Madom da Sgiòf 2265 m e Cima di Nimi 2191 m
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Vista da
cristina
In settimana arriva l’e-mail di Daniele:
”Fate qualcosa di umano domenica?”
Risposta di Marco: “Non so, i programmi li fa Cristina, per cui…”, rispondo anch’io: “Ma che problemi ti fai tanto arrivi ovunque?”
Anche domenica sarà bello per cui dobbiamo sfruttare la giornata, girando su hikr vedo più escursioni accattivanti e alla fine la scelta cade sul Madom da Sgióf. Nome curioso, foto interessanti, e poi quella crestina fino alla Cima di Nimi fa scattare la molla della scelta.
Seguendo le indicazioni delle relazioni di hikr arriviamo al posteggio di Brione e all’inizio del sentiero per Piee senza nessuno svarione sulla strada.
Dopo Pianesc (fantastica la piscina dell’alpeggio, al ritorno la tentazione di fare un tuffo era parecchia!), la salita nel bosco non dà tregua e finché non arriva il sole, si ragiona, dopo di che cominciamo a sudare le classiche sette camicie. Giunti a Matar vediamo la bellissima cascata che arriva dal lago di Starlarèsc, perdiamo una cinquantina di metri e arriviamo al bivio dove prendiamo il sentiero a dx che, manco a farlo apposta, sale sì accanto alla cascata come profetizzato da Marco, e mantiene pure la stessa pendenza. Tanto che in alcuni punti sono stati messi sia dei baselli di legno, sia delle corde per aiutare i malcapitati a salire. Dopo un’abbondante sudata arriviamo ad un pianoro dove vedremo l’unico animale, un camoscio, della giornata, a parte le numerose e grasse formiche sul sentiero. Breve sosta e punto della situazione, mancano circa 100 m per arrivare al lago e alla Capanna di Starlarèsc dove faremo una sosta più lunga. Ora il sentiero è notevolmente più umano e velocemente raggiungiamo la Capanna. Facciamo rifornimento d’acqua e sosta schifezze varie, poi ripartiamo per il P.so di Deva.
Giunti al P.so, Daniele ci informa che non proseguirà per la Cima di Nimi. A questo punto meglio separarsi. Arriviamo così in cima al Madom da Sgióf un po’ prima di lui ma poi tra foto, acqua e chiacchiere con altri due escursionisti fa quasi in tempo ad arrivare che ancora noi non siamo partiti per la cresta. Mentre scendiamo ci conferma che ci aspetterà in cima per cui noi proseguiamo.
La cresta ottimamente segnata in bianco e azzurro è molto divertente, con facili tratti di arrampicata e alcuni punti attrezzati con catene e fittoni. Su questi percorsi non siamo veloci e procediamo con molta cautela, tra andata e ritorno ci impieghiamo poco più di un’ora, se ci fosse un sentiero normale lo stesso percorso si farebbe in meno di un’ora, penso. Come dicevo cresta divertente, ma da non sottovalutare. Ci sono più punti esposti, per cui un minimo di abitudine a questi percorsi bisogna averla.
Tornati al Madom da Sgióf scendiamo a Motarϋch e al bivio, volendo evitare la ripida salita accanto alla cascata, andiamo a dx in direzione dell’Alpe di Sgióf, senza però raggiungerla. Un lungo ma rilassante traverso nel bosco ci riporta al bivio della mattina sotto Matar chiudendo l’anello. Risaliamo ora faticosamente i 50 m che ci riportano all’alpeggio dopo di che con lo stesso sentiero di salita torniamo a Pianesc, Piee e quindi a Brione.
Bellissima escursione che, nonostante la quota non elevata ha tutte le caratteristiche di alta montagna. E come immaginavamo Daniele, ottimo compagno di escursioni, nonostante il poco allenamento ha retto bene il giro, alla prossima.
Vista da
Marco27
Per dovere di cronaca, cominciamo a correggere l’antefatto copincollando dalla casella e-mail:
Daniele : ”Qualcuno di voi ha programmi "umani" per una camminata in montagna??”
Risposta mia : “Programmi si, quali boh, umani..... siccome li fa Cristina lo escluderei......”
Ma Daniele non è uno che si fa intimorire e siccome ci si conosce ormai da tempo, quando fa certe domande, conosce già le risposte.
Partiamo piuttosto spediti (probabilmente troppo), su quello che presto si rivelerà un vero e proprio muro da scalare…. Almeno io l’ho vissuto così. A ogni gradino un po’ più alto degli altri, le mie ginocchia mi ricordano il giro di ieri, ma per fortuna è una sensazione che dura poco, e dopo una mezz’ora, tutto si mette a funzionare come deve.
