Piz de Molinera m.2288... oltre le nuvole.
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"Dove vai a petto nudo...?"
Questa la sacrosanta domanda rivoltami dal giovane e esterrefatto capannaro della Capanna Brogoldone, trovatosi improvvisamente davanti a due fantasmi sbucati dalla fitta nebbia che avvolge e rende misteriosi questi luoghi. Bevuto con calma un the caldo al rifugio, ripartiamo - partiti di buona lena da Lumino - verso la nostra principale meta di oggi, il Piz de Molinera (m.2288) puntando per prati alla sella m.2175 con una visibilità non superiore ai 20-30 metri. Curioso essere qui e non veder sbucare da un momento all'altro l'imponente sagoma del Pizzo di Claro, ma oggi è già tanto vedere chi cammina al nostro fianco... Giunti alla forcella svoltiamo a destra ormai in vista (si fa per dire...) del Piz de Molinera, finchè ecco un lieve barlume di sole. I 20-30 metri di un attimo prima cominciano improvvisamente ad ampliarsi e a un certo punto, quasi senza rendercene conto, ci troviamo oltre le nuvole: è un momento di stupita emozione, perchè i metri rimasti alla cima - che ora vediamo - son davvero pochi. Ed ecco sbucare dal mare bianco - richiamato dal pensiero - proprio il Pizzo di Claro... e il Torrone Rosso, fino al Rosso di Grav e al Forcel, le cime calanchine... laggiù il Piz Platta, il Disgrazia, la catena Mesolcina, il Cavregasco, il Paglia, il Cardinello, le Grigne, il Camoghè, la puntina del Tamaro... e ancora, le cime verzaschesi dal Vogorno in su, e il Poncione Rosso, la Corona di Redorta, il Barone, il Campo Tencia, il Forno...
Ci fermiamo beati davanti a questo muto spettacolo, godendoci una cima forse secondaria che ha però saputo regalarci emozioni forti... non rimane, sbrigata la pratica mangereccia, che scendere dal versante opposto e chiudere l'anello. Ora la bollatura diventa biancoblu e l'ambiente si fa più rude ed alpino con sfasciumi, ganne e dirupi sul lato grigionese cui ora siamo rivolti, ma di vere difficoltà neanche l'ombra, nonostante in pochi attimi ci si ritrovi ancora totalmente nelle nuvole. La traccia è sempre ben visibile ed intuitiva e senza accorgerci siamo in vetta anche al Piz Martum, da cui la discesa si fa ora molto ripida, ma ben presto siamo al bivio di Er del Bastardell, da cui potremmo già ricongiungerci al sentiero dell'andata. Invece viriamo a sinistra verso Prepiantò, da cui sia la qualità del sentiero che della segnaletica non si mostra all'altezza di quella ticinese... Giungiamo su asfalto e per un po' decidiamo di seguirlo - facendo incetta di castagne - per poi ributtarci su un sentiero marcato che in poco tempo ci riporta al nostro punto di partenza a Lumino.
Una giornata di poche pretese trasformatasi in uno spettacolo difficile da dimenticare... cosa volere di più?...
froloccone
In una giornata grigia arrivare in cima e bucare le nuvole è come rinascere...........
Gran bel giro con ambienti molto belli, soprattutto la cresta sino all'Alpe Martum.
Grazie a Emiliano per la condivisione.
Questa la sacrosanta domanda rivoltami dal giovane e esterrefatto capannaro della Capanna Brogoldone, trovatosi improvvisamente davanti a due fantasmi sbucati dalla fitta nebbia che avvolge e rende misteriosi questi luoghi. Bevuto con calma un the caldo al rifugio, ripartiamo - partiti di buona lena da Lumino - verso la nostra principale meta di oggi, il Piz de Molinera (m.2288) puntando per prati alla sella m.2175 con una visibilità non superiore ai 20-30 metri. Curioso essere qui e non veder sbucare da un momento all'altro l'imponente sagoma del Pizzo di Claro, ma oggi è già tanto vedere chi cammina al nostro fianco... Giunti alla forcella svoltiamo a destra ormai in vista (si fa per dire...) del Piz de Molinera, finchè ecco un lieve barlume di sole. I 20-30 metri di un attimo prima cominciano improvvisamente ad ampliarsi e a un certo punto, quasi senza rendercene conto, ci troviamo oltre le nuvole: è un momento di stupita emozione, perchè i metri rimasti alla cima - che ora vediamo - son davvero pochi. Ed ecco sbucare dal mare bianco - richiamato dal pensiero - proprio il Pizzo di Claro... e il Torrone Rosso, fino al Rosso di Grav e al Forcel, le cime calanchine... laggiù il Piz Platta, il Disgrazia, la catena Mesolcina, il Cavregasco, il Paglia, il Cardinello, le Grigne, il Camoghè, la puntina del Tamaro... e ancora, le cime verzaschesi dal Vogorno in su, e il Poncione Rosso, la Corona di Redorta, il Barone, il Campo Tencia, il Forno...
Ci fermiamo beati davanti a questo muto spettacolo, godendoci una cima forse secondaria che ha però saputo regalarci emozioni forti... non rimane, sbrigata la pratica mangereccia, che scendere dal versante opposto e chiudere l'anello. Ora la bollatura diventa biancoblu e l'ambiente si fa più rude ed alpino con sfasciumi, ganne e dirupi sul lato grigionese cui ora siamo rivolti, ma di vere difficoltà neanche l'ombra, nonostante in pochi attimi ci si ritrovi ancora totalmente nelle nuvole. La traccia è sempre ben visibile ed intuitiva e senza accorgerci siamo in vetta anche al Piz Martum, da cui la discesa si fa ora molto ripida, ma ben presto siamo al bivio di Er del Bastardell, da cui potremmo già ricongiungerci al sentiero dell'andata. Invece viriamo a sinistra verso Prepiantò, da cui sia la qualità del sentiero che della segnaletica non si mostra all'altezza di quella ticinese... Giungiamo su asfalto e per un po' decidiamo di seguirlo - facendo incetta di castagne - per poi ributtarci su un sentiero marcato che in poco tempo ci riporta al nostro punto di partenza a Lumino.
Una giornata di poche pretese trasformatasi in uno spettacolo difficile da dimenticare... cosa volere di più?...
froloccone
In una giornata grigia arrivare in cima e bucare le nuvole è come rinascere...........
Gran bel giro con ambienti molto belli, soprattutto la cresta sino all'Alpe Martum.
Grazie a Emiliano per la condivisione.
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Poncione,
froloccone
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Kommentare (26)