Gran Paradiso (4.061 m)
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Una due giorni con la sezione del CAI Germignaga, alla quale sono iscritto; oltre ai vari amici del CAI di Germignaga oggi con me c'è Flaviano (Pres Moschettieri) Leo (Vicepres Moschettieri) e.... da Pistoia è arrivato Mauro.
Al gruppo del CAI Germignaga si sono aggregati anche il figlio di Flaviano, Federico e due suoi amici Stefano e Giacomo.
Arriviamo a Pont leggermente in ritardo sul previsto per due...variazioni stradali. Ma non tutto il male viene per nuocere, dopo uno spuntino stiamo per partire ma......arriva un bel temporale, lo evitiamo prendendo un caffè nel vicino bar/ristorante.
Si costeggia il torrente e poi si prosegue su una lunga serie di tornanti con un ultimo tratto terminale rettilineo dal quale la strada reale di caccia ci conduce al Rifugio Vittorio Emanuele. Il rifugio è pieno ma la cena è buona e la "compagnia" ....un po rumorosa, ma accettabile!
Dopo la solita notte travagliata ( per me che dormo poco e.......per gli altri che dicono.... che russo!? Malgrado l'applicazione del cerotto sul naso? Impossibile!) sveglia alle 4.00, partenza verso le 5,00. Dopo aver fatto una falda di detrito con grossi blocchi arriviamo in una zona prima del catino del ghiaccio del Gran Paradiso dove decidiamo di mettere ramponi e spegnere la pila frontale.
Si sale lungo un corso d'acqua ricoperto da ghiaccio e neve e poi arrivati poco più in alto, sul ghiacciaio vero e proprio, ci leghiamo, ma procediamo per la maggioranza con i bastoncini telescopici, solo qualcuno usa la picozza.
Io sono in cordata con Stefano, Matteo e Leo. Stefano litiga per un bel po di tempo con un rampone automatico che continua a sganciarsi. Salendo Matteo (14 anni ad Agosto) comincia ad accusare il mal di montagna, mal di testa crescente. Arriviamo fino sotto alle rocce che portano alla cima con la madonnina ma c'è un "traffico" intenso, cordate che salgono, cordate che scendono ma soprattutto molte persone che stazionano sulla parte in roccia, esposta per chi deve transitare, impedendo o rendendo pericoloso raggiungere la cima con la madonnina (io e i miei compagni di cordata, visto il pericolo e il mal di testa di Matteo dopo pochi minuti scendiamo senza salire sulla cima).
Arrivati ad una quota minore Matteo sta un po meglio, ci fermiamo su delle rocce, lui si accascia per riposare e, nel giro di una mezz'ora, sta molto meglio! Lo capiamo perchè è molto più reattivo alle mie domande/provocazioni e riprende a parlare uno scherzoso dialetto di sua invenzione, un incrocio tra quello varesotto, valtellinese, ticinese e con parole in....romancio!?
Scendiamo quindi al Rifugio Vittorio Emanuele di nuovo strapieno, leggero spuntino e poi rifacendo il sentiero di caccia reale torniamo a Pont. Tra le persone al Rifugio Vittorio Emanuele chi vedo? Ma certo è lui


Ottima la compagnia dei due giorni, tra l'altro finalmente ho rivisto Mauro dopo tanto tempo! (http://www.hikr.org/tour/post83911.html)
Note finali: ascesa senza particolari difficoltà, almeno per le condizioni alle quali siamo saliti noi (condizioni climatiche ottimali, crepacci non visibili e comunque ancora coperti da strati di neve che reggono il peso degli alpinisti), rimando ad altre relazioni più dettagliate (che non mancano in hikr) l'itinerario di salita. Ultimo tratto abbastanza esposto (II grado) reso pericoloso dall'elevata presenza di persone. Non amo le montagne affollate quindi se siete come me e magari più allenati, consiglierei di farlo partendo o molto presto o in un periodo che, compatibilmente con le condizioni di innevamento e climatiche, si possa ragionevolmente prevedere meno affollamento sulla cima e al rifugio!
Tourengänger:
Amedeo

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Kommentare (14)