Gran Paradiso all'avventura
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"Poty ci sei il weekend prossimo?" "Si, perchè?" "Andiamo sul Gran Paradiso!"
Inizia così l'oganizzazione del nostro primo 4000.
Chiamiamo il rifugio Chabod, ed è pieno, chiamiamo il Vittorio Emanuele II e anche quello è pieno..cosa facciamo? Ma se andassimo in tenda? Consultiamo il sito del Parco e vediamo che c'è un'unica eccezione al divieto di campeggiare, si può solo per motivi alpinistici, e nel caso non ci siano rifugi oppure questi siano al completo..è il nostro caso.
Venerdì sera ci troviamo, definiamo gli ultimi particolari e poi Riki va al lavoro (il giorno dopo ci porterà dell'ottimo pane per la nostra spedizione). Sabato alle 12 e mezza la macchina è carica e noi siamo in partenza per Pont.
Alle 16 e 30, dopo una veloce merenda, zaini in spalla e siamo in marcia, il paesaggio è fantastico e ci distrae dal peso che dobbiamo portare sulle spalle. La prima parte di sentiero è nel bosco, poi alzandosi di quota questo finisce e la vista si apre sulle montagne circostanti. Dopo circa due orette di marcia individuiamo la zona in cui bivaccare, Riki va in avanscoperta e scopre che il rifugio è a solo un quarto d'ora, ottimo, potremo dormire un po' di più! Mentre Poty prepara la cena, noi montiamo la tenda; la temperatura inizia ad abbassarsi e il sole a tramontare. Sistemiamo le ultime cose e abbiamo anche la fortuna di vedere una coppia di stambecchi, bellissimi.
Puntiamo la sveglia alle 3 e mezza e ci infiliamo nei sacchi a pelo.
Dopo una sveglia a mezzanotte partita per sbaglio (gli inconvenienti di avere un amico che fa il panettiere), arrivano le 3 e mezza, in un attimo siamo in piedi, colazione fatta e tutto smontato. Fuori dalla tenda il cielo stellatissimo. Alle 4 e 10 siamo in marcia, alla luce dei frontalini siamo al rifugio, vediamo altre luci già in lontananza, altri partono con noi. Il sole pian piano sorge, l'oscurità vien meno e al momento di calzare i ramponi si possono quasi spegnere le luci.
Man mano che si sale sul ghiacciaio la vista si amplia, compare sua maestà il monte Bianco, l'alba fa arrossire tutt'intorno e nel frattempo noi saliamo, accompagnati da moltissime altre cordate.
Sul ghiacciaio la traccia è ben evidente e le condizioni sono fantastiche. Alle 8 e un quarto siamo in cima. Non ci sono parole per descrivere la vista che si gode dalla cima, a 360 gradi, nel cielo non c'è una nuvola ed è azzurrissimo, non si poteva sperare di trovare giornata migliore. La temperatura è molto gradevole e ce la prendiamo con relativa calma prima di scendere, poi però arriva l'ora di ripartire, ci aspettano oltre 2000 metri di dislivello.
Pranzo veloce nei pressi del rifugio e poi giù verso il parcheggio di Pont, con nella testa e nel cuore una due giorni memorabile.

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