Corona Di Redorta da Sud e discesa a Nord (2.804m)
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Partenza alle 4.40 da Varese. Ritrovo con un gruppo di escursionisti alle 6.00 a Gordola.
Direzione Sonogno, ultimo paese della Val Verzasca. Abbiamo la fortuna di partire a piedi da Fraced (1030m) risparmiando il bel pezzo di strada asfaltata da qui a Sonogno.
Ore 7.00 si inizia a camminare. La strada inizia subito a salire a zig zag e i primi raggi di sole illuminano il Triangolino del Monte Zucchero, ben presto anch'esso visibile nella sua maestosità, mentre la cima della Corona resterà invisibile per quasi tutta la camminata.
Alle 7.45 passiamo l'agglomerato di case di Puscen Negro (1343m). Da qui si prosegue per il sentiero sufficientemente marcato in direzione del Passo di Redorta ma effettundo una ripida deviazione verso N a Q 1.714m. Qui troviamo una sorta di alpeggio, c'è acqua a volontà ed è bene farne scorta perchè dopo inizierà a scarseggiare. Facciamo una pausa, sono circa le 8.30.
Ripartiamo per un sentiero non segnato e visibile a tratti che ci porta per la prossima ora e mezza in continua salita, attraversando diversi ruscelli e passando qualche facile punto dove usare le mani (non catalogherei nemmeno come I grado però è bene specificare che da qui non possono passare proprio tutti..). Talvolta non ci sono appigli rocciosi e bisogna tenersi ai rododendri o all'erba (cosi mi hanno detto gli esperti locali del gruppo "va che l'erba della Val Verzasca tiene piu della roccia!!") ed in effetti non ha tradito, basta imparare ad "impugnarla" saldamente!
Alle 10.00 raggiungiamo un cosiddetto "pianoro" a Q 2.269m, nominato anche sul libro del Brenna. Aspettiamo tutti e facciamo un bel 20 minuti di pausa.
Da qui inizia il tratto difficile dell'escursione. Dobbiamo risalire verso Ovest lungo un camino/canale di scolo dell'acqua, quindi bagnato e con rocce friabili, catalogato come II grado di arrampicata. In effetti le mani servono ma non è mai esposto. Ad un certo punto usciamo a sx del canalino per trovarci prima su un passaggio erboso ripido e molto esposto ed in seguito ad affrontare una ripida salita erbosa (sconsigliatissima con erba umida).
Alle 11.20 siamo tutti usciti dal canalino ad un'approssimata Q 2.500 - 2.600m. Ora viene la parte più divertente ossia la progressione in cresta in direzione Nord tra passaggi divertenti di roccia e qualche punto dove mettere le mani. Con divertimento alle 12.00 in punto siamo sulla cima sassosa della Corona di Redorta! La vista è indescrivibile.. Campo Tencia, Monte Zucchero e Pizzo Barone solo per nominare i più vicini. La salita è durata 5h a causa del passo da "gruppo" ma un escursionista allenato può concluderla in 4h o 4h30'..
Un ora di pausa con mangiata prima di sapere che il capogruppo ha optato per la discesa dal versante nord per poi tornare a Sonogno per la Val Vegorness.
A guardar giù sale un po' l'ansia ma ci fidiamo e iniziamo a scendere con diversi tratti di I grado credo, dove una salda presa di mani è necessaria. Inoltre il granito qui è assai friabile e siamo molto rallentati per il pericolo di colpirci a vicenda con le pietre. Man mano che scendiamo ci rendiamo conto che la "corona" si sta verticalizzando sempre più, i passaggi a zig zag improvvisati sono sempre più esposti e franosi, qualcuno inizia a rimpiangere la mancanza di una corda.. In vista di un inevitabile burrone davanti a noi scegliamo di costeggiarlo direzionandoci a Est, sapendo della presenza di un grosso ghiaione che, perlomeno, non ci faccia rischiare ulteriormente dei passaggi esposti. Un ultimo passaggio molto delicato, che ho classificato come T6, è rappresentato da una piccola cengia lunga 6-8m ma di 20cm di larghezza...a tratti ghiacciata (parete nord). Prese salde per le mani non ve n'erano e ci siamo fidati dei nostri scarponi.. qualche mano d'aiuto dai più esperti e anche questo brivido è superato. Un'utile esperienza!
