Mürisc (1499 m) – Bike & Hike


Publiziert von siso , 7. Oktober 2022 um 21:00.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum: 5 Oktober 2022
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Molare 
Zeitbedarf: 5:15
Aufstieg: 1167 m
Strecke:Bodio (336 m) – Bidesco (882 m) – Bitanengo (919 m) – Diganengo (964 m) – Conzanengo (954 m) – Pizzo Forca (1420 m) – Mürisc (1499 m) – Al Büiètt – In Löita – In Bèdra (1187 m) – In Camortíscia – Conzanengo (954 m) – Bodio (336 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Biasca, continuare in direzione nord fino a Bodio; parcheggio gratuito vicino alla chiesa.
Unterkunftmöglichkeiten:Albergo Stazione Bodio.
Kartennummer:C.N.S. No. 1273 – Biasca - 1:25000.

Escursione Bike & Hike in Bassa Leventina, alla scoperta dei monti di Bodio e Pollegio.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:00

Fine dell’escursione: ore 13:20

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1028 hPa

Temperatura alla partenza: 12°C

Temperatura a Bidesco, ore 8.55: 12°C

Temperatura al rientro: 24,5°C

Isoterma di 0°C alle 9.00: 4100 m

Velocità media del vento: 5 km/h

Sorgere del sole: 7.28

Tramonto del sole: 18.56

 

Sveglia alle 5:45, partenza da casa alle 6:37, arrivo a Bodio (336 m) alle 7:41, dopo 71,4 km d’auto.

Parcheggiata l’auto in prossimità della Chiesa di Santo Stefano (posteggio gratuito fino a 24 h), alle otto in punto mi avvio con la bici lungo la Strada Símbra, che sale ai monti. Símbra (o Saimola) è un nome collettivo per i “monti” di Bodio, usato specialmente dagli abitanti di Personico, per indicare i monti di Bodio e Pollegio.

Dopo 370 m dal parcheggio arrivo alla barriera che impedisce l’accesso alla stradina ai non autorizzati. Diciamolo subito, di strade di montagna strette, a ciglio indifeso, ne ho viste parecchie, ma questa la piazzo sicuramente ai primi posti per audacia e temerarietà. Ciò nonostante i proprietari delle baite ai monti la percorrono con disinvoltura; l’assuefazione permette loro di dimenticare che a valle della carreggiata si sviluppano dei burroni quasi verticali, che precipitano per centinaia di metri sul fondovalle. Le cronache ricordano incidenti mortali sia sul vecchio sentiero sia sulla più recente strada. I 28 tornanti sono numerati. Le cifre, dipinte sulla roccia, integrano il disegnino di un animale, opera del pittore Attilio Giudici. Il tocco artistico non basta comunque per ingentilire il luogo, che fa letteralmente accapponare la pelle a chi soffre di vertigini. Il fondo stradale, per altro perfetto, e la pendenza non eccessiva (la media è del 12,2%) mi permettono di salire senza affanno. Manco a dirlo tengo il lato più a monte della carreggiata. La strada agricola-forestale, eseguita nel periodo 1921-1928 e asfaltata nel 1975-1976, ricalca a grandi linee il tracciato del vecchio sentiero, che veniva percorso giornalmente anche in inverno dai contadini per portare in paese il latte destinato al consumo della popolazione, per le provviste e per il trasporto di legna e strame.

Poco lontano dal tornante 6, in zona Piotte, c’è un'antica cava di quarzo, la Cáva dal Sass Biánch, sfruttata dagli anni Trenta fino agli anni Cinquanta del Novecento dalle “Officine del Gottardo”  per produrre silicio puro e ottenere leghe utili per la fabbricazione di acciai speciali.

Prima di allora “i sassi bianchi” venivano utilizzati anche dalle vetrerie di Lodrino e Personico, che macinati nei frantoi, producevano la silice, materia prima per produrre il vetro.

