Un insolito Gaggio (m.2267) e Cima d'Erbea Est (m.2323)
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Le belle "hikerate" lasciano sempre una coda, degna di un gran finale di Sinfonia...
Capita così che l'opportunità concessa dalla data festiva del 2 giugno venga buona a questo scopo. Con
froloccone,
ramingo e i
giansa impegnati in faccende personali improrogabili non mi resta, in vista di una progettata escursione per questo giorno, chiedere ad altri se siano interessati: penso a
Gibi, finora incontrato solo in "raduni" o uscite di gruppo, il quale accetta subito l'invito; penso a
Micaela, che verrebbe volentieri, ma è pluri impegnata.
Eccoci dunque a formare una coppia "inedita" in viaggio verso Bellinzona e i Monti di Bedretto: zone che conosciamo già bene entrambi, ma possono ancora riservare sorprese. L'idea iniziale è quella di salire la Cima d'Erbea Orientale (mai fatta da
Gibi) e, se ci sarà tempo, anche il Gaggio, poichè unite da un interessante e panoramico itinerario quasi tutto in cresta. Giunti in breve di fronte al "cantiere" dell'Alpe Arami, ove è in corso la ristrutturazione delle cascine, accenno a Giorgio la possibilità di una salita non ufficiale al Gaggio che partirebbe proprio da qui, in cui dovrebbe esserci pure una bollatura rossa: ed ecco la prima sorpresa... Giorgio la conosce perchè l'ha già fatta diversi anni fa', mentre a me è "nota" grazie a una relazione - manco a dirlo - del solito indimenticabile
Oliviero Bellinzani. Detto ciò, è cosa semplicissima ed automatica l'idea d'abbandonare già qui la via normale per la Capanna Albagno e individuare detto sentiero con bollatura, immediatamente cercato e trovato.
Si sale con decisione per un evidente sentierino nella pineta alle spalle dell'alpe, in cui oltre a qualche rado bollo rosso si trova di tanto in tanto qualche ometto; a parte un breve momento d'incertezza in cui il sentiero sembra biforcarsi, decidiamo di stare a sinistra continuando senza problemi la salita - a tratti molto ripida - che gradualmente ci porta allo scoperto rivelandoci il severo "lato B" del Gaggio. Si procede per prati, ora in costa ora a mezzacosta con qualche saliscendi, contornando un primo "colle" che precipita in una splendida parete a placche, e quindi un secondo promontorio più dolce che sale verso l'anticima del Gaggio. Noi invece ci accentriamo in direzione della ben visibile sella tra cima e anticima, in cui il terreno si eleva mediante cenge erbose e facili placche in direzione del grosso "riferimento" di cui mi parlava Giorgio lungo il cammino, ovvero una gigantesca bandiera svizzera disegnata proprio su queste rocce, purtroppo un po' scolorita. Mediante la divertente risalita di queste placche raggiungiamo appunto la bandiera della Confederazione, posta su una rocciosa cengia che permette l'accesso a una valletta, la quale in breve ci porta in cresta proprio al centro della sella, dove troviamo l'ultimo bollo rosso, a conferma che la via seguita è stata totalmente corretta: Giorgio ha ricordato tutto alla perfezione, e il sentiero è comunque in perfette condizioni di riconoscibilità. Dalla sella la rocciosa e ripida cresta terminale del Gaggio, sulle prime, sembra assai impegnativa, ma bastano pochi passi per accorgersi che in realtà è sufficiente contornarla quasi sempre a destra per tracce e cengette erbose. Tuttavia si può stare anche sul filo a sinistra: non presenta difficoltà particolari (brevi passaggi, parzialmente aerei, di I-II), se si eccettua l'ostacolo non indifferente di una lama un po' più alta e impegnativa che tuttavia si supera agilmente con una cengetta ben appigliata. Negli ultimi metri l'itinerario è interamente in cresta, e senza difficoltà raggiungiamo la cima, che presa da questo lato ha un sapore decisamente più selvaggio e appassionante rispetto alla via normale: oltretutto è una via anche "rapida", perchè ci son bastate due ore e venti per giungervi. Sostiamo qualche minuto, poi giunge il momento di scambiarci la "cortesia", poichè ora tocca a me mostrare a Giorgio la via per la Cima d'Erbea Orientale.
