Numerevoli cambi di programma tra Valtellina e Val d’Aosta nel tentativo di accomodare me per la distanza e Niall (un amico irlandese) per i vari spostamenti e godere delle bellezze italiane. La soluzione ricade sul Mont Avic, non tanto per la bellezza del panorama che trovo non eccezionale, bensì per questioni logistiche.
Qualche anno fa tentai la salita ma un forte vento all’attacco della cresta est mi fece desistere.

Partiamo con calma da Covarey e saliamo per la strada asfaltata chiusa al traffico fino ad imboccare l’ampio sentiero sterrato. Poco oltre abbandoniamo il sentiero principale per dirigerci verso il Col Verotta per il sentiero n.7. L’altitudine e l’ombra del fitto bosco sembrano non alleviare le temperature tropicali. La salita è ripida e ben presto ci troviamo in un bagno di sudore. Arriviamo all’Alpe XX dove la vista si apre leggermente. Una volta superata continuiamo per sentiero ora più dolce e nella vegetazione sempre meno fitta, passando per distese di mirtilli selvatici, fino a giungere alla base del canale detritico. Il pendio ricomincia ad impennare per terminare con un traverso fino al Col Verotta. Proseguiamo su terreno pietroso in direzione XX ma giunti ad un intaglio la via mi è incerta. Dovremmo disarrampicare 5 metri per poi proseguire su traccia incerta e terreno instabile. Non essendo sicura del passaggio (bensì fossi abbastanza certa che degli amici passarono di qui) decidiamo di tornare indietro per la via di andata fino a trovare un comodo passaggio su massi e rintracciare il sentiero di salita originariamente programmato (bivio non individuato in salita). Seguendo qualche ometto e puntando a destra della cima, ritroviamo il sentiero corretto e lo seguiamo fino alla sella. Niall è decisamente stanco ma vuole continuare, così continuiamo per roccette in direzione X sempre seguendo ometti. Raggiunta la base della parete X ed individuata la corda di salita, una nebbia estiva ci circonda. Niall avverte qualche giramento di testa e la nebbia lo preoccupa così, sebbene la vetta del Mont Avic sia proprio lì sopra le nostre teste (50/70 m), voltiamo i tacchi e ci avviamo alla discesa. Man mano che scendiamo la nebbia viene spazzata via ed il cielo torna azzurro…peccato.

Superata la parte sfasciumosa percorriamo la dorsale della morena per poi scendere verso il lago X e proseguire lungo il torrente. Giunti ad un piccolo pianoro erboso lo si attraversa e si scende a sinistra per tornare nel vallone di salita e ricongiungersi al sentiero n.7 percorso in salita.

Complimenti a Niall che, sebbene non andasse in montagna da 6 anni, oggi si è sparato ben 2000 m di salita.

 

Peccato per la cima mancata ma rimane così l’occasione di raggiungerla percorrendo un bel anello in senso orario.