Piz Surgonda, mt 3.196 - Engadina
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Ancora belle giornate estive con caldo anche alle alte quote, quindi con Danilo si decide di provare un’altra cima a 3 mila metri di altitudine. La scelta cade sul Piz Surgonda, meta poco conosciuta che è stata lo scorso autunno oggetto di pubblicazione sulla rivista Orobie e che qui è stata ben descritta da “Giorgio59”, “Grandemago” ed ovviamente l’esperto della zona, Enrico “Turistalpi”.
Superato di circa un chilometro lo Julier Pass, parcheggiamo l’auto nei pressi dell’Ospizio La Veduta e quando mancano pochi minuti alle 9 ci mettiamo in cammino seguendo le indicazioni per la Fuorcla d’Agnel il cui sentiero ha inizio proprio in prossimità del parcheggio.
Si perde leggermente quota per risalire poi decisamente verso l’imbocco della Val d’Agnel dove ci ritroviamo già al sole. Alla nostra destra svetta il torrione del Corn Alv mentre alla sinistra è ben visibile la croce in cima al Piz Bardella. Si risale con moderata pendenza la vallata, superando in alcuni punti il corso d’acqua che la discende, sino ad arrivare in circa un’ora ad una palina posta a quota 2.530 mt dove sono riportare le indicazioni, svoltando a sinistra, per la Fuorcla Digl Leget. In questo punto, volgendo lo sguardo a sinistra, è visibile un caratteristico arco tra le rocce. Procediamo lungo la valle, alternando ripidi strappi a qualche tratto in moderata pendenza, sino ad arrivare, alle 10.35, ad una altitudine di circa 2.700 mt. Qui, in corrispondenza di un grosso masso, appena superato un piccolo rio d’acqua, abbandoniamo il sentiero che sale alla Fuorcla d’Agnel per piegare decisamente a destra. Come ben spiegato nella relazione di Giorgio59, si passa tra le pareti del Corn Alv e quelle del picco roccioso quotato 2.980 mt, risalendo il crinale che divide una zona erbosa, da un lato, da un terreno ricoperto da terriccio, dall’altro lato. Salita la prima ripida balza, alle 11.10 giunti ad una altitudine di circa 2.820 mt, ci fermiamo per una piccola sosta. A questo punto avremmo forse dovuto risalire ancora in direzione della cresta posta di fronte a noi, invece di puntare verso nord passando su grosse pietre instabili, fino a raggiungere, alle 11.40, la quota di circa 2.920 mt. Sulla nostra destra ci appare con tutta la sua imponenza il Piz Julier con dietro le vette innevate del gruppo del Bernina. Alle nostre spalle, oltre ai vicini rilievi del Corn Alv, in lontananza sono ben visibili la vedretta del Forno e, più lontano, il Disgrazia mentre volgendo lo sguardo verso ovest si riconoscono Cengalo, Badile, Piz Duan e la sagoma arrotondata del Piz Platta. Ci si muove in un paesaggio che sembra lunare, calpestando rocce chiare, quasi bianche, che poco oltre assumono colorazioni tendenti al rosso e al verde. I rilievi che portano alla vetta del Piz Surgonda sono posti proprio di fronte a noi anche se la strada da percorrere è ancora lunga e resa impervia dal fondo del terreno che in alcuni punti è molto instabile. Decidiamo di raggiungere la sella posta tra l’anticima e la cima del Piz Surgonda che risaliamo, soprattutto io, con fatica. Passiamo lungo la traccia posta sotto i pinnacoli rocciosi dell’anticima che sembrano in precario equilibrio, poggiati sul terreno in forte pendenza. Raggiunta la sella il panorama si apre anche sul sottostante versante opposto, in pratica su quello che resta di parte dell’ampia conca glaciale del Traunter Ovas. Ancora un paio di ripidi strappi, ora su terreno roccioso e decisamente più stabile, e finalmente alle 12,45 raggiungo anch’io la cima, qualche minuto dopo Danilo. Abbiamo percorso 7 chilometri in 2h30m di marcia con 1h20m di soste. La vetta è caratterizzata da un piccolo ometto di pietre di color verdognolo mentre sotto di noi si apre la vista sul ghiacciaio del Traunter Ovas, chiuso tra le cime occidentali del Piz Surgonda, la Tschima da Flix, il Piz Picuogl e la vetta del Traunter Ovas. I colori delle rocce variano dal verde, al rosso, fino all’arancione, proprio un bel colpo d’occhio. Sotto la conca glaciale, in val Bever, è visibile anche la Capanna Jenatsch. Tutto attorno sono ancora meglio visibili le cime, vicine e in lontananza, che erano apparse già nel corso della salita. Pur essendo