Per fortuna il sentiero si mantiene sempre nel bosco, altrimenti sarebbe stato un bel dramma; ogni volta infatti che la vegetazione si dirada e un raggio di sole la penetra, sembra di entrare in un girone dantesco, con temperature di molto superiori a quelle che, almeno io, posso sopportare. Così, ogni volta che esco al sole, mi metto praticamente a correre per ritrovare l’ombra.
Faticosamente, ma tutto sommato abbastanza velocemente, giungiamo a Matar, dove davanti a noi si para la bellissima cascata che dal lago di Starlarèsc precipita fragorosamente a valle in una miriade di salti che generano altrettante allettanti vasche di acqua limpida. Tanto per dire la scemenza del giorno, suppongo che il sentiero salirà di fianco alla cascata, al sole e con altrettanta pendenza.
Giusto il tempo di abbassarsi quella cinquantina di metri, attraversare sul versante opposto della valle, e lasciare a sinistra il sentiero che conduce all’Alpe di Sgióf, che ci rendiamo conto che il sentiero sale esattamente in quel modo. Tocca scammellare (per dirla alla
barbacan ) proprio su di li. Per fortuna i pendii non sono mai così ripidi come appaiono guardandoli da lontano, e, pur con grande fatica, raggiungiamo un pianoro poco sotto il lago di Starlarèsc. Facciamo una breve pausa per consultare la cartina e vedere di che morte ci tocca morire. Sembra invece che da qui la pendenza si plachi, e che il lago e l’omonima capanna siano ormai a un tiro di schioppo.
Raggiunta la capanna, ci concediamo una sosta più consistente, ci rifocilliamo un poco e, dopo aver ricostituito le riserve idriche, ripartiamo alla volta del Passo di Deva. Ormai qualsiasi pendenza umana ci appare come un tratto pianeggiante, per cui anche il passo viene raggiunto abbastanza velocemente; da qui si vede bene il pendio da risalire per arrivare in vetta.
Daniele decide che il Madom da Sgiof, sarà la sua unica cima, per cui, volendo tentare la crestina che porta alla Cima di Nimi, ci dividiamo, in modo da ridurre il più possibile i tempi. Raggiunto il Madom da Sgiof (cosa che si poteva evitare dovendoci comunque tornare dopo), ripartiamo quasi subito alla volta della Cima di Nimi.
Gli gneiss che ci hanno accompagnato fin qui, lasciano il posto a gneiss di natura granitica che rendono la progressione oltremodo sicura. La cresta non è per nulla difficile, ma non va comunque sottovalutata perché alcuni passaggi sono veramente molto esposti e non bisogna distrarsi un istante. Alcuni tratti sono aiutati da catene, o da cataste di sassi sistemati in modo da facilitare la salita; a ciò, si unisce la già citata grande tenuta della roccia che aiuta non poco.
Cerchiamo di fare tutto il percorso il più velocemente possibile per non far aspettare troppo Daniele (che dal Madom da Sgiof ci scatta pure qualche foto), e anche perché il giro che abbiamo in mente per scendere è tutt’altro che breve.
Raggiunto Daniele, scendiamo verso Motarϋch, dove decidiamo di evitare il ripido sentiero di salita e quindi di procedere verso l’Alpe di Sgióf. Superatala, rientriamo nel bosco, dove ci fermiamo per la pausa pranzo, doverosamente all’ombra.
Raggiunto il bivio della mattina, e quindi risaliti fino a Matar, intraprendiamo la ripida discesa alla volta di Pianesc, meno scassa ginocchia di come ce la eravamo immaginata salendo.
Raggiungiamo velocemente Pianesc (dove fantastichiamo sulla piscina/sdraio/pinta di birra) e quindi in breve siamo all’auto.
Bellissima giornata e bellissimo ambiente; finalmente un po’ di larice, rododendro, brugo e mirtillo….. mi mancavano da troppo tempo.
Un grazie a
gbal e
igor che ci hanno ispirato questo bellissimo giro.
Vista da
Daniele
Tralascio un'ulteriore descrizione dell'itinerario, già doviziosamente illustrato...
Dopo più di due mesi dall'ultima uscita in montagna, finalmente una domenica libera e con previsioni meteo ottime. Accetto volentieri la proposta dei miei due soci... volentieri, ma con un po' di timore: l'allenamento è un po' scarso, e le escursioni di Cristina e Marco non sono mai banali (se seguite i loro report su Hikr, sapete di cosa sto parlando). Ma è proprio questo che mi piace dell'andare in montagna con loro, ed anche questa volta è uscito un giro "sostanzioso" che ha riempito una bella domenica.
