Tour Ronde - Couloir Gervasutti
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Le gambe sbarellano ancora a causa del weekend di fuoco appena trascorso, ma davanti a certe proposte illegali di un certo calibro, di certo non sono la persona che sa tirarsi indietro e dire di no. Mannaggia a me e alla mia testardaggine!
Partenza onesta in tarda mattinata del lunedì con destinazione Courmayeur: nonostante il mio pessimo rapporto con la Skyway del Monte Bianco (vedi Dente del Gigante di 2 anni fa), mi ritrovo nuovamente faccia a faccia con il nemico(piccolo spoiler: anche questa volta vincerà lui).
Sbarcati al Rifugio Torino, un mondo meraviglioso e ovattato da una soffice coperta bianca ci accoglie con un freddo abbraccio: il mondo del Monte Bianco è un qualcosa di unico ed è impossibile resistergli (come direbbe la mia cara quota rosa "il dottore dovrebbe prescrivere un'alba al Bianco almeno una volta alla settimana").
Dopo una profonda chiacchierata con due polacchi (gli argomenti sono stati principalmente vino e alpinismo), ci fiondiamo nelle brande.
Fuori il vento continua ad ululare incessante e, nonostante il calduccio del Rifugio, la pelle si riempie di brividi pensando alla giornata che ci attende.
Sveglia alle ore 4. Ore 4:30 partenza.
Accompagnati da un fastidioso e gelido vento raggiungiamo velocemente il Col Flambeaux, quindi alla luce delle nostre frontali ci buttiamo giù dal ripido pendio verso il Cirque du Maudit.
La notte sembra non voler cedere il passo al nuovo mattino, così raggiungiamo l'attacco della Gervasutti che è ancora buio pesto.
Alla base della terminale abbandoniamo i nostri prodi compagni di viaggio, veloci ci leghiamo e risaliamo i primi 50 metri di divertente ghiaccio.
Entrati nel canale vero e proprio, le prime luci dell'alba iniziano a riscaldare le vette più alte, ma non il nostro canale, che resterà sempre in ombra, rendendolo apparentemente inospitale... Ma in realtà siamo nel posto più bello del mondo!
Neve polverosa si alterna a neve più portante. Un'ultima sezione di facile misto ci deposita sull'affilata lama di neve all'uscita della classica Parete Nord. Da qui in breve raggiungiamo la vetta della Tour Ronde.
La vista spazia a 360° su cime affilate di rosso granito e soffice coltre bianca, ma lo sguardo non può che essere attratto dalla vetta di Sua Maestà il Monte Bianco: sembra a un tiro di schioppo!
La pausa in vetta, purtroppo, è breve: la via normale alla tour Ronde è attualmente pericolosa e sconsigliata, quindi ci dobbiamo sciroppare la Gervasutti anche in discesa.
Tra doppie incastrate, tremanti disarrampicate (per me ovviamente) e calate mozzafiato sopra la terminale, ritorniamo ai nostri scietti.
Un'avventura con la A maiuscola nel magico mondo del Monte Bianco e già non vedo l ora di tornare a perdermi a sognare tra i suoi satelliti!
Dal Rifugio Torino (q. 3375 m) seguire la traccia che, passando ai piedi del Grand Flambeau e dell'Aiguille de Toula, scende sul Glacier du Geant. Lasciare sulla sinistra la traccia che porta alla base dell'Aiguille de Toula prima e all'Aiguille d'Entreves poi, quindi addentrarsi nel suggestivo Cirque du Maudit.
Transitare sotto la Parete Nord della Tour Ronde, quindi proseguire costeggiando la base della montagna fino a raggiungere i piedi della sua Parete W: a questo punto, il Couloir Gervasutti appare ben evidente.
Su terreno via via più ripido portarsi sotto la crepaccia terminale, superarla ed entrare nel canale nevoso vero e proprio.