Seguiamo il sentiero per la Capanna Albagno, e quando questo inizia ad abbassarsi restiamo alti in cresta, aggirando e discendendo qualche sperone roccioso in direzione dell'evidente intaglio della Bocchetta d'Albagno, presto raggiunta per sentierino di capre. Questo prosegue in ripida salita oltre la bocchetta, ma dopo un po' lo perdiamo e siamo costretti a una ripida ma semplice risalita su tracce e canalini secondari, finchè giungiamo in cresta a riprendere il sempre evidente sentierino. Si supera una zona con grossi blocchi , poi si può anche qui scegliere se stare sul sentierino che contorna i vari risalti della cresta E, o sul filo, superando vari scogli rocciosi con divertenti arrampicate su massi e placche (massimo III°). Giungiamo così in vetta, dove ci gustiamo un panorama stupendo e selvaggio (seppur un po' velato) in totale solitudine: poco dopo, tuttavia, ci avvediamo con stupore di non essere soli e notiamo altri due escursionisti alle prese col "sentiero dei frati", ossia l'impressionante cengia che attraversa orizzontalmente la parete nord della Cima d'Erbea Occidentale. Mangiato in tutta calma riprendiamo il cammino dirigendoci su prati, placche e ganne alla Bocchetta d'Erbea, ove recuperiamo il sentiero marcato per la Capanna Albagno, notando ancora molta neve sul percorso per la Capanna Borgna e la Cima dell'Uomo, peraltro già pistato. Scesi in Capanna troviamo i due escursionisti notati prima, mentre subito dopo giungono due associati del CAI Rovellasca, reduci dalla Ferrata dei Tre Signori, che raggiungono un'altra donna che li attendeva qui. Scambiamo due parole con tutti, oltre che col simpatico, cordiale e preparato capannaro dell'UTOE. Stiamo per ripartire quando inizia a piovere, pertanto decidiamo di fermarci finchè smetta, il che accadrà dopo circa un'ora. Ognuno riparte per la propria via e ci si saluta cordialmente: da qui la via per tornare a Bedretto ci è ben nota, e senza problemi giungiamo alla macchina, dove una "disavventura" ci ritarda un po' la partenza... ma tutto è bene ciò che finisce bene, cosicchè concludiamo la bella giornata in pizzeria in Val Marchirolo.
Grazie a
Gibi per la bella giornata ed avermi mostrato questa splendida via al Gaggio, la quale è in tutto e per tutto preferibile alla via normale e perciò consiglio a tutti... Avanti così.
GIBI
Martedì mi contatta Emiliano
Poncione e mi chiede se ho qualcosa in programma per la festa del 2 giugno proponendomi la salita alla Cima d’Erbea Orientale magari abbinandola anche a quella del Gaggio, lì per lì preoccupandomi subito se fossi in grado o meno di affrontare la cosa ci penso un po’ su poi però le preoccupazioni in parte svaniscono dopo essermi nuovamente consultato con Emiliano che mi dice che se ho fatto il Sasso Grande non vede che difficoltà possa avere nel salire alla Cima d’Erbea.
In seguito contatteremo anche
Micaela che per un qui pro quo sul giorno non potrà purtroppo essere dei nostri e così ( incredibilmente per me ) seconda levataccia settimanale … partenza alle 6 passo a prendere Emiliano colazione a Ghirla e poi via inghiottiti nel traffico dei frontalieri verso Bellinzona e Gorduno per poi salire ai Monti di Bedretto e poco prima delle 9 siamo in cammino per quella che si rivelerà una bella avventura come descritto amabilmente da Emiliano che lo sa fare molto più tecnicamente e meglio del sottoscritto e quindi mi limito a dire che rispetto alla mia precedente salita al Gaggio da questo lato dell’agosto 2010 la salita di oggi pur fatta sempre con attenzione mi è sembrata decisamente più semplice così come la Cima d’Erbea Orientale che nonostante le preoccupazioni della vigilia alla fine si è poi rivelata ne più ne meno difficoltosa rispetto a quella del Gaggio tanto da non aver avuto problemi ad arrivare in cima.
