Schenadüi (2747 m)
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Lunga escursione in Val Termine e in Val Cadlimo per raggiungere una cima che ho osservato più volte nel corso delle gite in quella zona. Gli estesi nevai con neve per lo più non portante e l’assenza di un sentiero o di ometti segnaletici hanno rallentato di molto la salita.
Lo Schenadüi, chiamato fino al 1935 Pizzo dell’Uomo, ha un toponimo traducibile in scannatoio; potrebbe significare “zone ripide e pericolose per il bestiame”.
Inizio dell’escursione: ore 7:35
Fine dell’escursione: ore 16:25
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1016 hPa
Temperatura alla partenza: 8°C
Isoterma di 0°C alle 9.00: 3200 m
Temperatura al rientro: 16,5°C
Velocità media del vento: 8 km/h
Sorgere del sole: 5.31
Tramonto del sole: 19.21
Sveglia alle 4:40, partenza da casa alle 5:37, arrivo al Passo del Lucomagno (1917 m) alle 7:17, dopo 107,5 km d’auto, compresa una sosta caffè di 10 minuti.
Arrivato al posteggio sotto l’ospizio, mi preparo celermente per sottrarmi al polverone creato dal grande cantiere, che dura da parecchio tempo. Avviate le applicazioni, alle 7:35 mi incammino lungo la strada costiera, con un pizzico di delusione causato da alcuni nuvoloni che coprono lo Scopi. È un tripudio di rododendri in fiore: che spettacolo!
Alla fine del lago ci sono due auto parcheggiate: si tratta di pescatori che lanciano la lenza nell’Aua dalla Val Termine. La stradina che sale verso il valico è coperta da pietre instabili e sfasciumi, che rendono l’avanzata poco agevole. È sicuramente più piacevole percorrerla in inverno con gli sci o con le racchette da neve. Non arrivo fino al Passo dell’Uomo, un tempo chiamato Passo di Piora; seicentotrenta metri prima, a 2170 m svolto a destra fino a raggiungere il percorso segnalato per la Val Cadlimo. Lo seguo per trecento metri, quindi lo abbandono. Da qui via non c’è più nessun sentiero né segnaletica fino alla cima che desidero conquistare. Alla quota di 2260 m seguo un evidente crinale erboso che sale in direzione NW, fino a sboccare nella Val Cadlimo. Entro nella zona che la carta topografica chiama Costa di Schenadüi. Non mi è possibile continuare linearmente perché il terreno è caratterizzato da rilievi rocciosi, placconate, valloncelli ed estesi nevai infidi. Dopo alcuni passi su neve apparentemente dura, all’improvviso gli scarponi sprofondano con il rischio di farsi male. Nel limite del possibile cerco quindi di aggirare i nevai, prolungando il percorso. Vedo una lepre alpina (Lepus timidus), già quasi completamente nella livrea estiva, con la punta delle orecchie nere: bene, in questo ambiente selvaggio c’è almeno un segnale di vita.
Dopo oltre un paio di ore di cammino sul versante della Val Cadlimo poco dopo i Ganoni di Schenadüi raggiungo la conca del Lago di Schenadüi.
Da qui si vede l’anticima della mia meta. Il percorso cambia bruscamente di direzione, devo svoltare ad est, in forte salita. Un ripido nevaio copre il versante. Decido di salire sul lato destro, a pochi metri dal baratro che precipita sulla Val Piora. Alla quota di 2700 m, sopra il nevaio, piego a sinistra aggrappandomi a spuntoni rocciosi, fino a trovare una lieve traccia che perviene alla cima fra massi. La cresta sommitale è ricoperta da un cornicione di neve, aggirabile sul lato nord. Gli ultimi 100 m, pianeggianti, non destano preoccupazioni. Raggiungo dapprima la cima più elevata, sulla quale è eretto un piccolo omino e poco sotto il grande omone di vetta. Dopo 4 h e 25 min di cammino tortuoso posso piazzare il gesto dello “Shaka” davanti all’omone dello Schenadüi, lo “Scannatoio” è conquistato.
Schenadüi (2747 m)
Benché la giornata non sia serena, posso fotografare diverse cime, alcune delle quali già conquistate: lo Scopi, il Pizzo del Corvo, l’Adula, il Pizzo dell’Uomo, il Pizzo Predèlp W, il Pizzo del Sole, il Pizzo Tom, il Pizzo Taneda, il Piz Blas, il Piz Rondadura, il Piz Lai Blau, il Piz Gannaretsch.
Lancio un vertiginoso sguardo sul Passo dell’Uomo, che dista 1,2 km, 530 m più in basso. Per un attimo mi balena l’idea di scendere direttamente nella conca detritica e successivamente lungo il ripidissimo valloncello in direzione del Passo dell’Uomo. Poi ci ripenso e decido di tornare seguendo più o meno la via di salita, tenendo tuttavia una quota più bassa, laddove il numero dei nevai è inferiore, conservando però le caratteristiche del paesaggio alpino, ricco di stagni, chiamati dalla gente della zona con il nome di “Lèiozze” o “Lèiarozze.
La gita si conclude alle 16:25, dopo ben 8 h e 45 min di cammino, in buona parte senza sentiero.
Per la prima volta sullo Schenadüi, cima a cavallo tra la Val Piora e la Val Cadlimo costituita da uno scoglio metamorfico caratterizzato dal versante meridionale precipitevole e da quello settentrionale meno ostico.
Tempo totale: 8 h 45 min
Tempo di salita: 4 h 25 min
Tempi parziali:
Passo del Lucomagno (1917 m) – Bivio a quota 2220 m: 1 h 20 min
Bivio a quota 2220 m – Lago di Schenadüi (2579 m): 2 h 30 min
Lago di Schenadüi (2579 m) – Schenadüi (2747 m): 35 min
Dislivello in salita: 1135 m
Sviluppo complessivo: 16,87 km
Difficoltà: T4
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Soccorso alpino CAS: 117
Soccorso REGA: 1414
Coordinate Schenadüi: 700ˈ464/156ˈ523
Libro di vetta: no.
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