sentiero, con tanto di segnavia, che sembrano salire diretti da Valbella (eppure sulla mia CN non c’è segnato nulla). Scopriremo più avanti la storia di questo tracciato. Ora seguendo appunto le comode pennellate bianco-rosse il percorso si fa meno intricato ed in breve raggiungiamo l’appartata cascina dell’Alp de Remolasch (1839 m).
Il cielo è limpido e da questo poggio si comincia ad intravede, lassù sopra le conifere, la magnifica guglia dell’anticima del Pizzo Pianaccio, così come me la ricordavo. Proseguiamo sempre seguendo le tracce di sentiero (senza più segnavia) che ci permettono così di raggiungere senza troppa fatica il Pianon de Remoslasch, ovvero idilliache e maestose praterie d’alta quota. Qui di nuovo le orme si perdono, ma il paesaggio è talmente aperto e ampio che si può procedere a piacimento puntando verso la quasi sempre visibile Bocchetta del Ramulazz. Tenendoci perlopiù sotto le pareti del Pizzo del Ramulazz ed infine per un ripido pendio detritico tocchiamo la croce di ferro rossa della Bocchetta del Ramulazz S (2615 m). La croce custodisce un diario e lasciamo con piacere le firme del nostro passaggio, non senza scrutare di tanto in tanto gli stambecchi ed i camosci che ci zampettano appena sopra le nostre teste.
Sempre su un pendio perlopiù detrito, con traversata pianeggiante, guadagniamo anche la vicina Bocchetta di Caldözz (2588 m), scortati da un simpatico gregge di capre. 15 minuti ca. da Passo a Passo.
Dopo un’altra breve sosta attacchiamo la prima meta di giornata. Un sentierino di camosci ci agevola la salita lungo l’erboso crinale E della vetta e così in poco più di 10 minuti ci troviamo sull’aerea cresta sommitale. Proseguiamo sempre sul filo (ora roccioso) con leggeri spostamenti sul versante dalla Val Combra (qui terreno erboso molto esposto) per superare dei dentelli ed infine raggiungiamo il punto più alto del massiccio, ovvero il Pizzo Caldözz (2682 m).
Non ci fermiamo per nulla, poiché da qui l’obbiettivo di giornata ci appare molto distante. Ridiscendiamo dunque per lo stesso percorso alla Bocchetta di Caldözz da dove cominciamo un’interminabile traversa su pietraie sempre mantenendoci attorno alla quota 2580 m ca. (versante Val Madra). Appena sotto la verticale della Cima 2827 m del Pianaccio, iniziamo una lieve ascesa in diagonale per puntare verso l’evidente intaglio sulla cresta NNW del pizzo. Si tratta di fatto di risalire un corto canalino non troppo ripido ma pur sempre franoso. Da qui non ci resta che arrampicarci su per gli ultimi 80 metri della rocciosa cresta NNW. I primi 50 metri sono quelli più verticali ma la roccia risulta ben gradinata e stabile (ci si tiene dapprima piuttosto sulla parte destra). Raggiunta quota 2800 m il pendio si fa più dolce e detritico, e senza più ostacoli, svettiamo sulla cima principale del Pizzo Pianaccio (2832 m).
Qualche foto e poi ci dirigiamo verso la più accogliente cima di quota 2827 m, la quale ospita un grosso ometto di sasso che si scorge anche dai pianori del Pianon de Ramolasch. Le due cime sono separate da una cresta pressoché pianeggiante, che spiove però dalla parte calanchina, mentre degrada più docile sul versante della Val Madra. Gli strapiombi del versante calanchino ci impressionano a dir poco…
Sul percorso di rientro non c’è molto da dire. Ripercorriamo pressoché la stessa via di salita fin sotto l’Alp de Remolasch.
A quota 1700 metri decidiamo dunque di seguire le tracce di sentiero con segnavia che presumibilmente portano dirette a Valbella. Le tracce non sono sempre evidenti, ma i segnavia facilitano la ricerca e così dopo aver perso oltre 300 metri di dislivello sbuchiamo d’incanto sopra il parcheggio, a ridosso di 2 rustici. Qui ci fermiamo a discorrere con una gentil signora e cogliamo l’occasione per chiedere lumi su questa antica traccia con segnavia che porta su ai pascoli. In effetti ci conferma che si tratta di un vecchio sentiero poi demarcato qualche anno fa, ma non segnalato con cartelli indicatori ufficiali dal basso (va detto che la CN datata 2008 lo riporta). Poco prima del parcheggio (quello nei pressi della barriera) c’è un cartello indicatore - Trescolmen e Pass di Passit; all’altezza di questo cartello si sale un’evidente sentiero che porta letteralmente ad attraversare il giardino di uno dei due rustici sopracitati (dal basso sembra solo l’acceso al rustico). Scavalcato la staccionata si individua su un tronco di larice un cartello di legno con indicato Remolasch. Solo da questo punto, 30 metri sopra la strada, cominciano i segnavia bianco-rossi, che si addentrano subito nel bosco.
Note:
Vetta:
Ometto di sasso sul Pizzo Pianaccio.
Valbella:
Possibilità di parcheggio poco dopo i rustici di Valbella. La strada non asfaltata che porta a Pian d’As è sbarrata.
Valutazione:
Valbella - Alp de Remolasch (via Pian de l’Isolan): T3 (EE - buon senso dell’orientamento e lettura della CN in quanto la traccia del sentiero non è sempre visibile, nessun segnavia)
Alp de Remolasch - Passo del Ramulazz S - Bocchetta di Caldözz: T4
Bocchetta di Caldözz - Pizz Caldözz: T5 (F)
Bocchetta di Caldözz - Pizzo Pianaccio: T5 (F)
Alp de Remolasch - Valbella (via Mont de la Cot): T3 (EE - traccia di sentiero, segnalato)
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