Gran Paradiso (versante NW) - 4061 m
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Prima volta a dormire in rifugio e il giorno dopo sveglia nel cuore della notte per fare un 4000: EMOZIONE UNICA E INDESCRIVIBILE!
Partiamo domenica pomeriggio da Pont per il Rifugio Vittorio Emanuele con uno zaino non pesante.... DI PIU'!
La sveglia è puntata per le 3:30, per poter partire alle 4:00 e non trovare la neve molle: la salita è luuuuunga (e devo ammettere alquanto faticosa!
:D ). Usciti dal rifugio è buio pesto, anche se il cielo è sereno e la luna e le stelle brillano che è una meraviglia.
Accendiamo i frontalini e partiamo alla volta della morena dietro il rifugio. La cosa fantastica è stata vedere cordate di puntini luminosi nella notte che, come lucciole, si dirigevano verso la loro meta: molti al Gran Paradiso, ma altri puntavano ai più difficili Ciarforn e Becca di Monciair.
Decidiamo, insieme ad un'altra cordata di francesi, di non salire dalla normale, ma di percorrere il crepacciato Ghiacciaio di Laveciau. Arrivati ai piedi di questo ghiacciaio, mentre ci leghiamo, meraviglia: spunta l'alba dal massiccio del Bianco! Purtroppo il sole, sul nostro percorso, arriverà mooolto più tardi e quindi patiamo un poco il freddo.
Alle 8:45, dopo un ripido pendio nevoso e gli ultimi metri di roccette esposte (un po' di strizza, a percorrerle, mi è venuta
:) ), tocchiamo la madonnina di vetta! Soddisfazione e felicità immensa e imparagonabile!
Giusto il tempo di una foto ricordo (e che ricordo!) e poi scendiamo subito, questa volta dalla normale.
GRAZIE!
Dal parcheggio di Pont, dove termina la strada, attraversare il torrente e, su sterrata, dirigersi verso il fondovalle. Oltrepassato un ponte in legno, inizia il sentiero vero e proprio che, con ampi tornanti e mai eccessivamente ripido, conduce al Rifugio Vittorio Emanuele II (q. 2732 m e 2,00h circa dalla partenza). Subito dopo aver attraversato il ponte in legno, è possibile imboccare, sulla sinistra, una delle tante scorciatoie che permettono di evitare i lunghi tornanti del sentiero. Nonostante tali scorciatoie permettano di guadagnare tempo, esse sono molto ripide e, in alcuni tratti, sdrucciolevoli.
Seguire i numerosi ometti alle spalle del Rifugio e dirigersi verso la morena laterale nord del Ghiacciaio del Gran Paradiso. Proseguire lungo il filo della morena, fino a q. 3090m circa, dove termina la traccia di sentiero. Qui svoltare decisamente a sinistra, sormontando un ripido pendio (10/15 m) di rocce rotte prima e placche rocciose poi. Il sentiero prosegue su di una pietraia (a inizio stagione su nevai) abbastanza ripida, fino a raggiungere il crepacciato Ghiacciaio di Laveciau (dove si incontra la traccia proveniente dal Rifugio Chabod). Si scende per pochi metri proprio al bordo del ghiacciaio. La traccia si snoda a zig zag tra i numerosi seracchi (molto aperti da metà luglio in poi). Tratti più pianeggianti si alternano a tratti più ripidi, anche se le pendenze non risultano mai troppo impegnative. Si perviene, così, alla Schiena d´Asino (q. 3750 m circa), dove s´incontrano le due vie normali per il Gran Paradiso. Con ampi zig zag abbastanza ripidi si raggiunge e si supera la crepacciata terminale (aperta da metà luglio in poi) e, transitando sotto a delle bastionate rocciose, si guadagna il colletto prima della breve cresta finale. Dal colle si prosegue su neve e roccette esposte e a picco sul sottostante Ghiacciaio della Tribolazione, fino alla Madonnina bianca della vetta. Il passaggio più problematico, poichè maggiormente esposto, si trova proprio a 5m dalla cima, ed è attrezzato con due spit per poter fare sicura (4,30h circa dal rifugio).
Partiamo domenica pomeriggio da Pont per il Rifugio Vittorio Emanuele con uno zaino non pesante.... DI PIU'!
La sveglia è puntata per le 3:30, per poter partire alle 4:00 e non trovare la neve molle: la salita è luuuuunga (e devo ammettere alquanto faticosa!

