Val Cadlimo autunnale.
Francesca mi propone di tornare alla Capanna Cadlimo, vi siamo stati nel luglio dell'anno scorso ma salendovi da Madrano, oggi partiremo invece dal Passo di Lucomagno.
Alla partenza un cartello indica la capanna come raggiungibile in 2 ore e 55 minuti...mi sembrano poche ma, d'altronde, sono anni che non salgo alla Cadlimo da qui, forse ricordo male.
Costeggiamo il lago, in cielo non c'è una nuvola, l'aria è tersa e sopra la diga l'inconfondibile sagoma del Tödi sembra vicinissima. I larici sono di un giallo dorato che risplende alla luce del sole, intorno non vi è praticamente neve se non una spolverata poco sotto i 3000 metri, ce ne aspettavamo molta di più.
Raggiungiamo il ponte sospeso sul Rhein da Medel, passiamo sull'altra sponda ed iniziamo a risalire la ripida rampa dinanzi a noi. È ancora in ombra ed ogni rigagnolo e ristagno di acqua è ghiacciato, stare in piedi senza scivolare è un gioco di equilibrismo, tre brevi tratti sono attrezzati con catene, raggiungiamo la sommità dello sperone ed il sentiero spiana leggermente, da qui sarà un susseguirsi di su e giù per chilometri.
Il sentiero si addentra dapprima nella parte più stretta della valle, dove il sole non è ancora arrivato ed il ghiaccio la fa ancora da padrone, finalmente, superato un vasto macereto, il solco vallivo si allarga , il fiume si distende in meandri che formano anse, cascatelle e pozze che riflettono il colore del cielo. Vi sono stagni e laghetti dalla superficie ghiacciata, sembrano aspettare la prima neve per essere occultati, ora rivelano ancora il loro fondale di sassi, camminandovi a lato creiamo delle bolle d'aria che rimangono intrappolate sotto lo strato gelato formando delle lenti.
Superiamo un ricovero di fortuna e arriviamo poi a Stabbio Nuovo. La valle si allarga sempre di più, superiamo il Laghetto di Stabbio di Mezzo da cui pressi parte il sentiero che sale ai Laghi della Miniera, passiamo al di sopra del più vasto Lago dell'Isra, poi risaliamo ad ad un marcato risalto, passiamo accanto al Laghetto del Motto dell'Isra, da dove il sentiero sale decisamente in direzione della capanna, tutt'intorno laghi, pozze e stagni, quinte di montagne a perdita d'occhio, il cielo continua ad essere meravigliosamente terso, incontriamo un ragazzo con il suo cane in discesa, è la prima persona che incrociamo oggi.
Francesca, mi precede di qualche minuto, cerco di convincermi che è solo perché io mi attardo a fare fotografie, in realtà so che è molto più allenata di me.
Arrivo al rifugio, Francesca ha già estratto dallo zaino le cibarie. Ci abbiamo impiegato quasi quattro ore per arrivare, dicevo bene che i cartelli di fianco all'ospizio mi sembrano un po' ottimisti.
Mentre consumiamo il nostro pranzo arrivano un paio di confederati, dopo di che salgo un po' al di sopra della capanna per fare qualche foto, ridiscendo e decidiamo di ripartire.
Ritorniamo per la stessa via da cui siamo saliti, le giornate ormai si sono abbreviate, non è il caso di allungare il percorso risalendo la Costa dello Schenadui e scendendo dalla Val Termine.
Nei pressi del Laghetto di Stabbio Nuovo vediamo altre due persone che invece stanno risalendo il sentiero.
Noi proseguiamo per la nostra strada, quando arriviamo allo sperone, stamane ghiacciato scopriamo che il sole ha fatto il suo lavoro e, tranne qualche evitabile solco rimasto sempre in ombra, di lastre gelate non ve ne sono.
Riattraversiamo il ponte sospeso sul Rhein da Medel e poi affrontiamo la strada che contorna la riva del lago, i colori dei larici, il cielo rimasto incredibilmente senza traccia di una nuvola ed i riflessi sull'acqua stemperano la noia di questo tratto altrimenti monotono. Arriviamo infine all'auto, è all'ombra e la temperatura è decisamente fresca.
Bella gita: la Val Cadlimo è decisamente magnifica, con una miriade di specchi d'acqua e magnifiche viste sulle montagne. La neve è ancora praticamente assente, giusto una spolverata a partire dai 2500 metri, al di sotto non ve ne è traccia. Come non abbiamo trovato traccia di animali, a parte il gruppo di germani visti sul Lai da Songta Maria alla partenza.
