Invernale al Gaggio
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Ciao Luzzi, ricordati la nostra tradizionale gita natalizia!
Benedetto, non tirarmi il collo come il solito.
Ma sai che lo farò dolcemente...
E così l'ultima domenica prima di Natale ci avviamo verso il Gaggio. L'itinerario scelto è quello che sale dall'Alpe Arami e poi per l'ultimo tratto della cresta Nord, un itinerario molto bello ma un po' 'pepato' nella parte finale con la neve.
Patiamo con calma appena sotto Bedretto in val di Gorduno; ci accolgono i colori di una giornata scintillante, poi appena più su la vista imponente di questo versante del Gaggio, così diverso da quello pacioso sopra Albagno. I grandi larici dell'Alpe Arami scintillano nel sole. Lasicamo a sinistra il sentiero che porta ad Albagno e prendiamo l'antico sentiero (bolli rossi) che risale la dorsale a monte dell'alpe, addomesticando il ripido pendio con una serie di belle scalinate. Un po' di neve e una luce meravigliosa abbelliscono la salita.
Verso quota 1800 usciamo sulla cresta erbosa; i panorami si aprono sia verso sud, sia verso nord dove scintillano i torroni e il pizzo di claro nella loro corazza bianca. Lassù sui prati sommitali un branco di camosci corre nella neve. Usciamo sull'ultima cima della cresta, che offre un panorama spettacoloso, poi scendiamo alla sella e attacchiamo il pendio che porta verso la cresta sommitale.
Qui comincia un po' di neve e ci chiediamo come saranno le condizioni in alto. Su terreno sempre più ripido raggiungiamo l'imbocco della cengia (marcata da una grande croce); è carica di neve e fatichiamo non poco a trovare il passaggio, se non sapessimo che sotto c'è un sentiero non faremmo mai un passaggio così esposto (se il passaggio è troppo difficile si può salire dal canale a desta uscendo in cresta poco a nord dell'anticima). Poi facilmente superiamo il pendio che porta in cresta dove ci si para davanti l'edificio sommitale, dall'aspetto molto inquietante.
Questo tratto obbliga a procedere su cengette e scalini rocciosi, con qualche facile passo d'arrampicata. Con la neve fresca non si vede nulla e i passaggi sono parecchio delicati, anche perché si è su di un pendio molto ripido che precipita in val di Moleno. Con prudenza tastando il terreno saliamo, un ultimo delicato passaggio di arrmpicata e usciamo alla luce sfolgorande del sole.
La giornata e fantastica, a meridione una nebbiolina crea trasparenze degne di un quadro di Leonardo, il cielo striato da nubi multicolori e tutto intorno un cerchia di montagne imbiancate; laggiù in fondo gli appennini e persino le Alpi marittime chiudono il cerchio dell'orizzonte.
Ed è l'ora del meritato aperitivo, anche quest'anno stappiamo lo spumante su di una bella cima.
La discesa è meno semplice del previsto, c'è parecchia neve, sotto la capanna Albagno la neve ha raccolto tutta la neve della vallata, si sprofonda fino alle anche! Poi le condizioni migliori e ritroviamo il bel sentiero che porta all'Alpe Arami.
Nota tecnica: senz'altro il più bel itinerario del Gaggio, le difficoltà in estiva sono attorno allo F+ e sono limitate all'edificio sommitale, in inverno è necessaria attrezzatura alpina e i passaggi finali sono esposti. Solo per alpinisti.
Benedetto, non tirarmi il collo come il solito.
Ma sai che lo farò dolcemente...
E così l'ultima domenica prima di Natale ci avviamo verso il Gaggio. L'itinerario scelto è quello che sale dall'Alpe Arami e poi per l'ultimo tratto della cresta Nord, un itinerario molto bello ma un po' 'pepato' nella parte finale con la neve.
Patiamo con calma appena sotto Bedretto in val di Gorduno; ci accolgono i colori di una giornata scintillante, poi appena più su la vista imponente di questo versante del Gaggio, così diverso da quello pacioso sopra Albagno. I grandi larici dell'Alpe Arami scintillano nel sole. Lasicamo a sinistra il sentiero che porta ad Albagno e prendiamo l'antico sentiero (bolli rossi) che risale la dorsale a monte dell'alpe, addomesticando il ripido pendio con una serie di belle scalinate. Un po' di neve e una luce meravigliosa abbelliscono la salita.
Verso quota 1800 usciamo sulla cresta erbosa; i panorami si aprono sia verso sud, sia verso nord dove scintillano i torroni e il pizzo di claro nella loro corazza bianca. Lassù sui prati sommitali un branco di camosci corre nella neve. Usciamo sull'ultima cima della cresta, che offre un panorama spettacoloso, poi scendiamo alla sella e attacchiamo il pendio che porta verso la cresta sommitale.
Qui comincia un po' di neve e ci chiediamo come saranno le condizioni in alto. Su terreno sempre più ripido raggiungiamo l'imbocco della cengia (marcata da una grande croce); è carica di neve e fatichiamo non poco a trovare il passaggio, se non sapessimo che sotto c'è un sentiero non faremmo mai un passaggio così esposto (se il passaggio è troppo difficile si può salire dal canale a desta uscendo in cresta poco a nord dell'anticima). Poi facilmente superiamo il pendio che porta in cresta dove ci si para davanti l'edificio sommitale, dall'aspetto molto inquietante.
Questo tratto obbliga a procedere su cengette e scalini rocciosi, con qualche facile passo d'arrampicata. Con la neve fresca non si vede nulla e i passaggi sono parecchio delicati, anche perché si è su di un pendio molto ripido che precipita in val di Moleno. Con prudenza tastando il terreno saliamo, un ultimo delicato passaggio di arrmpicata e usciamo alla luce sfolgorande del sole.
La giornata e fantastica, a meridione una nebbiolina crea trasparenze degne di un quadro di Leonardo, il cielo striato da nubi multicolori e tutto intorno un cerchia di montagne imbiancate; laggiù in fondo gli appennini e persino le Alpi marittime chiudono il cerchio dell'orizzonte.
Ed è l'ora del meritato aperitivo, anche quest'anno stappiamo lo spumante su di una bella cima.
La discesa è meno semplice del previsto, c'è parecchia neve, sotto la capanna Albagno la neve ha raccolto tutta la neve della vallata, si sprofonda fino alle anche! Poi le condizioni migliori e ritroviamo il bel sentiero che porta all'Alpe Arami.
Nota tecnica: senz'altro il più bel itinerario del Gaggio, le difficoltà in estiva sono attorno allo F+ e sono limitate all'edificio sommitale, in inverno è necessaria attrezzatura alpina e i passaggi finali sono esposti. Solo per alpinisti.
Tourengänger:
blepori

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