Accendiamo i frontalini e partiamo alla volta della morena dietro il rifugio. La cosa fantastica è stata vedere cordate di puntini luminosi nella notte che, come lucciole, si dirigevano verso la loro meta: molti al Gran Paradiso, ma altri puntavano ai più difficili Ciarforn e Becca di Monciair.
Decidiamo, insieme ad un'altra cordata di francesi, di non salire dalla normale, ma di percorrere il crepacciato Ghiacciaio di Laveciau. Arrivati ai piedi di questo ghiacciaio, mentre ci leghiamo, meraviglia: spunta l'alba dal massiccio del Bianco! Purtroppo il sole, sul nostro percorso, arriverà mooolto più tardi e quindi patiamo un poco il freddo.
Alle 8:45, dopo un ripido pendio nevoso e gli ultimi metri di roccette esposte (un po' di strizza, a percorrerle, mi è venuta

Giusto il tempo di una foto ricordo (e che ricordo!) e poi scendiamo subito, questa volta dalla normale.
GRAZIE!
Dal parcheggio di Pont, dove termina la strada, attraversare il torrente e, su sterrata, dirigersi verso il fondovalle. Oltrepassato un ponte in legno, inizia il sentiero vero e proprio che, con ampi tornanti e mai eccessivamente ripido, conduce al Rifugio Vittorio Emanuele II (q. 2732 m e 2,00h circa dalla partenza). Subito dopo aver attraversato il ponte in legno, è possibile imboccare, sulla sinistra, una delle tante scorciatoie che permettono di evitare i lunghi tornanti del sentiero. Nonostante tali scorciatoie permettano di guadagnare tempo, esse sono molto ripide e, in alcuni tratti, sdrucciolevoli.
Seguire i numerosi ometti alle spalle del Rifugio e dirigersi verso la morena laterale nord del Ghiacciaio del Gran Paradiso. Proseguire lungo il filo della morena, fino a q. 3090m circa, dove termina la traccia di sentiero. Qui svoltare decisamente a sinistra, sormontando un ripido pendio (10/15 m) di rocce rotte prima e placche rocciose poi. Il sentiero prosegue su di una pietraia (a inizio stagione su nevai) abbastanza ripida, fino a raggiungere il crepacciato Ghiacciaio di Laveciau (dove si incontra la traccia proveniente dal Rifugio Chabod). Si scende per pochi metri proprio al bordo del ghiacciaio. La traccia si snoda a zig zag tra i numerosi seracchi (molto aperti da metà luglio in poi). Tratti più pianeggianti si alternano a tratti più ripidi, anche se le pendenze non risultano mai troppo impegnative. Si perviene, così, alla Schiena d´Asino (q. 3750 m circa), dove s´incontrano le due vie normali per il Gran Paradiso. Con ampi zig zag abbastanza ripidi si raggiunge e si supera la crepacciata terminale (aperta da metà luglio in poi) e, transitando sotto a delle bastionate rocciose, si guadagna il colletto prima della breve cresta finale. Dal colle si prosegue su neve e roccette esposte e a picco sul sottostante Ghiacciaio della Tribolazione, fino alla Madonnina bianca della vetta. Il passaggio più problematico, poichè maggiormente esposto, si trova proprio a 5m dalla cima, ed è attrezzato con due spit per poter fare sicura (4,30h circa dal rifugio).
Dalla vetta, una volta tornati presso la Schiena d´Asino, continuare lungo la via normale che sale dal Ghiacciaio del Gran Paradiso (è sconsigliabile il ritorno dalla via di salita nelle ore più calde a causa della presenza dei seracchi e crepacci).
con mamma e papà.
Tourengänger:
irgi99

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