Piz de Molinera (m.2288) - Anello da Lumino
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Dal parcheggio della teleferica di Lumino (m.267) si sale per una stradina asfaltata a destra di quest'ultima per poi seguire un evidente sentiero nel bosco privo di marcatura CAS, incontrando presto un cartello metallico con dicitura "Vaticcio" ad indicare la via. Il sentiero si svolge all'interno di un bosco abbandonato e con rade frequentazioni perlopiù indigene, salendo costantemente, ma mai ripido, alle baite di Vatiscio (m.1005). Superata l'ultima baita si prosegue a sinistra, facendo attenzione ai segni rossi, nell'unico punto in cui si potrebbe faticare a trovare la via, che gradualmente si fa sempre più chiara toccando uno spettacolare balcone panoramico sull'orlo di un precipizio. Con percorso logico e varie svolte in un bosco più rado e precipite sulla valle di Lumino si perviene all'Alpe di Stabbiello (m.1515), punto panoramico ancor più bello del precedente e dove sorge un'unica piccola baita.
La salita si fa decisamente più ripida, all'interno di una pineta in cui sono evidenti segni di sistemazione e messa in sicurezza del sentiero, liberato da innumerevoli tronchi caduti. La bollatura (non ufficiale) aiuta sempre nell'orientamento, peraltro abbastanza logico poichè nel complesso si segue una dorsale continuata: in passato, dopo l'abbandono, doveva essere sicuramente meno rintracciabile. Con un ultimo traverso in ascesa verso destra ci si congiunge al sentiero di collegamento tra gli alpi di Brogoldone e Martum, appena sopra quest'ultima, cui si giunge con breve discesa (m.1828).
Da questo punto si torna a calcare percorsi ufficiali, affrontando dapprima il ripidissimo strappo che, uscendo dalla pineta, conduce sull'erto Piz Martum (m.2039); dopo breve discesa all'insellatura si segue ora la bella dorsale S del Piz de Molinera, la cui parte terminale disseminata di grossi blocchi tra uno schiudersi panoramico davvero ragguardevole richiede maggior attenzione per la presenza di neve residua. Il panorama fantastico regalato dalla vetta (m.2288), ove soffia un'arietta neanche tanto fredda, ci convince a consumare il pranzo al sacco all'ombra del grosso omone di pietra, prima di riprendere la discesa sul lato settentrionale, in un ambiente ancora invernale (seppur la neve sia primaverile) e dominato dal magistrale Pizzo di Claro. Stando attenti a non sprofondare in qualche buca e rimanendo sul lato ticinese, lontani dal dirupo grigionese, giungiamo nei pressi del Pass de Ciarin (m.2175), ove traversiamo su neve marcia in direzione S per raggiungere la dorsale prativa diretta alla Capanna Brogoldone (m.1904), ove giungiamo senza problemi, incontrando gli unici altri escursionisti di oggi.
Seguendo il sentiero più ripido (ed utilizzando una scorciatoia ulteriore per giungervi) arriviamo a Monti di Savorù (m.1328), dal quale non rimane che seguire il sentiero normale, che a lunghe svolte discende al punto di partenza, a Lumino (m.267).
NB. La valutazione T3+ è dovuta alle condizioni nevose, altrimenti sarebbe T3 (salita) e T2 (discesa).
La salita si fa decisamente più ripida, all'interno di una pineta in cui sono evidenti segni di sistemazione e messa in sicurezza del sentiero, liberato da innumerevoli tronchi caduti. La bollatura (non ufficiale) aiuta sempre nell'orientamento, peraltro abbastanza logico poichè nel complesso si segue una dorsale continuata: in passato, dopo l'abbandono, doveva essere sicuramente meno rintracciabile. Con un ultimo traverso in ascesa verso destra ci si congiunge al sentiero di collegamento tra gli alpi di Brogoldone e Martum, appena sopra quest'ultima, cui si giunge con breve discesa (m.1828).
Da questo punto si torna a calcare percorsi ufficiali, affrontando dapprima il ripidissimo strappo che, uscendo dalla pineta, conduce sull'erto Piz Martum (m.2039); dopo breve discesa all'insellatura si segue ora la bella dorsale S del Piz de Molinera, la cui parte terminale disseminata di grossi blocchi tra uno schiudersi panoramico davvero ragguardevole richiede maggior attenzione per la presenza di neve residua. Il panorama fantastico regalato dalla vetta (m.2288), ove soffia un'arietta neanche tanto fredda, ci convince a consumare il pranzo al sacco all'ombra del grosso omone di pietra, prima di riprendere la discesa sul lato settentrionale, in un ambiente ancora invernale (seppur la neve sia primaverile) e dominato dal magistrale Pizzo di Claro. Stando attenti a non sprofondare in qualche buca e rimanendo sul lato ticinese, lontani dal dirupo grigionese, giungiamo nei pressi del Pass de Ciarin (m.2175), ove traversiamo su neve marcia in direzione S per raggiungere la dorsale prativa diretta alla Capanna Brogoldone (m.1904), ove giungiamo senza problemi, incontrando gli unici altri escursionisti di oggi.
Seguendo il sentiero più ripido (ed utilizzando una scorciatoia ulteriore per giungervi) arriviamo a Monti di Savorù (m.1328), dal quale non rimane che seguire il sentiero normale, che a lunghe svolte discende al punto di partenza, a Lumino (m.267).
NB. La valutazione T3+ è dovuta alle condizioni nevose, altrimenti sarebbe T3 (salita) e T2 (discesa).
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