Per quanto mi riguarda ho evitato, un po' a malincuore, la Cima di Nimi (per non esagerare) ed ho passato una bella oretta a fare foto, ammirare i numerosi parapendii che volteggiavano in zona nonchè, ovviamente, il bel panorama.
Grazie ancora a Cristina e Marco per la bella giornata... alla prossima!
DATI GPS
Dislivello 1836 m
Km 15,2

In settimana arriva l’e-mail di Daniele:
”Fate qualcosa di umano domenica?”
Risposta di Marco: “Non so, i programmi li fa Cristina, per cui…”, rispondo anch’io: “Ma che problemi ti fai tanto arrivi ovunque?”
Anche domenica sarà bello per cui dobbiamo sfruttare la giornata, girando su hikr vedo più escursioni accattivanti e alla fine la scelta cade sul Madom da Sgióf. Nome curioso, foto interessanti, e poi quella crestina fino alla Cima di Nimi fa scattare la molla della scelta.
Seguendo le indicazioni delle relazioni di hikr arriviamo al posteggio di Brione e all’inizio del sentiero per Piee senza nessuno svarione sulla strada.
Dopo Pianesc (fantastica la piscina dell’alpeggio, al ritorno la tentazione di fare un tuffo era parecchia!), la salita nel bosco non dà tregua e finché non arriva il sole, si ragiona, dopo di che cominciamo a sudare le classiche sette camicie. Giunti a Matar vediamo la bellissima cascata che arriva dal lago di Starlarèsc, perdiamo una cinquantina di metri e arriviamo al bivio dove prendiamo il sentiero a dx che, manco a farlo apposta, sale sì accanto alla cascata come profetizzato da Marco, e mantiene pure la stessa pendenza. Tanto che in alcuni punti sono stati messi sia dei baselli di legno, sia delle corde per aiutare i malcapitati a salire. Dopo un’abbondante sudata arriviamo ad un pianoro dove vedremo l’unico animale, un camoscio, della giornata, a parte le numerose e grasse formiche sul sentiero. Breve sosta e punto della situazione, mancano circa 100 m per arrivare al lago e alla Capanna di Starlarèsc dove faremo una sosta più lunga. Ora il sentiero è notevolmente più umano e velocemente raggiungiamo la Capanna. Facciamo rifornimento d’acqua e sosta schifezze varie, poi ripartiamo per il P.so di Deva.
Giunti al P.so, Daniele ci informa che non proseguirà per la Cima di Nimi. A questo punto meglio separarsi. Arriviamo così in cima al Madom da Sgióf un po’ prima di lui ma poi tra foto, acqua e chiacchiere con altri due escursionisti fa quasi in tempo ad arrivare che ancora noi non siamo partiti per la cresta. Mentre scendiamo ci conferma che ci aspetterà in cima per cui noi proseguiamo.
La cresta ottimamente segnata in bianco e azzurro è molto divertente, con facili tratti di arrampicata e alcuni punti attrezzati con catene e fittoni. Su questi percorsi non siamo veloci e procediamo con molta cautela, tra andata e ritorno ci impieghiamo poco più di un’ora, se ci fosse un sentiero normale lo stesso percorso si farebbe in meno di un’ora, penso. Come dicevo cresta divertente, ma da non sottovalutare. Ci sono più punti esposti, per cui un minimo di abitudine a questi percorsi bisogna averla.
Tornati al Madom da Sgióf scendiamo a Motarϋch e al bivio, volendo evitare la ripida salita accanto alla cascata, andiamo a dx in direzione dell’Alpe di Sgióf, senza però raggiungerla. Un lungo ma rilassante traverso nel bosco ci riporta al bivio della mattina sotto Matar chiudendo l’anello. Risaliamo ora faticosamente i 50 m che ci riportano all’alpeggio dopo di che con lo stesso sentiero di salita torniamo a Pianesc, Piee e quindi a Brione.
Bellissima escursione che, nonostante la quota non elevata ha tutte le caratteristiche di alta montagna. E come immaginavamo Daniele, ottimo compagno di escursioni, nonostante il poco allenamento ha retto bene il giro, alla prossima.
Vista da

Per dovere di cronaca, cominciamo a correggere l’antefatto copincollando dalla casella e-mail:
Daniele : ”Qualcuno di voi ha programmi "umani" per una camminata in montagna??”
Risposta mia : “Programmi si, quali boh, umani..... siccome li fa Cristina lo escluderei......”
Ma Daniele non è uno che si fa intimorire e siccome ci si conosce ormai da tempo, quando fa certe domande, conosce già le risposte.
Partiamo piuttosto spediti (probabilmente troppo), su quello che presto si rivelerà un vero e proprio muro da scalare…. Almeno io l’ho vissuto così. A ogni gradino un po’ più alto degli altri, le mie ginocchia mi ricordano il giro di ieri, ma per fortuna è una sensazione che dura poco, e dopo una mezz’ora, tutto si mette a funzionare come deve.