Da qui proseguiamo a passo svelto giù per il divertente ghiaione in direzione della Bocchetta di Larecc (2.502m). Il pezzo precedente sul versante Nord ha portato via quasi un ora e mezzo (contando una piccola pausa) e si sono fatte le 14.30. Proseguiamo in ripida discesa su erba in direzione Est, la quale mette a dura prova le nostre povere ginocchia.
Incrociamo finalmente un'abbozzo di sentiero che collega il Lago dei Porchieirsc all'Alpe di Porchièr (2.075m) che raggiungiamo alle 15.45. Il Pizzo Barone ci sovrasta perennemente. Da qui in poi il sentiero è sempre ben marcato e facile, ma ancora molto, molto lungo (sembra infinito!!). Passiamo la località di Piodoo (1.957m) proseguendo a passo svelto oltre l'alpeggio di Corte di Fondo (1.512m) passando in mezzo a simpatici maiali grugnenti. Sono quasi le 17.00.
Finalmente, passando tra diversi paesaggi boschivi e splendide cascate arriviamo a Cabioi verso le 17.45. Da qui un utile passaggio in macchina ci riporterà a Sonogno.
Direi fino ad ora la più intensa, faticosa, bella e completa escursione montana che abbia fatto. Consigliata a tutti coloro che hanno già esperienza su questa tipologia di montagna e roccia, oppure accompagnati da esperti locali. Necessita di buon allenamento muscolare/articolare per la lunga discesa e aerobico per non soccombere in salita. Da evitare la discesa dal versante Nord, a meno che non si conosca un passaggio meno rischioso, alcuni punti sono stati davvero pericolosi.
Dislivello 1.800m
Tempo andata: 5h (fattibile in 4h30')
Tempo discesa norda 4h30' (anche meno..)
Ringrazio Federico Dal Castello per l'utilizzo di alcune sue foto.
Direzione Sonogno, ultimo paese della Val Verzasca. Abbiamo la fortuna di partire a piedi da Fraced (1030m) risparmiando il bel pezzo di strada asfaltata da qui a Sonogno.
Ore 7.00 si inizia a camminare. La strada inizia subito a salire a zig zag e i primi raggi di sole illuminano il Triangolino del Monte Zucchero, ben presto anch'esso visibile nella sua maestosità, mentre la cima della Corona resterà invisibile per quasi tutta la camminata.
Alle 7.45 passiamo l'agglomerato di case di Puscen Negro (1343m). Da qui si prosegue per il sentiero sufficientemente marcato in direzione del Passo di Redorta ma effettundo una ripida deviazione verso N a Q 1.714m. Qui troviamo una sorta di alpeggio, c'è acqua a volontà ed è bene farne scorta perchè dopo inizierà a scarseggiare. Facciamo una pausa, sono circa le 8.30.
Ripartiamo per un sentiero non segnato e visibile a tratti che ci porta per la prossima ora e mezza in continua salita, attraversando diversi ruscelli e passando qualche facile punto dove usare le mani (non catalogherei nemmeno come I grado però è bene specificare che da qui non possono passare proprio tutti..). Talvolta non ci sono appigli rocciosi e bisogna tenersi ai rododendri o all'erba (cosi mi hanno detto gli esperti locali del gruppo "va che l'erba della Val Verzasca tiene piu della roccia!!") ed in effetti non ha tradito, basta imparare ad "impugnarla" saldamente!
Alle 10.00 raggiungiamo un cosiddetto "pianoro" a Q 2.269m, nominato anche sul libro del Brenna. Aspettiamo tutti e facciamo un bel 20 minuti di pausa.
