Pizzo di Claro: una bella e fresca giornata in compagnia
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Angelo dice:
Bellissima giornata con un cielo terso e condita da un piacevole venticello fresco che ci ha accompagnato per tutta la salita al Pizzo di Claro.
Grandi ambienti e stupenda camminata...
Il bel lago di Canee ci ha ricordato vagamente il selvaggio e stupendo lago di Bellebone in Corsica...
AVVISO agli amici di HIKR:
Causa mia "overdose" da computer per un pò di tempo non pubblicheremo le relazioni delle nostre camminate in montagna... Idem per i relativi nostri commenti alle bellissime camminate che spesso fate e a cui soventemente prendiamo vera e ammirata ispirazione.
Grazie e cari saluti a Tutti...
Angelo
Eleonora dice:
E' da un pò che c'era in programma quest'escursione con Giulio e finalmente troviamo il momento giusto per poterla fare e, in effetti, siamo stati premiati da una stupenda giornata di sole con un bel venticello che ci ha accompagnato sia in salita che in discesa... La vista dalla cima è spettacolare... e che dire del fantastico lago di Canee...ambiente favoloso che lascia senza parole...
Grazie Giulio per avermi portato sul mio primo 2700, sono contenta d'esserci arrivata, so che è una cima facile, ma per me è stata una grande conquista...
Buone vacanze a tutti..
Eleonora
Giulio dice: Tempo fa avevo proposto ad Angelo di portare Eleonora sul Pizzo di Claro che oltre ad essere un must per chi vive in Ticino ed alta Lombardia è anche, a mio avviso, una cima che già dall’autostrada affascina il viaggiatore, d’estate come d’inverno. Per questo primo contatto con il magnifico monte avevo scelto la via più semplice, corta e meno esposta dato che Eleonora soffre un po’ il vuoto. La nostra eroina invece aderiva con entusiasmo alla proposta forse confusa dalle mie tante chiacchiere magnificanti le gite in zona. Per cui alla faccia di Acheronte che, invidioso del già pestifero Caronte, ci promette la giornata più calda della settimana partiamo per un veloce viaggio verso Bellinzona sperando in cuor nostro nei 2727m di altezza ma anche di non sbattere il naso in un muro di nebbia, foschia o nuvolaglia. Miracolo! Giunti ad Arvigo ed imboccata la stradina a pedaggio che porta in quota la percorriamo a bassa velocità ammirando le cime della bellissima Val Calanca e respirando a pieni polmoni i profumi diffusi dalle grandi abetaie che costeggiano la via godendo già di temperature più confortevoli. Lasciata l’auto alla piazzuola oltre la quale è vietato il transito ci avviamo a piedi ed in breve arriviamo all’Alpe di Stabveder, salutati dal festoso abbaiare di un paio di cani, dal grugnire di maiali e da un cenno della capannara. Di lì il sentiero diventa tale e sale verso la q.2270m, importante crocevia e riferimento; ci affacciamo così al cospetto del Pizzo di Claro a sinistra, del Torrone Rosso a destra mentre quasi dietro di noi ci fa l’occhiolino la cresta che disegna il Mot Ciarin che finora abbiamo costeggiato dal basso. Incrociamo lì una coppia simpatica di diversamente giovani nonché ottimi conoscitori della zona con i quali intessiamo una breve ma piacevole conversazione. Ci accomiatiamo da loro, scendiamo in un vallone e iniziamo a salire i ripidi e pietrosi pendii della Val Granda che in tempo ragionevole ci portano con un po’ di fatica a calcare la cresta che unisce le due cime del Pizzo di Claro. Qui Eleonora, per nulla intimorita da ciò che le si spalanca davanti, con gridolini di giubilo per l’apparizione del Lago di Canèe al centro di un bellissimo anfiteatro inizia a saltellare come una gazzella con le sue gambe da runner di pietrone in pietrone dirigendosi verso la Cima Sud. Angelo la osserva tra l’orgoglioso ed il preoccupato ma la corsa finisce in breve tempo tra le due croci di vetta, con sorrisi radiosi e innumerevoli scatti fotografici. Non finiamo di ammirare lo splendido panorama, il cielo azzurro come mai, le simpatiche vaganti nuvolette e le mille sfumature di queste rocce rotte da milioni di anni di intemperie che pure hanno un fascino particolare. Abbracci, baci e strette di mano per festeggiare doverosamente la conquista poi mentre Angelo, saggiamente, cambia indumenti porto la raggiante Eleonora, dimentica di ogni timore, verso l’arrivo della Via Lumino ma lei, non contenta, si avventura più in basso percorrendone un breve tratto finché la ragione prevale sugli entusiasmi e torniamo in vetta per una bella sosta pranzo. Si parla di tutto consumando con gli occhi la skyline, le vallate e le cime in primo, secondo e terzo piano, ovunque. Dopo quasi un’ora ripartiamo e dico ad Eleonora che la conquista non è completa se non saliamo anche la Cima Nord, senza croce ma più alta; così la gazzella riparte, ripercorre la cresta di rocce rotte e si lancia verso le difficoltà finali che supera arrampicando e siamo anche sulla Cima Nord mentre Angelo, avvezzo a ben altre salite, sorride indulgente per la nostra giocosa impresa. Poi giunge il momento di prendere la via del ritorno che in breve ci riporta al crocevia di q.2270 non senza aver discusso se percorrere o no l’allettante cresta e severo panettone del Mot Ciarin. Qui prevale la ragione di Angelo che fa osservare che le difficoltà per un percorso integrale sembrano ben oltre la EE assegnata dal Brenna; mi invitano a separarci ed a ritrovarci a valle dell’Alpe Stabveder ma convengo anche io che sia meglio rimandare ad un’altra occasione per cui sempre in compagnia raggiungiamo l’Alpe e successivamente l’auto.
La splendida giornata purtroppo volge al termine e dopo un breve viaggio piombiamo nei 37°C della pianura ripiangendo la delicata brezza che ci aveva così confortato sul nostro Pizzo.
Grazie cari amici per questa gita che metteremo tra i ricordi migliori.
Pillole di gioia:
Lunghezza 8,8 km
Dislivello 913 m
Tempo lordo 6h35’
Soste 1h15’
Tempo netto 5h20’


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