'E quindi uscimmo a riveder il sole'. Adula per il canale Ezio e Maria
Giù nel canale è ombra e silenzio, i ramponi scricchiolano sulla neve, il fiato si fa breve per la tensione. Uno, due, tre passi cauti e un sole caldo mi abbaglia, di fronte il lenzuolo candido del Ghiacciaio del Paradiso. Pochi istanti e Simona mi raggiunge sul colletto. Siamo in cima al grande canale della parete sud dell'Adula che Giuseppe Brenna ha dedicato ai genitori Ezio e Maria.
Qualche ora prima una sveglia importuna ci butta fuori dal letto. Il sole sta appena iniziando a illuminare la grande quinta di montagne che si ammira dal rifugio. Là giù in fondo, come per mettersi in mostra, la catena dei Torroni si infiamma di rosso, appena dopo Strega e Ramulazz rispondono presenti, e tutte le altre cime si uniscono nel coro di un'alba limpida che annuncia una magnifica giornata.
La sera e la notte sono trascorsi fra dubbi e qualche fantasma. Ieri salendo in capanna avevamo scrutato ansiosamente la parete sud dell'Adula. Il versante sembrava terribilmente asciutto, solo lassù in vetta una linua di neve faceva sperare. Quali saranno le condizioni? Sarà pericoloso? Ce la faremo?
Quando superata la cascata ragiungiamo la conca ai piedi del passo del laghetto l'ansietà scompare. Lassù nella parete una candida lingua di neve sale verso il cielo, su su fin quasi in vetta.
Sul primo nevaio calziamo i ramponi, la salita è dapprima dolce, ci infiliamo nella prima strettoia, a sinistra lasciamo il canale Darmstätder e attacchiamo un primo ripido muro che ci porta ad un breve passaggio su roccia dove un ruscelletto scende cantando. Lo costringiamo rapidamente al silenzio per raggiungere un'incredibile nevaio sospeso, dominato dalle torri della Cresta Malvaglia. In mezzo l'incredibile lingua di neve del canale. Alle spalle una quinta dopo l'altra di montagne, Ganna Bianca e Rossa in primo piano, là in fondo il Campo Tencia e più oltre le alpi vallesane.
Qualche foto e attacchiamo il canale. La neve è perfetta, ben consolidata ma non ghiacciata, fa' fresco quel tanto che basta. La pendenza si fa' subito importante, ma le condizioni permettono di salire senza troppi problemi. Siamo circondati da grandi torri in ambiente fantastico. Solo verso metà una scarica di sassi ci ricorda che non è un gioco, ci spositamo più verso destra dove le condizioni sono un po' più sicure. Superati gli scivoli che portano a sinistra in cresta il pericolo è passato; noi continuiamo diritti verso il colletto terminale che brilla alla luce del sole.
Un ultimo ripido muro, dove per fortuna ci si può riposare a destra contro le rocce, ci porta al colletto appena sotto la cima Sud dell'Adula, un punto che offre un panorama spettacolare. Aggiriamo il roccione a destra sul nevaio, poi saliamo in cresta, ci alziamo di una decina di metri e poi trsversiamo facilmente a sinistra verso la cresta Malvaglia. Davanti a noi si apre il lenzuolo candido del Ghiacciao di Bresciana e là, in fondo alla cresta, la croce di vetta tanto agognata.
Traversiamo alti appena sotto le rocce della cresta su terreno misto, sfruttando a tratti i nevai e raggiungiamo la cresta. La luce è stupenda, un cielo di un blu stupendo incornicia la cima, tutto attorno infiniti monti ghiacciati e là sullo sfondo le pianure del Ticino. L'Adula è veramente la regina delle nostre cime.
In breve siamo in vetta, pausa panormaa e foto, poi prudentemente ci incordiamo per la discesa per la via normale (poco importa che altri sono saliti senza cordo o financo da soli). La normale è in ottime condizioni e regala di nuovo grandi quadri. Poi la lunga discesa sulla morena e la risalita al passo del laghetto dove la fatica si fa' sentire.
Al passo ci attende un quadro incredibile: la parete sud dell'Adula solcata da un ripidissimo canale di neve, visto di fronte fa' impressione pensare che siamo saliti di lì. Ormai stanchi divalliamo, recuperiamo i nostri sracci in rifugio e raggiungiamo nell'auto. Con nel cuore una giornata fantastica.
Nota tecnica. Poco da aggiungere all'accurata relazione di Giuseppe Brenna. Il canale è molto bello per l'ambiente e l'estetica del percorso, da affrontare a inizio stagione estiva con neve ben assestata come lo abbiamo trovato noi. L'esposizione è ovest-sud-ovest quindi se la notte e fresca il canale resta in ottime condizioni tutta la mattina e la neve persiste abbastanza a lungo. C'è pericolo di scariche soprattutto quando il sole tocca le rocce sommitali della cresta. Il canale verso è proprio fa' circa 350 metri di dislivello con una pendenza di 45/47 gradi, qualcosa di più sull'uscita. La strettoia prima del nevaio di quota 2800 metri è aggirabile a destra su pendii meno ripidi se c'è troppa poca neve.
