Corona di Redorta
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Entriamo in autostrada e la proposta esce così ... "andiamo alla Corona di Redorta? E' una cima che volevi fare" ... eh sì, dopo il report di
Froloccone e
Poncione era entrato nella lista dei desideri.
Non abbiamo con noi nessuna informazione sul percorso, leggiamo velocemente sullo smartphone un paio di report di hikr e riusciamo a scoprire almeno il paese di partenza e la valle.
Facciamo pausa caffè poco prima di entrare in Svizzera (e conseguente "modalità off-line") dove riesco perlomeno a scaricare l'immagine con la cartina dal report di Jules, non molto ma risulterà fondamentale.
Partiamo quindi da Sonogno, raggiungiamo Puscen Negro e poi proseguiamo all'Alpe Redorta. Da qui si abbandona il sentiero per seguire delle tracce, facilmente smarribili, soprattutto nei tratti dove si superano alcune pietraie. Il primo pezzo di salita e il successivo taglio a mezzacosta possono essere più o meno intuibili, meno intuibile è invece il momento in cui bisogna salire per raggiungere il pianoro di quota 2269 ... soprattutto se le nebbie precludono la vista e non si vede la traccia.
Vaghiamo così per un po' avanti e indietro alla ricerca del passaggio giusto. Pensiamo di aver individuato la continuazione del sentiero che scende a Starlarise, forse capiamo che la parete sopra di noi termina alla quota 2238, cerchiamo di abbinare ogni torrente presente sulla cartina con quelli visibili sul terreno e per "una grande capacità di interpretare le cartine dovuta ad anni e anni e anni di studi cartografici" ... cioè per una gran botta di culo, becchiamo la salita giusta al primo colpo!
Raggiunto così il pianoro rimane "solo" il problema di individuare il canale, cosa non così scontata con queste nebbie. La neve presente al suolo sembra essere quella di accumulo da valanga da canale, quindi probabilmente sopra c'è un canale ... iniziamo a salire ... qualche brevissima schiarita ci fa individuare più canali ... ma il nostro dovrebbe avere un andamento generale da destra verso sinistra (guardandolo mentre si sale) ... quindi quello a cui stiamo puntando sembra giusto. Ad una cinquantina di metri riusciamo a scorgere un bollo rosso che ci conferma definitivamente che siamo sulla buona strada.
Entriamo nel canale ed iniziamo a salire su terreno instabile e delicato: è un attimo far partire un sasso adosso al compagno. Tra brevi aggiramenti su roccette ed erba ripida, qualche passo di arrampicata e qualche esile traversino si arriva all'ultimo saltino (forse il più delicato del canale) da superare fidandosi di alcune zolle erbose. Una volta fuori si continua ancora su terreno ripido (che scarica però sempre nel canale) fino ad un colletto da dove parte la cresta finale.
Crestone che si può seguire praticamente tutto fino in cima (oppure aggirando alcuni torrioni seguendo gli ometti), con divertenti passaggi di arrampicata su roccia tendenzialmente buona (soprattutto rispetto a quella del canale). Raggiungiamo così la cima dove purtroppo il panorama è praticamente nullo. La presenza di capre sulla vetta sembra rendere un po' meno selvaggio il posto ma noi siamo ugualmenti contenti e soddisfatti per l'impegnativo itinerario.
Leggo sul libro di vetta le parole entusiaste di
Froloccone e
Poncione e anche io mi sento un po' parteci con loro di questa gioia.


Non abbiamo con noi nessuna informazione sul percorso, leggiamo velocemente sullo smartphone un paio di report di hikr e riusciamo a scoprire almeno il paese di partenza e la valle.
Facciamo pausa caffè poco prima di entrare in Svizzera (e conseguente "modalità off-line") dove riesco perlomeno a scaricare l'immagine con la cartina dal report di Jules, non molto ma risulterà fondamentale.
Partiamo quindi da Sonogno, raggiungiamo Puscen Negro e poi proseguiamo all'Alpe Redorta. Da qui si abbandona il sentiero per seguire delle tracce, facilmente smarribili, soprattutto nei tratti dove si superano alcune pietraie. Il primo pezzo di salita e il successivo taglio a mezzacosta possono essere più o meno intuibili, meno intuibile è invece il momento in cui bisogna salire per raggiungere il pianoro di quota 2269 ... soprattutto se le nebbie precludono la vista e non si vede la traccia.
Vaghiamo così per un po' avanti e indietro alla ricerca del passaggio giusto. Pensiamo di aver individuato la continuazione del sentiero che scende a Starlarise, forse capiamo che la parete sopra di noi termina alla quota 2238, cerchiamo di abbinare ogni torrente presente sulla cartina con quelli visibili sul terreno e per "una grande capacità di interpretare le cartine dovuta ad anni e anni e anni di studi cartografici" ... cioè per una gran botta di culo, becchiamo la salita giusta al primo colpo!
Raggiunto così il pianoro rimane "solo" il problema di individuare il canale, cosa non così scontata con queste nebbie. La neve presente al suolo sembra essere quella di accumulo da valanga da canale, quindi probabilmente sopra c'è un canale ... iniziamo a salire ... qualche brevissima schiarita ci fa individuare più canali ... ma il nostro dovrebbe avere un andamento generale da destra verso sinistra (guardandolo mentre si sale) ... quindi quello a cui stiamo puntando sembra giusto. Ad una cinquantina di metri riusciamo a scorgere un bollo rosso che ci conferma definitivamente che siamo sulla buona strada.
Entriamo nel canale ed iniziamo a salire su terreno instabile e delicato: è un attimo far partire un sasso adosso al compagno. Tra brevi aggiramenti su roccette ed erba ripida, qualche passo di arrampicata e qualche esile traversino si arriva all'ultimo saltino (forse il più delicato del canale) da superare fidandosi di alcune zolle erbose. Una volta fuori si continua ancora su terreno ripido (che scarica però sempre nel canale) fino ad un colletto da dove parte la cresta finale.
Crestone che si può seguire praticamente tutto fino in cima (oppure aggirando alcuni torrioni seguendo gli ometti), con divertenti passaggi di arrampicata su roccia tendenzialmente buona (soprattutto rispetto a quella del canale). Raggiungiamo così la cima dove purtroppo il panorama è praticamente nullo. La presenza di capre sulla vetta sembra rendere un po' meno selvaggio il posto ma noi siamo ugualmenti contenti e soddisfatti per l'impegnativo itinerario.
Leggo sul libro di vetta le parole entusiaste di


Tourengänger:
Andrea!

Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (15)