a quasi 3.200 mt la temperatura è gradevole, non c’è praticamente vento, pertanto decidiamo di fermarci qua per la nostra sosta pranzo. Ne approfitto per riprendere fiato prima di fare un po’ di foto da questa privilegiata postazione. Ci rimettiamo in cammino alle 13.45 per scendere alla sella e risalire all’anticima dove giungiamo in circa 15 minuti. Anche qui ci fermiamo una decina di minuti per alcune foto prima di ridiscendere, con molta cautela, il pendio detritico che raggiunge direttamente la cresta. Alle 14.55 arriviamo a quota 2.920mt, dove eravamo passati durante la salita. La nostra intenzione è però quella di compiere un giro ad anello, passando attorno al Corn Alv, pertanto scendiamo a vista, in questo tratto non c’è sentiero, sino ad arrivare in circa 15 minuti ad un pianoro sassoso posto a 2.850 mt. Da qualsiasi parte lo si osservi il Corn Alv presenta dei caratteristici speroni rocciosi. Dopo una sosta di un decina di minuti riprendiamo la discesa, ora tra sfasciumi rocciosi alternati ai primi tratti di prato, sino ad intercettare, sono le 15.40, una traccia di sentiero a quota 2.700 mt circa che scende dalla Fuorcla Alva; le peripezie dovrebbero essere terminate, ora ci sentiamo rassicurati. Procediamo comodamente lungo pianori erbosi e leggere balze sino ad avvinarci, alle 16.05, alle sponde di un piccolo laghetto quotato 2.570 mt circa. Da questo punto la strada del passo è già ben visibile anche se per completare la discesa dobbiamo riprendere la traccia di sentiero e in un’ora circa arriviamo al parcheggio dell’Ospizio La Veduta dove termina la nostra bella escursione.
Oltre alla soddisfazione di aver raggiunto una cima oltre i 3 mila metri siamo rimasti meravigliati dei paesaggi attraversati, dai colori delle rocce e dei terreni incontrati. In considerazione del fatto che buona parte del percorso segue pendii che non sono tracciati con bollatura, anche se i passaggi sono abbastanza facilmente individuabili, ho dato all’escursione una valutazione di difficoltà “T3+”. Il periodo feriale volge al termine, speriamo di trovare weekend tardo estivi e soprattutto autunnali ideali per la nostra passione escursionistica.
Dati complessivi:
Km percorsi: 13,1;
Tempo marcia: 4h40m;
Tempo sosta: 3h30m;
Ascesa: mt. 1.050 circa;
Velocità media in marcia: 2,8 km/h;
Velocità media totale: 1,6 km/h.
Superato di circa un chilometro lo Julier Pass, parcheggiamo l’auto nei pressi dell’Ospizio La Veduta e quando mancano pochi minuti alle 9 ci mettiamo in cammino seguendo le indicazioni per la Fuorcla d’Agnel il cui sentiero ha inizio proprio in prossimità del parcheggio.
Si perde leggermente quota per risalire poi decisamente verso l’imbocco della Val d’Agnel dove ci ritroviamo già al sole. Alla nostra destra svetta il torrione del Corn Alv mentre alla sinistra è ben visibile la croce in cima al Piz Bardella. Si risale con moderata pendenza la vallata, superando in alcuni punti il corso d’acqua che la discende, sino ad arrivare in circa un’ora ad una palina posta a quota 2.530 mt dove sono riportare le indicazioni, svoltando a sinistra, per la Fuorcla Digl Leget. In questo punto, volgendo lo sguardo a sinistra, è visibile un caratteristico arco tra le rocce. Procediamo lungo la valle, alternando ripidi strappi a qualche tratto in moderata pendenza, sino ad arrivare, alle 10.35, ad una altitudine di circa 2.700 mt. Qui, in corrispondenza di un grosso masso, appena superato un piccolo rio d’acqua, abbandoniamo il sentiero che sale alla Fuorcla d’Agnel per piegare decisamente a destra. Come ben spiegato nella relazione di Giorgio59, si passa tra le pareti del Corn Alv e quelle del picco roccioso quotato 2.980 mt, risalendo il crinale che divide una zona erbosa, da un lato, da un terreno ricoperto da terriccio, dall’altro lato. Salita la prima ripida balza, alle 11.10 giunti ad una altitudine di circa 2.820 mt, ci fermiamo per una piccola sosta. A questo punto avremmo forse dovuto risalire ancora in direzione della cresta posta di fronte a noi, invece di puntare verso nord passando su grosse pietre instabili, fino a raggiungere, alle 11.40, la quota di circa 2.920 mt. Sulla nostra destra ci appare con tutta la sua imponenza il Piz Julier con dietro le vette innevate del gruppo del Bernina. Alle