Come già raccontato da Emiliano ci sarà poi la discesa in Capanna Albagno, la pioggia e alle 18.15 siamo al punto di partenza dei Monti di Bedretto chiudendo questa bella avventura in piacevole compagnia di Emiliano oramai prezioso e profondo conoscitore della zona e che ringrazio per aver voluto condividerla con me … ma qui termina solo il programma ufficiale della giornata che ha un suo spiacevole appendice ai Monti di Bedretto perché le chiavi dell’auto che avevo appoggiato all’arrivo nel baule svaniscono nel nulla e nonostante abbia ribaltato l’interno dell’auto come un calzino neanche fossi un ispettore del nucleo antidroga e controllato più volte lo zaino, il tutto mentre Emiliano perlustrava il prato circostante, proprio quando ci eravamo rassegnati a dover purtroppo tornare a valle a piedi fino a Gorduno ( visto che non essendo giorno di festa anche in Svizzera il paesino era disabitato ) raggiungere la stazione di Bellinzona e infine cercare in qualche modo di tornare a casa faccio solo per scrupolo l’ennesimo controllo dello zaino già svuotato più volte in precedenza e faccio la bella scoperta che la chiave scivolando dal baule si è infilata sul fondo della rete esterna antisudore dello zaino e così sono già passate le 19 quando finalmente riusciamo ad abbandonare i Monti di Bedretto … ci sarà poi l'ulteriore difficoltà rappresentata dal traffico incontrato per raggiungere il Varesotto ma da come si era messa posso sinceramente dire che ci è già andata bene così ma mi spiace per il disguido delle chiavi soprattutto per Emiliano che l’indomani di buon mattino ha un ulteriore interessante impegno montano ma a questo punto la lunga e bella giornata non poteva che chiudersi definitivamente in pizzeria ... e grazie ancora ad Emiliano
Poncione soprattutto per la pazienza !
Giorgio
Escursione odierna di Km. 13
Tempo totale soste escluse : 6h 30'
Monti di Bedretto – Alpe Arami – Monte Gaggio > 2h 32'
Monta Gaggio – Bocchetta di Albagno – Cima d’Erbea > 1h 22'
Cima d’Erbea – Bocchetta di Erbea – Capanna Albagno > 50'
Capanna Albagno – Alpe Cassengo – Monti di Bedretto > 1h 42'
Capita così che l'opportunità concessa dalla data festiva del 2 giugno venga buona a questo scopo. Con





Eccoci dunque a formare una coppia "inedita" in viaggio verso Bellinzona e i Monti di Bedretto: zone che conosciamo già bene entrambi, ma possono ancora riservare sorprese. L'idea iniziale è quella di salire la Cima d'Erbea Orientale (mai fatta da


Si sale con decisione per un evidente sentierino nella pineta alle spalle dell'alpe, in cui oltre a qualche rado bollo rosso si trova di tanto in tanto qualche ometto; a parte un breve momento d'incertezza in cui il sentiero sembra biforcarsi, decidiamo di stare a sinistra continuando senza problemi la salita - a tratti molto ripida - che gradualmente ci porta allo scoperto rivelandoci il severo "lato B" del Gaggio. Si procede per prati, ora in costa ora a mezzacosta con qualche saliscendi, contornando un primo "colle" che precipita in una splendida parete a placche, e quindi un secondo promontorio più dolce che sale verso l'anticima del Gaggio. Noi invece ci accentriamo in direzione della ben visibile sella tra cima e anticima, in cui il terreno si eleva mediante cenge erbose e facili placche in direzione del grosso "riferimento" di cui mi parlava Giorgio lungo il cammino, ovvero una gigantesca bandiera svizzera disegnata proprio su queste rocce, purtroppo un po' scolorita. Mediante la divertente risalita di queste placche raggiungiamo appunto la bandiera della Confederazione, posta su una rocciosa cengia che permette l'accesso a una valletta, la quale in breve ci porta in cresta proprio al centro della sella, dove troviamo l'ultimo bollo rosso, a conferma che la via seguita è stata totalmente corretta: Giorgio ha ricordato tutto alla perfezione, e il sentiero è comunque in perfette condizioni di riconoscibilità. Dalla sella la rocciosa e ripida cresta terminale del Gaggio, sulle prime, sembra assai impegnativa, ma bastano pochi passi per accorgersi che in realtà è sufficiente contornarla quasi sempre a destra per tracce e cengette erbose. Tuttavia si può stare anche sul filo a sinistra: non presenta difficoltà particolari (brevi passaggi, parzialmente aerei, di I-II), se si eccettua l'ostacolo non indifferente di una lama un po' più alta e impegnativa che tuttavia si supera agilmente con una cengetta ben appigliata. Negli ultimi metri l'itinerario è interamente in cresta, e senza difficoltà raggiungiamo la cima, che presa da questo lato ha un sapore decisamente più selvaggio e appassionante rispetto alla via normale: oltretutto è una via anche "rapida", perchè ci son bastate due ore e venti per giungervi. Sostiamo qualche minuto, poi giunge il momento di scambiarci la "cortesia", poichè ora tocca a me mostrare a Giorgio la via per la Cima d'Erbea Orientale.