Risalire interamente il canale di neve (50°/55° se in ottime condizioni) quindi, quando esso si fa più ampio nella parte alta, uscire verso destra su terreno di misto facile.
Si raggiunge così un'esile crestina di neve (in comune con l'uscita della Parete Nord classica), che va percorsa da sinistra verso destra fin quando non si esaurisce nei pressi della torre della vetta. Qui occorre disarrampicare per una ventina di metri (misto facile, max II°) fino a guadagnare un'ampia cengia nevosa alla base del castello roccioso sommitale. Percorrere la cengia in senso orario, quindi raggiungere l'ampia spalla SE (via normale), che si segue fino alle ultime roccette (II+/III -) che precedono la madonnina di vetta della Tuor Ronde (q. 3792 m).
Discesa dalla via normale. Dalla vetta, disarrampicare le ultime roccette (eventualmente, è possibile fare una doppia di 25m dalla madonnina) per ritornare sulla spalla nevosa della cresta SE. Percorrere la cresta di neve, inizialmente ampia poi più stretta, fino a raggiungere una prima zona rocciosa: qui, occorre piegare sul versante orientale della montagna e scendere per un vago canalone (45° max), o in disarrampicata o con alcune doppie (soste attrezzate), fino a mettere piede nel vallone glaciale del Col d'Entreves. Da qui, per comoda traccia, si fa rientro al Rifugio Torino (q 3375 m).
CONDIZIONI AL 12/10/21:
con Fede
Partenza onesta in tarda mattinata del lunedì con destinazione Courmayeur: nonostante il mio pessimo rapporto con la Skyway del Monte Bianco (vedi Dente del Gigante di 2 anni fa), mi ritrovo nuovamente faccia a faccia con il nemico(piccolo spoiler: anche questa volta vincerà lui).
Sbarcati al Rifugio Torino, un mondo meraviglioso e ovattato da una soffice coperta bianca ci accoglie con un freddo abbraccio: il mondo del Monte Bianco è un qualcosa di unico ed è impossibile resistergli (come direbbe la mia cara quota rosa "il dottore dovrebbe prescrivere un'alba al Bianco almeno una volta alla settimana").
Dopo una profonda chiacchierata con due polacchi (gli argomenti sono stati principalmente vino e alpinismo), ci fiondiamo nelle brande.
Fuori il vento continua ad ululare incessante e, nonostante il calduccio del Rifugio, la pelle si riempie di brividi pensando alla giornata che ci attende.
Sveglia alle ore 4. Ore 4:30 partenza.
Accompagnati da un fastidioso e gelido vento raggiungiamo velocemente il Col Flambeaux, quindi alla luce delle nostre frontali ci buttiamo giù dal ripido pendio verso il Cirque du Maudit.
La notte sembra non voler cedere il passo al nuovo mattino, così raggiungiamo l'attacco della Gervasutti che è ancora buio pesto.
Alla base della terminale abbandoniamo i nostri prodi compagni di viaggio, veloci ci leghiamo e risaliamo i primi 50 metri di divertente ghiaccio.
Entrati nel canale vero e proprio, le prime luci dell'alba iniziano a riscaldare le vette più alte, ma non il nostro canale, che resterà sempre in ombra, rendendolo apparentemente inospitale... Ma in realtà siamo nel posto più bello del mondo!
Neve polverosa si alterna a neve più portante. Un'ultima sezione di facile misto ci deposita sull'affilata lama di neve all'uscita della classica Parete Nord. Da qui in breve raggiungiamo la vetta della Tour Ronde.
La vista spazia a 360° su cime affilate di rosso granito e soffice coltre bianca, ma lo sguardo non può che essere attratto dalla vetta di Sua Maestà il Monte Bianco: sembra a un tiro di schioppo!
La pausa in vetta, purtroppo, è breve: la via normale alla tour Ronde è attualmente pericolosa e sconsigliata, quindi ci dobbiamo sciroppare la Gervasutti anche in discesa.