La prima fabbrica sorse nel 1736 a Personico e chiuse nel 1829; la seconda fu fondata a Lodrino nel 1782 per terminare definitivamente la sua attività nel 1869, dopo un effimero tentativo di rilancio avviato nel 1862.

Dopo 24 minuti dalla partenza, fra il dodicesimo e il tredicesimo tornante, arrivo alla cosiddetta Cappella di Piotte (Capèla da Piòtt), costruita nel 1832, come atto di devozione, per ricordare la sciagurata frana e l’alluvione del 14 settembre 1829, che distrusse case e buona parte delle terre coltivate. Dopo il restauro del 1912, fu dipinta dal pittore Costantino Lomazzi di Bosco Luganese, con la tecnica della pittura a calce.

In 50 min di tranquilla pedalata arrivo al terrazzo che ospita i Monti bassi di Bodio. Il primo nucleo è Bidesco (882 m), Bidèsch nel dialetto locale. Per estensione è il più grande monte di Bodio. La chiesetta è dedicata a Santa Maria Elisabetta.

Gli studi ci dicono che le desinenze dei nomi di paesi in “-engo, -esco, -osco, -asco” situati sulla lunghezza del terrazzo, ed anche al disopra ed al disotto, (da Conzanengo a Brugnasco, attraversando Bidesco, Mairengo, Lurengo, ecc.) hanno un’origine storica comune, che in base a ricerche storiche effettuate, risale alla civiltà celto-ligure (preromana).

Sembra pure che a questa civiltà appartenessero anche i Leponti, una frangia dei quali, detta “I Canini”, successivamente sconfitta dai romani, abitava la costa della valle del Ticino da Giubiasco a Pollegio.

La prima colonizzazione stabile della Leventina avvenne sui terrazzi montani e non sul fondovalle, in parte occupato da un lago ed esposto alle alluvioni.

Continuo la pedalata in direzione di Bitanengo (919 m) lungo la famosa Strada Alta della Leventina. In breve arrivo al monte Ronco (975 m), senza nome sulla carta nazionale. Da qui parte la teleferica per i “monti alti”, che sale fino a Tenciarolo (1520 m), Tenciaréu in dialetto, con fermata intermedia a Pinèzzo (1406 m).   

Supero il Riale Tèdro ed entro nel territorio comunale di Pollegio. Dopo solo 100 m pervengo a Diganengo (964 m) e poco dopo, in leggera discesa, a Conzanengo (954 m). Le baite sono ben tenute, così come la chiesetta e i prati circostanti. Non ci sono segnavia con il nome Mürisc; chiedo informazioni ad un anziano. Molto gentilmente mi accompagna per alcuni metri per indicarmi il punto di partenza del sentiero boschivo, che si sviluppa a partire dall’estremità orientale del nucleo. Parcheggio la bici e mi avvio, seguendo il sentiero demarcato con sporadici bolli rossi. Su un macigno, sempre in rosso, il tracciatore ha scritto  “Pian”, con riferimento alla Capanna Pian d’Alpe. Con alcuni risvolti, il sentiero sale fino ad un bivio quotato 1170 m. Come programmato a tavolino, svolto a destra in direzione della dorsale che sale al Pizzo Forca (1420 m). Le radure concedono delle vertiginose vedute su Biasca e sulla Valle Riviera. In ogni caso, la salita, sempre nella faggeta, non è faticosa. Il Pizzo Forca è indistinguibile: la sua prominenza è praticamente nulla. Fotografo una profonda fenditura nel rilievo roccioso: forse il toponimo si rifà a questo avvallamento.

Dopo ulteriori sei minuti di cammino mi si apre una magnifica radura delimitata da muri a secco: eccomi a Mürisc (1499 m), toponimo che significa per l’appunto “muretti”. Per la verità, la carta nazionale indica la prima parte del pascolo con il nome “In Quádra” (appezzamento di terreno a forma quadrata) e riserva il toponimo Mürisc alle baite poste all’estremità NW dell’alpeggio.