Per fortuna il sentiero si mantiene sempre nel bosco, altrimenti sarebbe stato un bel dramma; ogni volta infatti che la vegetazione si dirada e un raggio di sole la penetra, sembra di entrare in un girone dantesco, con temperature di molto superiori a quelle che, almeno io, posso sopportare. Così, ogni volta che esco al sole, mi metto praticamente a correre per ritrovare l’ombra.
Faticosamente, ma tutto sommato abbastanza velocemente, giungiamo a Matar, dove davanti a noi si para la bellissima cascata che dal lago di Starlarèsc precipita fragorosamente a valle in una miriade di salti che generano altrettante allettanti vasche di acqua limpida. Tanto per dire la scemenza del giorno, suppongo che il sentiero salirà di fianco alla cascata, al sole e con altrettanta pendenza.
Giusto il tempo di abbassarsi quella cinquantina di metri, attraversare sul versante opposto della valle, e lasciare a sinistra il sentiero che conduce all’Alpe di Sgióf, che ci rendiamo conto che il sentiero sale esattamente in quel modo. Tocca scammellare (per dirla alla

Raggiunta la capanna, ci concediamo una sosta più consistente, ci rifocilliamo un poco e, dopo aver ricostituito le riserve idriche, ripartiamo alla volta del Passo di Deva. Ormai qualsiasi pendenza umana ci appare come un tratto pianeggiante, per cui anche il passo viene raggiunto abbastanza velocemente; da qui si vede bene il pendio da risalire per arrivare in vetta.
Daniele decide che il Madom da Sgiof, sarà la sua unica cima, per cui, volendo tentare la crestina che porta alla Cima di Nimi, ci dividiamo, in modo da ridurre il più possibile i tempi. Raggiunto il Madom da Sgiof (cosa che si poteva evitare dovendoci comunque tornare dopo), ripartiamo quasi subito alla volta della Cima di Nimi.
Gli gneiss che ci hanno accompagnato fin qui, lasciano il posto a gneiss di natura granitica che rendono la progressione oltremodo sicura. La cresta non è per nulla difficile, ma non va comunque sottovalutata perché alcuni passaggi sono veramente molto esposti e non bisogna distrarsi un istante. Alcuni tratti sono aiutati da catene, o da cataste di sassi sistemati in modo da facilitare la salita; a ciò, si unisce la già citata grande tenuta della roccia che aiuta non poco.
Cerchiamo di fare tutto il percorso il più velocemente possibile per non far aspettare troppo Daniele (che dal Madom da Sgiof ci scatta pure qualche foto), e anche perché il giro che abbiamo in mente per scendere è tutt’altro che breve.
Raggiunto Daniele, scendiamo verso Motarϋch, dove decidiamo di evitare il ripido sentiero di salita e quindi di procedere verso l’Alpe di Sgióf. Superatala, rientriamo nel bosco, dove ci fermiamo per la pausa pranzo, doverosamente all’ombra.
Raggiunto il bivio della mattina, e quindi risaliti fino a Matar, intraprendiamo la ripida discesa alla volta di Pianesc, meno scassa ginocchia di come ce la eravamo immaginata salendo.
Raggiungiamo velocemente Pianesc (dove fantastichiamo sulla piscina/sdraio/pinta di birra) e quindi in breve siamo all’auto.
Bellissima giornata e bellissimo ambiente; finalmente un po’ di larice, rododendro, brugo e mirtillo….. mi mancavano da troppo tempo.
Un grazie a


Vista da

Tralascio un'ulteriore descrizione dell'itinerario, già doviziosamente illustrato...
Dopo più di due mesi dall'ultima uscita in montagna, finalmente una domenica libera e con previsioni meteo ottime. Accetto volentieri la proposta dei miei due soci... volentieri, ma con un po' di timore: l'allenamento è un po' scarso, e le escursioni di Cristina e Marco non sono mai banali (se seguite i loro report su Hikr, sapete di cosa sto parlando). Ma è proprio questo che mi piace dell'andare in montagna con loro, ed anche questa volta è uscito un giro "sostanzioso" che ha riempito una bella domenica.
Per quanto mi riguarda ho evitato, un po' a malincuore, la Cima di Nimi (per non esagerare) ed ho passato una bella oretta a fare foto, ammirare i numerosi parapendii che volteggiavano in zona nonchè, ovviamente, il bel panorama.
Grazie ancora a Cristina e Marco per la bella giornata... alla prossima!
DATI GPS
Dislivello 1836 m
Km 15,2
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