Tra doppie incastrate, tremanti disarrampicate (per me ovviamente) e calate mozzafiato sopra la terminale, ritorniamo ai nostri scietti.
Un'avventura con la A maiuscola nel magico mondo del Monte Bianco e già non vedo l ora di tornare a perdermi a sognare tra i suoi satelliti!
Dal Rifugio Torino (q. 3375 m) seguire la traccia che, passando ai piedi del Grand Flambeau e dell'Aiguille de Toula, scende sul Glacier du Geant. Lasciare sulla sinistra la traccia che porta alla base dell'Aiguille de Toula prima e all'Aiguille d'Entreves poi, quindi addentrarsi nel suggestivo Cirque du Maudit.
Transitare sotto la Parete Nord della Tour Ronde, quindi proseguire costeggiando la base della montagna fino a raggiungere i piedi della sua Parete W: a questo punto, il Couloir Gervasutti appare ben evidente.
Su terreno via via più ripido portarsi sotto la crepaccia terminale, superarla ed entrare nel canale nevoso vero e proprio.
Risalire interamente il canale di neve (50°/55° se in ottime condizioni) quindi, quando esso si fa più ampio nella parte alta, uscire verso destra su terreno di misto facile.
Si raggiunge così un'esile crestina di neve (in comune con l'uscita della Parete Nord classica), che va percorsa da sinistra verso destra fin quando non si esaurisce nei pressi della torre della vetta. Qui occorre disarrampicare per una ventina di metri (misto facile, max II°) fino a guadagnare un'ampia cengia nevosa alla base del castello roccioso sommitale. Percorrere la cengia in senso orario, quindi raggiungere l'ampia spalla SE (via normale), che si segue fino alle ultime roccette (II+/III -) che precedono la madonnina di vetta della Tuor Ronde (q. 3792 m).
Discesa dalla via normale. Dalla vetta, disarrampicare le ultime roccette (eventualmente, è possibile fare una doppia di 25m dalla madonnina) per ritornare sulla spalla nevosa della cresta SE. Percorrere la cresta di neve, inizialmente ampia poi più stretta, fino a raggiungere una prima zona rocciosa: qui, occorre piegare sul versante orientale della montagna e scendere per un vago canalone (45° max), o in disarrampicata o con alcune doppie (soste attrezzate), fino a mettere piede nel vallone glaciale del Col d'Entreves. Da qui, per comoda traccia, si fa rientro al Rifugio Torino (q 3375 m).
CONDIZIONI AL 12/10/21:
- Utili (ma non indispensabili) gli sci per raggiungere l'attacco del Couloir
- Couloir Gervasutti in condizioni discrete: si sale abbastanza agevolmente, ma le difficoltà sono leggermente più elevate. La terminale si supera facilmente, poi segue un tratto di circa 20/30 metri a 65° circa su buon ghiaccio. Nel canale neve polverosa riportata dal vento (55°), mentre nella parte alta affiora un po' di ghiaccio "spaccoso". L'uscita avviene per terreno di facile misto, dove saltini con neve dura e trasformata si alternano a tratti più delicati di neve farinosa.
- Dalla vetta abbiamo fatto una calata dalla madonnina perchè le roccette finali erano sporche di neve.
- La Via Normale di discesa ci è stata fortemente sconsigliata da delle guide perchè attualmente molto pericolosa a causa di alcune scariche (prende sole già dal mattino).
- Siamo ridiscesi dalla Gervasutti: è possibile fare alcune doppie nella parte alta del canale su spuntoni e due doppie su sosta a spit per superare la terminale (1 corda da 60m), nella parte centrale, invece, occorre disarrampicare. Sicuramente più sicura della Via Normale, ma decisamente più lunga.
- Ghiacciaio in buone condizioni: bella traccia e crepacci visibili.
con Fede
Tourengänger:
irgi99

Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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Kommentare (10)