Seguiamo il sentiero per la Capanna Albagno, e quando questo inizia ad abbassarsi restiamo alti in cresta, aggirando e discendendo qualche sperone roccioso in direzione dell'evidente intaglio della Bocchetta d'Albagno, presto raggiunta per sentierino di capre. Questo prosegue in ripida salita oltre la bocchetta, ma dopo un po' lo perdiamo e siamo costretti a una ripida ma semplice risalita su tracce e canalini secondari, finchè giungiamo in cresta a riprendere il sempre evidente sentierino. Si supera una zona con grossi blocchi , poi si può anche qui scegliere se stare sul sentierino che contorna i vari risalti della cresta E, o sul filo, superando vari scogli rocciosi con divertenti arrampicate su massi e placche (massimo III°). Giungiamo così in vetta, dove ci gustiamo un panorama stupendo e selvaggio (seppur un po' velato) in totale solitudine: poco dopo, tuttavia, ci avvediamo con stupore di non essere soli e notiamo altri due escursionisti alle prese col "sentiero dei frati", ossia l'impressionante cengia che attraversa orizzontalmente la parete nord della Cima d'Erbea Occidentale. Mangiato in tutta calma riprendiamo il cammino dirigendoci su prati, placche e ganne alla Bocchetta d'Erbea, ove recuperiamo il sentiero marcato per la Capanna Albagno, notando ancora molta neve sul percorso per la Capanna Borgna e la Cima dell'Uomo, peraltro già pistato. Scesi in Capanna troviamo i due escursionisti notati prima, mentre subito dopo giungono due associati del CAI Rovellasca, reduci dalla Ferrata dei Tre Signori, che raggiungono un'altra donna che li attendeva qui. Scambiamo due parole con tutti, oltre che col simpatico, cordiale e preparato capannaro dell'UTOE. Stiamo per ripartire quando inizia a piovere, pertanto decidiamo di fermarci finchè smetta, il che accadrà dopo circa un'ora. Ognuno riparte per la propria via e ci si saluta cordialmente: da qui la via per tornare a Bedretto ci è ben nota, e senza problemi giungiamo alla macchina, dove una "disavventura" ci ritarda un po' la partenza... ma tutto è bene ciò che finisce bene, cosicchè concludiamo la bella giornata in pizzeria in Val Marchirolo.
Grazie a


Martedì mi contatta Emiliano

In seguito contatteremo anche

Come già raccontato da Emiliano ci sarà poi la discesa in Capanna Albagno, la pioggia e alle 18.15 siamo al punto di partenza dei Monti di Bedretto chiudendo questa bella avventura in piacevole compagnia di Emiliano oramai prezioso e profondo conoscitore della zona e che ringrazio per aver voluto condividerla con me … ma qui termina solo il programma ufficiale della giornata che ha un suo spiacevole appendice ai Monti di Bedretto perché le chiavi dell’auto che avevo appoggiato all’arrivo nel baule svaniscono nel nulla e nonostante abbia ribaltato l’interno dell’auto come un calzino neanche fossi un ispettore del nucleo antidroga e controllato più volte lo zaino, il tutto mentre Emiliano perlustrava il prato circostante, proprio quando ci eravamo rassegnati a dover purtroppo tornare a valle a piedi fino a Gorduno ( visto che non essendo giorno di festa anche in Svizzera il paesino era disabitato ) raggiungere la stazione di Bellinzona e infine cercare in qualche modo di tornare a casa faccio solo per scrupolo l’ennesimo controllo dello zaino già svuotato più volte in precedenza e faccio la bella scoperta che la chiave scivolando dal baule si è infilata sul fondo della rete esterna antisudore dello zaino e così sono già passate le 19 quando finalmente riusciamo ad abbandonare i Monti di Bedretto … ci sarà poi l'ulteriore difficoltà rappresentata dal traffico incontrato per raggiungere il Varesotto ma da come si era messa posso sinceramente dire che ci è già andata bene così ma mi spiace per il disguido delle chiavi soprattutto per Emiliano che l’indomani di buon mattino ha un ulteriore interessante impegno montano ma a questo punto la lunga e bella giornata non poteva che chiudersi definitivamente in pizzeria ... e grazie ancora ad Emiliano

Giorgio
Escursione odierna di Km. 13
Tempo totale soste escluse : 6h 30'
Monti di Bedretto – Alpe Arami – Monte Gaggio > 2h 32'
Monta Gaggio – Bocchetta di Albagno – Cima d’Erbea > 1h 22'
Cima d’Erbea – Bocchetta di Erbea – Capanna Albagno > 50'
Capanna Albagno – Alpe Cassengo – Monti di Bedretto > 1h 42'
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