Piz di Russ 2247 m
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Escursione quasi fotocopia di quella di paoloski della scorsa settimana, con tempo decisamente migliore però!
La partenza da Sta Maria in Calanca non è delle più promettenti. Marco con le caviglie sifule, Andrea Poge con un crampo al polpaccio (grazie a quello però, siamo quasi rimasti a vista per tutto il giorno!) a tutto ciò si aggiunge il bagagliaio allagato e il mio zaino zuppo a causa della mia bottiglietta chiusa male…che siano segni che è meglio tornarcene a casa? Come non bastasse dalla prima fontana dove volevo riempire la bottiglia, scende acqua marrone…ferrugginosa….???? Non lasciamoci scoraggiare e partiamo va!
La salita a Pian di Renten è ripida, ma va? Non sempre ma spesso! Quella croce è la nostra cima…ma va!!! Troppo vicina, beh siamo sotto la sua verticale! Non è lei è vero ma non è lontana dalla nostra!
A Pian di Renten facciamo una sosta, individuiamo il Piz di Russ ma decidiamo di salire prima alla croce. Percorrere la cresta e raggiungere la cima. Ma, c’è sempre un ma, quello che vedo è….verticale, beh quasi! Il GPS riporta una traccia sul bordo ma noi decidiamo di rimanere più all’interno e cercare di fare qualche zigo-zago. Ravaniamo tra rododendri, pietraia (meglio), ancora rododendri e ancora pietraia e negli ultimi metri raggiungiamo la traccia e quindi la croce. Il tempo di fare due foto e ripartiamo. Alterniamo tratti in cresta a tratti su traversi tutti semplici ma dove prestare sempre attenzione.
Raggiunta la cima facciamo una piccola sosta. Cime ne riconosciamo ben poche ma il panorama è notevole e il Piz della Molera incombe sulle nostre teste….Andrea sta cercando il modo di salirlo…non oggi però, grazie al cielo!
Scendiamo alla Bocca di Vegeina e risaliamo sul lato opposto per ritrovare quello che dalla cima ci sembrava un sentiero che passava tra i paravalanghe. Raggiunti i paravalanghe troviamo solo delle vaghe tracce. A questo punto scendiamo sulla verticale della casetta e poco prima di raggiungerla incrociamo il sentiero che seguiamo fino al Rifugio Alp de Fora dove facciamo sosta pranzo.
Scendiamo quindi a Mondent, percorriamo il lungo traverso che più che sali scendi è un sali sali, mai noioso però. Raggiungiamo i resti della cappelletta di Madalin, dove assistiamo alle evoluzioni di un vermetto, avere una paio di scarpe con l’aderenza delle sue zampette…e che addominali!!!!
Ultima salitina e siamo alla Cappella di Sant’Antonio in Bolada. Ora tutta comoda discesa in un bel bosco e poi per prati con una fioritura spettacolare di ginestre.
La partenza ci aveva mandato segnali ambigui, il rientro...beh purtroppo incappiamo in un incidente a 1 km da Chiasso e rimaniamo bloccati per più di un'ora in autostrada!
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