Piz de Molinera 2288 m e Piz Martum 2039 m
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Cristina
Posteggio della teleferica a Lumino. Sono quasi le 8.00 e il sole già picchia. Per nostra fortuna, il sentiero per Monti di Savurù è sia comodo sia all’ombra.
All’arrivo della teleferica continuiamo lungo il sentiero delle sculture. Un attimo d’incertezza nel decifrare il cartello del voi siete qui e potete proseguire da A a C in tot tempo oppure da A a B a C in tal altro tempo, c’è voluto più tempo per decidere cosa fare che farlo effettivamente! Comunque…il sentiero grazie al cielo è sempre all’ombra ma, anche se allietato da qualche scultura, alcune un po’ bizzarre, cosa c’entrano le maschere?!?! È un po’ noioso, soprattutto perché dopo un bel po’ di cammino si scopre di essere ancora più o meno all’altezza di Monti di Savurù…e quando ci arriviamo così alla Capanna Brogoldone. Evitiamo la scorciatoia ripida, tanto non abbiamo fretta e poi ne abbiamo avuto abbastanza ieri!
Arriviamo così all'Alpe Domàs, porca miseria siamo al sole!!!! Mo’ ci arrostiamo…invece il sentiero ritorna nel bosco e quasi senza rendercene conto arriviamo alla bella e panoramica Capanna Brogoldone, abbondantemente in anticipo su quanto previsto.
Accolti da un bellissimo cagnone, non ci lascia in pace finché non gli diamo retta cominciando a lanciargli una sorta di bastoncino in gomma. Ma, cosa assai strana, che si è ripetuta più volte, nel momento in cui gli si è detto basta, il bel cagnone ha preso il pezzetto di gomma e se n’è andato. La stessa cosa si è ripetuta, quando, dopo aver finito le croste del formaggio di Daniele, nel sentirsi dire che basta erano finite, si è allontanato! Tornato ancora alla carica con il pezzetto di gomma, dopo qualche lancio, gli diciamo basta e lui prende e va via! Che capisse il significato di “basta”? Neanche un umano ubbidisce in quella maniera!
Sosta rifocillatrice e ristoratrice mentre cerchiamo di convincere Daniele a salire in cima, per la verità non c’è voluto molto, ma lo sapevamo…
Riprendiamo la salita con molta calma, ammirando finalmente il paesaggio che fino a questo momento è rimasto nascosto e traversando ancora qualche lingua di neve raggiungiamo la vetta.
Mentre sostiamo, arriva una coppia salita da Prepiantò. In precedenza avevo detto a Daniele che se avessimo trovato qualcuno che da Prepiantò fosse sceso in macchina, avremmo chiesto un passaggio, a patto che fosse salito in cima, beh mica se l’è dimenticato…appena la coppia si avvicina chiede loro se arrivano da Prepiantò e se tornano da quella parte e…a questo punto il passaggio lo abbiamo trovato! Devo dire che con il senno di poi tra il caldo, gambe e braccia brasate dal sole e visto anche il lungo tratto di asfalto che avremmo dovuto fare è andata veramente meglio così. Tra l’altro dopo che abbiamo detto loro che arrivavamo a piedi da Lumino, non ci sarebbe stato alcun modo di scendere a piedi…farci risparmiare un po’ di fatica era diventato imperativo. Ci avrebbero anche aspettato nel caso avessimo ritardato per la pausa pranzo che ancora non avevamo fatto…
La coppia si presta anche a illustrarci qualche cima e a suggerirci qualche eventuale escursione, terremo presente.
Lasciamo la cima poco prima di loro e scendiamo tra massi ed erba al Piz Martum, dove poco sotto facciamo sosta pranzo. Ci raggiungono e cominciano a scendere, diciamo loro di non aspettarci se dovessero arrivare prima. Risposta: “Non se ne parla, tanto ci raggiungete!”
Comunque la sosta non sarà lunga, anche volendo, perché il sole è troppo forte e cominciamo a bollire nonostante ci sia un poco d’aria.
Scendiamo ripidamente nel bosco fino a incrociare un sentiero, destra o sinistra? A logica a sinistra e ci azzecchiamo…qualche passaggio tra alberi stravaccati, attraversamento di resti di bosco e tra un
Ahi!
Dolore!
Che male!
Ogni volta che un rametto mi sfiora i polpacci sono guai, arriviamo al posteggio insieme alla coppia. Carichiamo tutto in macchina e scendiamo a Lumino.
Li ringrazio/ringraziamo ancora, vista la giornata saremmo arrivati al posteggio sui gomiti!
