Concatenamento Matro 2172 m - Pizzo Pianchè 2267 m da Biasca


Publiziert von Michea82 , 15. November 2023 um 18:42.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:13 November 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Molare 
Zeitbedarf: 12:15
Aufstieg: 2160 m
Abstieg: 1327 m
Strecke:22.8 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Pasquerio si trova in corrispondenza dello snodo autostradale di Biasca. C'è un bus che collega Biasca e Faido passando da Pasquerio Parcheggi liberi limitati (ci sono tantissimi parcheggi blu)
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Cavagnago si raggiunge da Lavorgo mediante strada. Lavorgo è lungo la strada principale Faido - Biasca poco prima di Faido. C'è un autopostale che serve Sobrio passando anche da Cavagnago
Unterkunftmöglichkeiten: Capanna Pian d'Alpe

Il Matro è una montagna peculiare: dalla sua vetta puoi vedere la Val Bedretto e Bellinzona allo stesso tempo, una combinazione forse unica. Hai l'Adula di fronte e il Tencia alle spalle, puoi quasi toccarli. Normalmente in Ticino vedi sempre il Matro, ovunque tu vada. Ne consegue che da questo tu possa ammirare gran parte delle tue conquiste in primo piano e da una prospettiva insolita.
Un altro aspetto che fa del Matro una meta meritevole di attenzione sono le sue ampie pendici: la salita al Matro è certamente lunga ma mai difficile. La montagna è accogliente e rassicurante. A poche centinaia di metri dalla vetta c'è anche un rifugio, la Capanna Pian d'Alpe. 
Infine il Matro apre un lungo crinale che in estate potrebbe essere un bel tour con difficoltà contenute da percorrere in velocità fino ad Airolo: la Via Alta della Leventina. 
Io ho provato a percorrerne un pezzo. 


Il gruppo del Piz Strega visto dal Matro




L'idea

La mia idea è quella di salire al Matro dal fondovalle e di seguire quanta più cresta possibile per poi scendere lungo uno dei due versanti: Blenio o Leventina. Non conosco precisamente le condizioni di innevamento ma sono sicuro che almeno 30-40 cm siano presenti al suolo al di sopra dei 2000 m. Una possibile via di uscita la prevedo prima del Pizzo Erra, nei pressi del Passo dei Laghetti in direzione Val di Blenio, Dongio. Sarà da qui che discenderò, ma sceglierò il versante leventinese. 
Mi organizzo con racchette, ramponi, piccozza, scorte di liquidi, lampada frontale e il necessario per una lunga uscita. 


Ascesa al Matro

Lascio l'auto a Pasquerio in un parcheggio libero fino a 24 ore. Sono quasi le 05.00. È notte. La giornata dura poco meno di 9 ore. 
Ho disegnato una traccia che sfrutta i sentieri che risalgono quanto più possibile la linea spartiacque. L'accesso è indicato come "Sentiero ai Ronchi". 
Immediatamente mi ritrovo fagogitato da una fitta vegetazione. 
Rapidamente salgo ai Ronchi (quota 361 m). Qui, ingannato da un cancelletto, ho un momento di confusione ma presto riprendo il sentiero (oltre il piccolo cancello). Su terreno ripido risalgo alcuni boschi e mi affaccio su Biasca da Gramiröi (quota 796 m) alle 06.30. Poco prima dell'alba è stupenda la vista. 
Alcune viste mi si aprono sempre sulla Riviera anche da quote successive. Per esempio intorno ai 1000 metri mi affaccio durante l'alba nuovamente su Biasca. 

Alba su Biasca: vista da quota 1000 metri salendo al Matro
 
Dopo tre ore raggiungo il Pizzo Forca (1421 m). Non è una montagna particolarmente distinta, eppure è indicata come montagna a sè stante. Offre una bella vista e presenta alcune pareti scoscese. 
Qui mi fermo per una breve pausa. 
In seguito la pendenza si riduce ma lo sviluppo fino al Matro è lungo (circa 12 km da Pasquerio). 
Attraverso un bel monte (Mürisc), un'ampia radura (Radura della Cresta) e comincio ad incontrare le foreste di sempreverdi. Nei pressi del bivio per la Capanna Pian D'Alpe (la quale si trova spostata di alcune centinaia di metri a destra dalla linea del crinale) decido di mantenere il crinale. In realtà in un primo tempo mi avvio per la capanna al fine di sfruttare un sentiero. Ma correggo subito la rotta quando mi rendo conto che uscendo dal crinale incontrerei troppa neve. Risalgo l'ampia dorsale incontrando sempre più neve. Indosso gamasce e ciaspole. Nei pressi della Forcarella ho finalmente una vista sulla meta. Tutta questa parte della cresta è lunga e sfondosa. Però la facilità e la scarsa pendenza ne fanno un'escursione contemplativa e tranquilla. 
Lentamente raggiungo l'antenna che coincide con la vetta del Matro: sono consapevole che le antenne deturpino il paesaggio. Ma per quanto siano artificiali a mio parere hanno il loro fascino. 
Dalla partenza sono trascorse 6 ore. Ho fame. 