                                                     Mürisc (1499 m)

Ai bordi del sentiero che si sviluppa verso la successiva Radura della Cresta (1575 m) emergono delle possenti lastre di gneiss, infisse verticalmente. Probabilmente avevano la funzione di proteggere il pascolo dalle greggi in transito.

Visito la sottostante cappella, attorno alla quale, nel mese di luglio si celebra la tradizionale Santa Messa a cui segue la festa dell’alpe, con trasporto in elicottero per i meno sportivi.

La carta topografica cita pure l’insediamento Al Büiètt (piccolo trogolo) e In Löita (pendio assai ripido sgombro di alberi).

Per tornare a Conzanengo decido di compiere un anello, percorrendo il sentiero sul versante occidentale della dorsale. Grazie alle indicazioni del manutentore delle prese d’acqua, incontrato questa mattina, riesco a trovare l’imbocco del sentiero, senza segnavia, nascosto dalle felci. Nel primo tratto scende ripido, nel fitto bosco, fino a circa 1250 m, quindi svolta a sinistra in direzione SE e diventa sempre più agevole. In località Bèdra (1187 m) (betulla), osservo e fotografo una meraviglia della natura: un enorme macigno spaccato in due, che avrà sicuramente ispirato qualche antenato a compiere riti magici, riti di fertilità, riti propiziatori o cerimonie pagane. Sembra una versione ticinese di Adamo ed Eva, sulla sommità del Tryfan, nel Galles del Nord. Non posso sottrarmi al rito di passaggio fra i due scogli, con l’immancabile registrazione di un video, nella speranza che porti fortuna e salute.

 

Alle 12:35 recupero la bici e affronto la strada di ritorno a Bodio con la massima concentrazione, in particolare sui tornanti esposti.

Giunto in paese, non perdo l’occasione per visitare la casa natale di Stefano Franscini (23.10.1796 – 19.07.1857), Consigliere di stato e federale, a cui dobbiamo la promozione della pubblica educazione. Ebbe un ruolo importante nella fondazione del Politecnico federale di Zurigo.

 

Escursione sui monti di Bodio e Pollegio, in una bella e mite giornata autunnale. Questi terrazzi un tempo erano occupati dalla Comunità montana di pastori Saymola, nome cambiato poi nel corso degli anni in Sìmora, Simra ed infine Simbra.

 

Tempo totale: 5 h 20 min

Tempo di salita: 3 h (soste comprese)

Tempi parziali

Bodio (336 m) – Bidesco (882 m): 50 min (mtb)

Bidesco (882 m) – Conzanengo (954 m): 25 min (mtb)

Conzanengo (954 m) – Mürisc (1499 m): 1 h 30 min

Mürisc (1499 m) – Bodio (336 m): 2 h

Coordinate Mürisc: 715.817 / 137.635

Dislivello in salita: 1175 m

Dislivello in discesa: 1167 m

Sviluppo complessivo: 21,66 km

Quota massima: 1504 m

Quota minima: 329 m

Consumo della batteria da 500 Wh fino a Conzanengo: 47%

Consumo complessivo della batteria da 500 Wh: 51%

Difficoltà: F/T2

Soccorso alpino CAS: 117

Soccorso REGA: 1414

Copertura della rete cellulare: buona

Tourengänger: siso


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Kommentare (2)


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Gabrio hat gesagt:
Gesendet am 9. Oktober 2022 um 13:16
Mürisc....gran bel posto!!!
A Conzanengo avevo un po' di amici!
Posti belli, bella escursione!!
Complimenti!!

Ciao!!

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 9. Oktober 2022 um 14:51
Grazie Giordano!
È un monte panoramicissimo. Ho apprezzato molto anche le possenti lastre di gneiss conficcate verticalmente per delimitare la mulattiera. Quanta fatica dietro queste strutture... erano alpigiani eroici.
Ciao.


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