nostre spalle, oltre ai vicini rilievi del Corn Alv, in lontananza sono ben visibili la vedretta del Forno e, più lontano, il Disgrazia mentre volgendo lo sguardo verso ovest si riconoscono Cengalo, Badile, Piz Duan e la sagoma arrotondata del Piz Platta. Ci si muove in un paesaggio che sembra lunare, calpestando rocce chiare, quasi bianche, che poco oltre assumono colorazioni tendenti al rosso e al verde. I rilievi che portano alla vetta del Piz Surgonda sono posti proprio di fronte a noi anche se la strada da percorrere è ancora lunga e resa impervia dal fondo del terreno che in alcuni punti è molto instabile. Decidiamo di raggiungere la sella posta tra l’anticima e la cima del Piz Surgonda che risaliamo, soprattutto io, con fatica. Passiamo lungo la traccia posta sotto i pinnacoli rocciosi dell’anticima che sembrano in precario equilibrio, poggiati sul terreno in forte pendenza. Raggiunta la sella il panorama si apre anche sul sottostante versante opposto, in pratica su quello che resta di parte dell’ampia conca glaciale del Traunter Ovas. Ancora un paio di ripidi strappi, ora su terreno roccioso e decisamente più stabile, e finalmente alle 12,45 raggiungo anch’io la cima, qualche minuto dopo Danilo. Abbiamo percorso 7 chilometri in 2h30m di marcia con 1h20m di soste. La vetta è caratterizzata da un piccolo ometto di pietre di color verdognolo mentre sotto di noi si apre la vista sul ghiacciaio del Traunter Ovas, chiuso tra le cime occidentali del Piz Surgonda, la Tschima da Flix, il Piz Picuogl e la vetta del Traunter Ovas. I colori delle rocce variano dal verde, al rosso, fino all’arancione, proprio un bel colpo d’occhio. Sotto la conca glaciale, in val Bever, è visibile anche la Capanna Jenatsch. Tutto attorno sono ancora meglio visibili le cime, vicine e in lontananza, che erano apparse già nel corso della salita. Pur essendo a quasi 3.200 mt la temperatura è gradevole, non c’è praticamente vento, pertanto decidiamo di fermarci qua per la nostra sosta pranzo. Ne approfitto per riprendere fiato prima di fare un po’ di foto da questa privilegiata postazione. Ci rimettiamo in cammino alle 13.45 per scendere alla sella e risalire all’anticima dove giungiamo in circa 15 minuti. Anche qui ci fermiamo una decina di minuti per alcune foto prima di ridiscendere, con molta cautela, il pendio detritico che raggiunge direttamente la cresta. Alle 14.55 arriviamo a quota 2.920mt, dove eravamo passati durante la salita. La nostra intenzione è però quella di compiere un giro ad anello, passando attorno al Corn Alv, pertanto scendiamo a vista, in questo tratto non c’è sentiero, sino ad arrivare in circa 15 minuti ad un pianoro sassoso posto a 2.850 mt. Da qualsiasi parte lo si osservi il Corn Alv presenta dei caratteristici speroni rocciosi. Dopo una sosta di un decina di minuti riprendiamo la discesa, ora tra sfasciumi rocciosi alternati ai primi tratti di prato, sino ad intercettare, sono le 15.40, una traccia di sentiero a quota 2.700 mt circa che scende dalla Fuorcla Alva; le peripezie dovrebbero essere terminate, ora ci sentiamo rassicurati. Procediamo comodamente lungo pianori erbosi e leggere balze sino ad avvinarci, alle 16.05, alle sponde di un piccolo laghetto quotato 2.570 mt circa. Da questo punto la strada del passo è già ben visibile anche se per completare la discesa dobbiamo riprendere la traccia di sentiero e in un’ora circa arriviamo al parcheggio dell’Ospizio La Veduta dove termina la nostra bella escursione.
Oltre alla soddisfazione di aver raggiunto una cima oltre i 3 mila metri siamo rimasti meravigliati dei paesaggi attraversati, dai colori delle rocce e dei terreni incontrati. In considerazione del fatto che buona parte del percorso segue pendii che non sono tracciati con bollatura, anche se i passaggi sono abbastanza facilmente individuabili, ho dato all’escursione una valutazione di difficoltà “T3+”. Il periodo feriale volge al termine, speriamo di trovare weekend tardo estivi e soprattutto autunnali ideali per la nostra passione escursionistica.
Dati complessivi:
Km percorsi: 13,1;
Tempo marcia: 4h40m;
Tempo sosta: 3h30m;
Ascesa: mt. 1.050 circa;
Velocità media in marcia: 2,8 km/h;
Velocità media totale: 1,6 km/h.
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