Matro 2172 m visto da nord



Traversata fino alla doppia cima del Pizzo Pianché

Mi fermo a mangiare poco più avanti della cima presso un'altura dalla quale ho scattato la foto qui sopra. 
Quindi proseguo in cresta. Incontro subito una difficoltà: c'è un salto con alcuni passaggi da disarrampicare (II). Anche togliendo le racchette non mi sento sicuro. Dovrei armarmi di ramponi e non ne vale la pena. Trovo un modo di aggirare il passaggio dal lato leventinese. Mi abbasso a sinistra e riprendo presto il filo. 
Proseguo toccando piccole cime intermedie: il Cogn (cima principale e cima con la croce), la Pianca Bella e la Croce di Sasso. 
Il mio obiettivo è il Pizzo Erra. Fino a che non mi sono avvicinato abbastanza sono ignaro del fatto che ci sia una perdita di quota non da poco per scendere al Passo dei Laghetti. 
La neve è molto pesante, inumidita dal riscaldamento in quota (6 gradi a 2000 metri). Inoltre il fondo non è consistente e con le racchette sono continuamente confrontato con passaggi su roccia o tra cespugli. Il mio procedere è troppo lento e affaticante. 
Pertanto prendo la decisione di visitare entrambe le cime del Pizzo Pianché e di lasciar perdere l'Erra. Inoltre è tardi e un'ascesa su quest'ultimo mi esporrebbe al rischio di rimanere al buio troppo lontano dal fondovalle. 
Raggiungo con calma la cima sud-occidentale del Pizzo Pianchè. Questa si trova lungo il crinale, pertanto è una tappa obbligata. Da qui mi affaccio sul Pizzo Erra e sul Passo dei Laghetti. Mi rendo conto che le distanze in queste condizioni sono troppo grandi. La presenza di tante rocce sul terreno nel lato bleniese unita alla neve mi induce a scegliere di scendere dal lato leventinese, improvvisando il percorso. Sarebbe faticoso scendere a Dongio su quel tipo di terreno.  
Faccio una deviazione sulla cima principale del Pizzo Pianché, che si trova a destra del crinale, con una leggera perdita di quota per raggiungerla (30 metri circa). In pratica seguo una piccola cresta che si stacca sulla destra e raggiungo la cima. Questa si affaccia sulla Valle di Blenio e regala un ottimo panorama. 


Pizzo Erra visto dal Pizzo Pianché



La discesa in Leventina

Per raggiungere il Passo dei Laghetti devo ritornare sulla cima sud-occidentale del Pizzo Pianché. Da qui proseguire lungo il crinale principale.
C'è una perdita di quota di 100 metri. Il terreno è composto da blocchi di roccia. Questo rende difficile la progressione con le racchette. Raggiunto il Passo dei Laghetti sono tentato di salire sul Pizzo Erra: lo guardo. È lì e sembra così vicino. Ma il buon senso prevale. 
Osservando la mappa 1/25000 cerco il passaggio più logico per raggiungere la sottostante Alpe Foppascia. Non c'è un passaggio logico. Una traccia si allunga verso nord. Non c'è nulla di buono sotto di me per scendere ma trovo comunque un passaggio (non ci sono salti). Su terreno ripido, innevato, pieno di cespugli e pini mi spingo fino all'alpe. Da questa intercetto un sentiero  per i monti sottostanti e da questi per Cavagnago. 
L'obiettivo è quello di scendere a Giornico e prendere il bus per Biasca. 
Tuttavia a Cavagnago, dove arrivo alle 17.00 circa, trovo il sentiero chiuso. A quanto pare sono cadute diverse piante. 
Chiedo a due donne se conoscono le condizioni del sentiero, se posso provare a scendere o in alternativa come posso fare. Il prossimo bus da Cavagnago è tra 1h 50 minuti. Una di loro mi offre un passaggio per Lavorgo dove ho una coincidenza. 
Come rifiutarlo?
Chiudo qui il mio tour e salto sulla macchina. Evitare la discesa a Giornico non penso sia stata una grande perdita. 


Pascorasc 1586 m (lato leventinese)

Tourengänger: Michea82


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Kommentare (2)


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Gabrio hat gesagt:
Gesendet am 17. November 2023 um 17:53
Ciao!
Hai avuto problemi a reperire il sentiero dopo Gramiröi?
Le ultime volte che c'ero passato il sentiero era quasi inesistente,
fin verso i 980m di quota.

La salita al Matro in invernale l'ho fatta molte volte (spesso da Pollegio, sentiero più visibile), stando come te sulla costa (evitando quindi la Capanna Pian d'Alpe), dove in assenza di neve trovi comunque un sentierino.

Ciaspolate piuttosto dure con neve anche alta, di cui nutro tanti bei ricordi!!!

Cima indubbiamente rovinata dalle costruzioni, ma affascinante nel suo insieme.
In invernale, oltre il Matro non sono mai andato, troppa neve,
troppa fatica!!!

Complimenti a te, come al solito ampiamente meritati!

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. November 2023 um 18:32
Ciao Gabrio effettivamente non l'ho detto ma giù in basso il sentiero senza avere una traccia sul telefono è impossibile da tenere.
Non è segnato.
Poi ad un certo punto (vedi foto) ho trovato i segni blu. Quelli non sono sempre facili da individuare ma bene o male ci sono. E così ho raggiunto i 1000 m e poi il Forca.
Quello che stanca del Matro innevato credo sia lo sviluppo. È lunga come montagna presa da sud.
Per quanto riguarda la continuazione; in caso di abbondante innevamento non so se si possa fare. Cioè volendo si. Ma ci sono alcuni tratti da aggirare per i quali è neccessario stare attenti al pericolo di valanghe.
Ciao.


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