La prossima volta non dovrò fare conto sulla crema solare che solitamente Daniele si porta dietro…tra l’altro se era scaduta dal…non ricordo quando, non sarebbe servita a nulla!
Lunedì mi sono sentita gli sfottò di amici e colleghi sull’abbronzatura a strisce e rimproveri di Marco per non aver tenuto i pantaloni lunghi! Ma insomma Daniele bastava che tu avessi avuto la crema, possibilmente non scaduta!!!
Daniele
Nel veloce scambio di SMS del sabato sera i miei compari se ne escono con un: “Andiamo al Piz de Molinera, CH”.
E che è 'sto Molinera?...
Fino ad un paio di anni fa quasi non sapevo neanche che in Svizzera ci fossero le montagne... o meglio, la scarsa propensione ad “espatriare” non me le aveva mai fatte prendere in considerazione... a torto, adesso lo so!
Comunque la mia conoscenza al riguardo è ancora molto fumosa, quindi, per non fare proprio la figura dell'ignorante del gruppo, faccio una veloce ricerca in internet per capire almeno in che parte del globo terracqueo andremo a parare... intuisco la zona, apro un paio di relazioni ed entrambe riportano un dislivello che comincia per 2... non sto neanche a leggerle, mi fanno già male le gambe. Vedo però che c'è un rifugio: inconsciamente lo promuovo a mia personalissima meta di giornata.
Domenica mattina guardando la cartina col giro (ad anello) pensato da Cristina, noto che c'è anche un sentiero che unisce la capanna al sentiero da cui si dovrebbe scendere. Bene. Una gita di 1600 metri mi sembra già fin troppo.
Ed invece, salendo, tutto gira per il verso giusto: il sentiero, ripido solo nei primi metri, sale poi con giusta e costante pendenza; Marco, davanti, impone un passo per me gestibile; il percorso nel bosco, un po' umido, ma tutto sommato abbastanza fresco; le fontane disposte regolarmente lungo il cammino, che danno modo di rinfrescarsi... insomma, tutto sembra voler concorrere a farmi passare una bella giornata.
Passiamo Savurù (dove arriva la funivia che sale da Lumino), ci incamminiamo sul sentiero delle sculture tralasciando la scorciatoia ripida che non attrae nessuno di noi... quand'ecco, poco prima dell'Alpe Domas, un “cedimento strutturale” mi fa perdere terreno rispetto alla coppia di ferro. Ormai sono abbastanza sicuro: la mia escursione avrà come Cima Coppi la Capanna Brogoldone.
Piccola sosta rifocillante all'alpe e riprendiamo il sentiero che in breve ci porta al rifugio, posto in una magnifica posizione.
Decidiamo di fare una sosta un po' più consistente, quindi ci accomodiamo su una panchina per sgranocchiare qualcosa.
Giochiamo un po' col cane del rifugio, simpatico ed educato...
Cristina comincia col lavorio psicologico di promozione dell'autostima... “Un po' alla volta... Andiamo pian pianino... Sono solo (altri, ndr) 400 metri...”.
In effetti a parte il principio di crampi di poco prima, mi sento bene... le gambe sono forse un po' legnose, ma ci sta dopo questo primo “traguardo volante”. Mentre la parte critica del cervello mi dice che sarebbe più saggio fermarmi qui, quella incosciente prende il sopravvento... ed allora via, pian pianino mi incammino anch'io verso la cima che finalmente raggiungiamo in poco più (o poco meno) di un'oretta.
Sono soddisfatto, non ci avrei scommesso... a parte le gambe un po' pesanti non sono neanche troppo stanco... Come direbbe Cristina: "Il dislivello?... E' solo una questione psicologica"...
Poi la ciliegina sulla torta: una gentile coppia di escursionisti saliti da Prepiantò si offre per darci un passaggio fino a Lumino... 1000 metri di discesa risparmiati insieme ad un'altra decina di chilometri, come rifiutare?
Se proprio sono da fare, si fanno... ma tra il caldo torrido di questo anticipo d'estate e la stanchezza che ormai comincia a farsi sentire... meglio così, con buona pace dei duri-e-puri... tanto (come affermato dal nostro "autista") << La salita l'avete fatta, ed è quella che conta>>.
Grazie Amici per quest'altra bella giornata di montagna in compagnia.
Alla prossima.
P.S.: La crema l'ho buttata qualche mese fa, non perchè fosse scaduta, ma perchè era ormai vuota... d'altronde mi faceva compagnia dall'estate del 2007...
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