Alla partenza un cartello indica la capanna come raggiungibile in 2 ore e 55 minuti...mi sembrano poche ma, d'altronde, sono anni che non salgo alla Cadlimo da qui, forse ricordo male.
Costeggiamo il lago, in cielo non c'è una nuvola, l'aria è tersa e sopra la diga l'inconfondibile sagoma del Tödi sembra vicinissima. I larici sono di un giallo dorato che risplende alla luce del sole, intorno non vi è praticamente neve se non una spolverata poco sotto i 3000 metri, ce ne aspettavamo molta di più.
Raggiungiamo il ponte sospeso sul Rhein da Medel, passiamo sull'altra sponda ed iniziamo a risalire la ripida rampa dinanzi a noi. È ancora in ombra ed ogni rigagnolo e ristagno di acqua è ghiacciato, stare in piedi senza scivolare è un gioco di equilibrismo, tre brevi tratti sono attrezzati con catene, raggiungiamo la sommità dello sperone ed il sentiero spiana leggermente, da qui sarà un susseguirsi di su e giù per chilometri.
Il sentiero si addentra dapprima nella parte più stretta della valle, dove il sole non è ancora arrivato ed il ghiaccio la fa ancora da padrone, finalmente, superato un vasto macereto, il solco vallivo si allarga , il fiume si distende in meandri che formano anse, cascatelle e pozze che riflettono il colore del cielo. Vi sono stagni e laghetti dalla superficie ghiacciata, sembrano aspettare la prima neve per essere occultati, ora rivelano ancora il loro fondale di sassi, camminandovi a lato creiamo delle bolle d'aria che rimangono intrappolate sotto lo strato gelato formando delle lenti.
Superiamo un ricovero di fortuna e arriviamo poi a Stabbio Nuovo. La valle si allarga sempre di più, superiamo il Laghetto di Stabbio di Mezzo da cui pressi parte il sentiero che sale ai Laghi della Miniera, passiamo al di sopra del più vasto Lago dell'Isra, poi risaliamo ad ad un marcato risalto, passiamo accanto al Laghetto del Motto dell'Isra, da dove il sentiero sale decisamente in direzione della capanna, tutt'intorno laghi, pozze e stagni, quinte di montagne a perdita d'occhio, il cielo continua ad essere meravigliosamente terso, incontriamo un ragazzo con il suo cane in discesa, è la prima persona che incrociamo oggi.
Francesca, mi precede di qualche minuto, cerco di convincermi che è solo perché io mi attardo a fare fotografie, in realtà so che è molto più allenata di me.
Arrivo al rifugio, Francesca ha già estratto dallo zaino le cibarie. Ci abbiamo impiegato quasi quattro ore per arrivare, dicevo bene che i cartelli di fianco all'ospizio mi sembrano un po' ottimisti.
Mentre consumiamo il nostro pranzo arrivano un paio di confederati, dopo di che salgo un po' al di sopra della capanna per fare qualche foto, ridiscendo e decidiamo di ripartire.
Ritorniamo per la stessa via da cui siamo saliti, le giornate ormai si sono abbreviate, non è il caso di allungare il percorso risalendo la Costa dello Schenadui e scendendo dalla Val Termine.
Nei pressi del Laghetto di Stabbio Nuovo vediamo altre due persone che invece stanno risalendo il sentiero.
Noi proseguiamo per la nostra strada, quando arriviamo allo sperone, stamane ghiacciato scopriamo che il sole ha fatto il suo lavoro e, tranne qualche evitabile solco rimasto sempre in ombra, di lastre gelate non ve ne sono.
Riattraversiamo il ponte sospeso sul Rhein da Medel e poi affrontiamo la strada che contorna la riva del lago, i colori dei larici, il cielo rimasto incredibilmente senza traccia di una nuvola ed i riflessi sull'acqua stemperano la noia di questo tratto altrimenti monotono. Arriviamo infine all'auto, è all'ombra e la temperatura è decisamente fresca.
Bella gita: la Val Cadlimo è decisamente magnifica, con una miriade di specchi d'acqua e magnifiche viste sulle montagne. La neve è ancora praticamente assente, giusto una spolverata a partire dai 2500 metri, al di sotto non ve ne è traccia. Come non abbiamo trovato traccia di animali, a parte il gruppo di germani visti sul Lai da Songta Maria alla partenza.
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