Tour Ronde (3798 m) - Cresta SE
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Insieme a Raffaele e all'amico Adriano pianifichiamo questo week-end nella zona Bianco. Il primo giorno sarà qualcosa di più tranquillo per poi, il giorno seguente, fare ciò per cui siamo diretti qui.
E' così che fra le 3 opzioni più logiche, optiamo di salire la Tour Ronde per la via normale Sabato 20, prendendo la seconda funivia della giornata (6:45 circa).
Nella mia lista immaginaria la Tour Ronde sarebbe dovuta essere stata salita dalla parete nord, ma, ovviamente, le condizioni sono già pietose.
Dall'arrivo della SkyWay Monte Bianco, a Punta Helbronner, ci dirigiamo al Col des Flambeaux, dove sono appollaiate delle tende. Raggiungiamo il ripiano a Q3300 m e pieghiamo a SO per il vallone, alla nostra sinistra l'Aguille de Toula e l'Aguille d'Entreves, alla nostra destra il singolare Grand Capucin e, più avanti, la nostra meta. Saliamo con pendenze sempre più leggere, verso il Col d'Entreves, senza mai raggiungerlo.
La cresta la si attacca superando un grande crepaccio e salendo un primissimo tratto nevoso e in parte ghiacciato. Aggiriamo delle roccette arrivando alla base della cresta SE. Le relazioni parlano di tenersi sulla destra, ma l'intuito di Raffaele suggerisce di tenersi a sinistra, anche se apparentemente più esposto.
Adriano ed io dubbiosi di questo istinto, suggeriamo di attaccare a destra, portandoci ancora su neve e risalendo una placca fessurata non del tutto banale.
Superato questo primissimo tratto è evidente che l'intuito di Raffaele ci avrebbe portato nel medesimo punto con un'arrampicata decisamente più facile. Siamo ora in cresta. La seguiamo per blocchi fino a trovarci sotto un grosso gendarme. Proseguiamo su una placca con un numero minimo di tacchette per i piedi e lame per le mani. Aggiriamo il gendarme sul suo lato sinistro e proseguiamo tra blocchi e detriti, su terreno instabile, tenendo sempre il versante sud della cresta (versante Brenva). Risaliamo per riprendere il filo di cresta e raggiungere il Col Freshfield. Cos'è quella? Un vecchio bob arrugginito??? ...quasi quasi...
Aggiriamo i successivi gendarmi sempre rimanendo sul versante Brenva, su terreno delicato. Per un pendio nevoso risaliamo fino a alle rocce terminali che, con semplici passaggi d'arrampicata, ci portano in vetta.
Durante la breve pausa, in compagnia di altri 4 alpinisti, osserviamo la folla su l'Aiguille d'Entreves, qualcuno arrampicare sul Le Trident, l'Aiguille Noire, la cresta di Peuterey, l'Aiguille Verte, il Monte Bianco, la cresta Cosmiques, ed in lontananza, come un missile spuntare dalle nubi, il Dente del Gigante.
Scendiamo come per andata, seguendo i pochi ometti presenti, con una breve ma intensa deviazione nell'ultimo tratto, tenendoci sul versante N, più verticale e altrettanto sfasciumoso. Durante tutta la discesa non cesserà il rumore delle scariche di sassi sul versante nord. Per terminare ci caliamo in doppia (10 mt, sosta attrezzata) e scendiamo dal pendio nevoso/ghiacciato fino al vallone nevoso e da qui come per andata, arrivando al Rifugio Torino, poco distante dall'arrivo della funivia.
E' così che fra le 3 opzioni più logiche, optiamo di salire la Tour Ronde per la via normale Sabato 20, prendendo la seconda funivia della giornata (6:45 circa).
Nella mia lista immaginaria la Tour Ronde sarebbe dovuta essere stata salita dalla parete nord, ma, ovviamente, le condizioni sono già pietose.
Dall'arrivo della SkyWay Monte Bianco, a Punta Helbronner, ci dirigiamo al Col des Flambeaux, dove sono appollaiate delle tende. Raggiungiamo il ripiano a Q3300 m e pieghiamo a SO per il vallone, alla nostra sinistra l'Aguille de Toula e l'Aguille d'Entreves, alla nostra destra il singolare Grand Capucin e, più avanti, la nostra meta. Saliamo con pendenze sempre più leggere, verso il Col d'Entreves, senza mai raggiungerlo.
La cresta la si attacca superando un grande crepaccio e salendo un primissimo tratto nevoso e in parte ghiacciato. Aggiriamo delle roccette arrivando alla base della cresta SE. Le relazioni parlano di tenersi sulla destra, ma l'intuito di Raffaele suggerisce di tenersi a sinistra, anche se apparentemente più esposto.
Adriano ed io dubbiosi di questo istinto, suggeriamo di attaccare a destra, portandoci ancora su neve e risalendo una placca fessurata non del tutto banale.
Superato questo primissimo tratto è evidente che l'intuito di Raffaele ci avrebbe portato nel medesimo punto con un'arrampicata decisamente più facile. Siamo ora in cresta. La seguiamo per blocchi fino a trovarci sotto un grosso gendarme. Proseguiamo su una placca con un numero minimo di tacchette per i piedi e lame per le mani. Aggiriamo il gendarme sul suo lato sinistro e proseguiamo tra blocchi e detriti, su terreno instabile, tenendo sempre il versante sud della cresta (versante Brenva). Risaliamo per riprendere il filo di cresta e raggiungere il Col Freshfield. Cos'è quella? Un vecchio bob arrugginito??? ...quasi quasi...
Aggiriamo i successivi gendarmi sempre rimanendo sul versante Brenva, su terreno delicato. Per un pendio nevoso risaliamo fino a alle rocce terminali che, con semplici passaggi d'arrampicata, ci portano in vetta.
Durante la breve pausa, in compagnia di altri 4 alpinisti, osserviamo la folla su l'Aiguille d'Entreves, qualcuno arrampicare sul Le Trident, l'Aiguille Noire, la cresta di Peuterey, l'Aiguille Verte, il Monte Bianco, la cresta Cosmiques, ed in lontananza, come un missile spuntare dalle nubi, il Dente del Gigante.
Scendiamo come per andata, seguendo i pochi ometti presenti, con una breve ma intensa deviazione nell'ultimo tratto, tenendoci sul versante N, più verticale e altrettanto sfasciumoso. Durante tutta la discesa non cesserà il rumore delle scariche di sassi sul versante nord. Per terminare ci caliamo in doppia (10 mt, sosta attrezzata) e scendiamo dal pendio nevoso/ghiacciato fino al vallone nevoso e da qui come per andata, arrivando al Rifugio Torino, poco distante dall'arrivo della funivia.
Tourengänger:
martynred
Communities: Hikr in italiano
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