Cima Lariè 2144 m...che fatica!
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“…è’ giunto il momento di tornare ai Corni di Canzo” la frase simbolo della giornata!!! Una bellissima salita ma in una situazione davvero inaspettata!
In Lombardia di neve ne è scesa poca, anzi guardando le webcam, sembra che la pioggia abbia, in parte, sciolto anche quella che c’era, almeno fino ai 2000 m circa, per cui non pensiamo di trovare grandi differenze sopra Domodossola.
Quindi, non pensando di trovare grandi quantità di neve, anche se il fondo della Val Bognanco è imbiancatissimo, decidiamo di partire da Mocogna, frazione di Domodossola. Una bella mulattiera anche se in alcuni punti parecchio scivolosa ci porta in poco meno di due ore a Monteossolano da dove parte ufficialmente la salita alla Cima Lariè.
Una lunga serie di tornanti e tornantini in costante pendenza e con qualche ripido strappo sale agli alpeggi di Reso, Spino e Campo. Intorno ai 1700 m di quota cominciamo a trovare la prima neve ma non ci preoccupiamo, tanto pensiamo, mancano 400 m di dislivello che sarà mai….
Giunti all’Alpe Campo i cartelli indicano trenta minuti alla cima per la direttissima, facendo i calcoli con i precedenti, per la normale ne dovrebbero mancare una cinquantina invece. Vedendo due che arrancano faticosamente sulla direttissima scegliamo di seguire la traccia per la normale.
Raggiungiamo bene la croce a 1900 m circa e da qui cominciamo la salita verso la cresta. Poco dopo incontriamo le due ragazze passate prima di noi che stanno tornando indietro. So che una di loro legge Hikr, se leggerà il report, mi spiace dirle che il cocuzzolo che pensavano fosse la cima, non lo era, da dove ci siamo incontrati e passata ancora un’ora circa per raggiungerla, in condizioni normali probabilmente la metà però!
Terminate le loro tracce inizia il nostro calvario. Il GPS ci dice che mancano si è no 150 m di dislivello per 1,5 km. Una bazzecola normalmente…un disastro oggi. Avanziamo con lentezza mostruosa, i due Marco si danno il cambio davanti, io sempre nel mezzo. Non pensando di trovare tutta questa neve siamo anche senza ghette e in breve siamo fradici. Più volte pensiamo di tornare indietro. Aspettiamo la coppia, padre e figlia, saliti dalla direttissima e chiediamo loro se se la sentono di darci il cambio ma non sembrano molto propensi, per cui continuiamo. Quando mancano 40 m di dislivello e un 400 m lineari stiamo per gettare la spugna…pausa di riflessione ma…si riprende. La paura più che altro è di finire in qualche buca e spaccarsi o stortarsi una caviglia, essendo la cresta sassossa immagino, visto le voragini che spesso facciamo.
Finalmente la cresta si addolcisce, forse l’ultimo tratto è su erba o c’è più neve che copre le pietre, fatto sta che si procede meglio, continuando in ogni caso a sfondare. Ora è anche più evidente come proseguire, ho così l’onore di fare gli ultimi 250 m, ma vi assicuro che prima di arrivare all’ometto c’è voluto ancore un po’, sembrava sempre lontanissimo…ma alla fine lo abbiamo toccato! Pochi minuti dopo arrivano papà e figlia che ci ringraziano ammettendo che senza di noi non avrebbero proseguito.
Veloci foto di vetta, fortunatamente non fa freddo perché siamo fradici.
Discesa all’Alpe Campo più veloce ma sempre faticosa. Sosta per mangiare qualcosa e strizzare pantaloni e calze. Come dicevo per fortuna il sole è ancora bello caldo…
Il ritorno a Monteossolano è velocissimo ma, abbiamo ancora solo una mezz’oretta di luce per cui accettiamo volentieri, dai compagni di cima, il passaggio in auto fino a Mocogna.
Tanta fatica ma tanta soddisfazione…
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