Qualche ora prima una sveglia importuna ci butta fuori dal letto. Il sole sta appena iniziando a illuminare la grande quinta di montagne che si ammira dal rifugio. Là giù in fondo, come per mettersi in mostra, la catena dei Torroni si infiamma di rosso, appena dopo Strega e Ramulazz rispondono presenti, e tutte le altre cime si uniscono nel coro di un'alba limpida che annuncia una magnifica giornata.
La sera e la notte sono trascorsi fra dubbi e qualche fantasma. Ieri salendo in capanna avevamo scrutato ansiosamente la parete sud dell'Adula. Il versante sembrava terribilmente asciutto, solo lassù in vetta una linua di neve faceva sperare. Quali saranno le condizioni? Sarà pericoloso? Ce la faremo?
Quando superata la cascata ragiungiamo la conca ai piedi del passo del laghetto l'ansietà scompare. Lassù nella parete una candida lingua di neve sale verso il cielo, su su fin quasi in vetta.
Sul primo nevaio calziamo i ramponi, la salita è dapprima dolce, ci infiliamo nella prima strettoia, a sinistra lasciamo il canale Darmstätder e attacchiamo un primo ripido muro che ci porta ad un breve passaggio su roccia dove un ruscelletto scende cantando. Lo costringiamo rapidamente al silenzio per raggiungere un'incredibile nevaio sospeso, dominato dalle torri della Cresta Malvaglia. In mezzo l'incredibile lingua di neve del canale. Alle spalle una quinta dopo l'altra di montagne, Ganna Bianca e Rossa in primo piano, là in fondo il Campo Tencia e più oltre le alpi vallesane.
Qualche foto e attacchiamo il canale. La neve è perfetta, ben consolidata ma non ghiacciata, fa' fresco quel tanto che basta. La pendenza si fa' subito importante, ma le condizioni permettono di salire senza troppi problemi. Siamo circondati da grandi torri in ambiente fantastico. Solo verso metà una scarica di sassi ci ricorda che non è un gioco, ci spositamo più verso destra dove le condizioni sono un po' più sicure. Superati gli scivoli che portano a sinistra in cresta il pericolo è passato; noi continuiamo diritti verso il colletto terminale che brilla alla luce del sole.
Un ultimo ripido muro, dove per fortuna ci si può riposare a destra contro le rocce, ci porta al colletto appena sotto la cima Sud dell'Adula, un punto che offre un panorama spettacolare. Aggiriamo il roccione a destra sul nevaio, poi saliamo in cresta, ci alziamo di una decina di metri e poi trsversiamo facilmente a sinistra verso la cresta Malvaglia. Davanti a noi si apre il lenzuolo candido del Ghiacciao di Bresciana e là, in fondo alla cresta, la croce di vetta tanto agognata.
Traversiamo alti appena sotto le rocce della cresta su terreno misto, sfruttando a tratti i nevai e raggiungiamo la cresta. La luce è stupenda, un cielo di un blu stupendo incornicia la cima, tutto attorno infiniti monti ghiacciati e là sullo sfondo le pianure del Ticino. L'Adula è veramente la regina delle nostre cime.
In breve siamo in vetta, pausa panormaa e foto, poi prudentemente ci incordiamo per la discesa per la via normale (poco importa che altri sono saliti senza cordo o financo da soli). La normale è in ottime condizioni e regala di nuovo grandi quadri. Poi la lunga discesa sulla morena e la risalita al passo del laghetto dove la fatica si fa' sentire.
Al passo ci attende un quadro incredibile: la parete sud dell'Adula solcata da un ripidissimo canale di neve, visto di fronte fa' impressione pensare che siamo saliti di lì. Ormai stanchi divalliamo, recuperiamo i nostri sracci in rifugio e raggiungiamo nell'auto. Con nel cuore una giornata fantastica.
Nota tecnica. Poco da aggiungere all'accurata relazione di Giuseppe Brenna. Il canale è molto bello per l'ambiente e l'estetica del percorso, da affrontare a inizio stagione estiva con neve ben assestata come lo abbiamo trovato noi. L'esposizione è ovest-sud-ovest quindi se la notte e fresca il canale resta in ottime condizioni tutta la mattina e la neve persiste abbastanza a lungo. C'è pericolo di scariche soprattutto quando il sole tocca le rocce sommitali della cresta. Il canale verso è proprio fa' circa 350 metri di dislivello con una pendenza di 45/47 gradi, qualcosa di più sull'uscita. La strettoia prima del nevaio di quota 2800 metri è aggirabile a destra su pendii meno ripidi se c'è troppa poca neve.
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