Da qui inizia il tratto difficile dell'escursione. Dobbiamo risalire verso Ovest lungo un camino/canale di scolo dell'acqua, quindi bagnato e con rocce friabili, catalogato come II grado di arrampicata. In effetti le mani servono ma non è mai esposto. Ad un certo punto usciamo a sx del canalino per trovarci prima su un passaggio erboso ripido e molto esposto ed in seguito ad affrontare una ripida salita erbosa (sconsigliatissima con erba umida).
Alle 11.20 siamo tutti usciti dal canalino ad un'approssimata Q 2.500 - 2.600m. Ora viene la parte più divertente ossia la progressione in cresta in direzione Nord tra passaggi divertenti di roccia e qualche punto dove mettere le mani. Con divertimento alle 12.00 in punto siamo sulla cima sassosa della Corona di Redorta! La vista è indescrivibile.. Campo Tencia, Monte Zucchero e Pizzo Barone solo per nominare i più vicini. La salita è durata 5h a causa del passo da "gruppo" ma un escursionista allenato può concluderla in 4h o 4h30'..
Un ora di pausa con mangiata prima di sapere che il capogruppo ha optato per la discesa dal versante nord per poi tornare a Sonogno per la Val Vegorness.
A guardar giù sale un po' l'ansia ma ci fidiamo e iniziamo a scendere con diversi tratti di I grado credo, dove una salda presa di mani è necessaria. Inoltre il granito qui è assai friabile e siamo molto rallentati per il pericolo di colpirci a vicenda con le pietre. Man mano che scendiamo ci rendiamo conto che la "corona" si sta verticalizzando sempre più, i passaggi a zig zag improvvisati sono sempre più esposti e franosi, qualcuno inizia a rimpiangere la mancanza di una corda.. In vista di un inevitabile burrone davanti a noi scegliamo di costeggiarlo direzionandoci a Est, sapendo della presenza di un grosso ghiaione che, perlomeno, non ci faccia rischiare ulteriormente dei passaggi esposti. Un ultimo passaggio molto delicato, che ho classificato come T6, è rappresentato da una piccola cengia lunga 6-8m ma di 20cm di larghezza...a tratti ghiacciata (parete nord). Prese salde per le mani non ve n'erano e ci siamo fidati dei nostri scarponi.. qualche mano d'aiuto dai più esperti e anche questo brivido è superato. Un'utile esperienza!
Da qui proseguiamo a passo svelto giù per il divertente ghiaione in direzione della Bocchetta di Larecc (2.502m). Il pezzo precedente sul versante Nord ha portato via quasi un ora e mezzo (contando una piccola pausa) e si sono fatte le 14.30. Proseguiamo in ripida discesa su erba in direzione Est, la quale mette a dura prova le nostre povere ginocchia.
Incrociamo finalmente un'abbozzo di sentiero che collega il Lago dei Porchieirsc all'Alpe di Porchièr (2.075m) che raggiungiamo alle 15.45. Il Pizzo Barone ci sovrasta perennemente. Da qui in poi il sentiero è sempre ben marcato e facile, ma ancora molto, molto lungo (sembra infinito!!). Passiamo la località di Piodoo (1.957m) proseguendo a passo svelto oltre l'alpeggio di Corte di Fondo (1.512m) passando in mezzo a simpatici maiali grugnenti. Sono quasi le 17.00.
Finalmente, passando tra diversi paesaggi boschivi e splendide cascate arriviamo a Cabioi verso le 17.45. Da qui un utile passaggio in macchina ci riporterà a Sonogno.
Direi fino ad ora la più intensa, faticosa, bella e completa escursione montana che abbia fatto. Consigliata a tutti coloro che hanno già esperienza su questa tipologia di montagna e roccia, oppure accompagnati da esperti locali. Necessita di buon allenamento muscolare/articolare per la lunga discesa e aerobico per non soccombere in salita. Da evitare la discesa dal versante Nord, a meno che non si conosca un passaggio meno rischioso, alcuni punti sono stati davvero pericolosi.
Dislivello 1.800m
Tempo andata: 5h (fattibile in 4h30')
Tempo discesa norda 4h30' (anche meno..)
Ringrazio Federico Dal Castello per l'utilizzo di alcune sue foto.
Tourengänger:
Simone86,
botticchio


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