Piz Rondadura (3016 m) - SKT
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L’ultima uscita allo Schenadüi mi ha rimesso davanti agli occhi il Piz Rondadura. L’avevo salito nel giugno 2006 in estiva, ma da quando faccio scialpinismo ho sempre in mente l’idea di ri-salirlo in veste bianca. Dato che recentemente ho potuto chiudere il cerchio dei tremila ticinesi, questa bella ciliegina bianca aggiuntiva arriva giusto a proposito, prima che termini il 2014. Oltretutto, la mia precedente salita non è documentata in hikr, essendo datata; a questo si aggiunga che l’apertura ”senza se e senza ma” del Passo del Lucomagno è un evento non troppo frequente d’inverno e quindi da cogliere al volo. Tutte queste premesse contribuiscono a motivare la scelta odierna.
In più, dopo la precedente uscita, da me tracciata dall’inizio alla fine, c’era la segreta speranza che qualcuno nel weekend si decidesse a salire al Rondadura, così che almeno stavolta potessi trovarmi il lavoro facilitato. Previsione azzeccata… anche se, fino in cima, solo due persone, a giudicare dalle tracce.
Riguardo all’itinerario rimando alle note sintetiche e ai waypoints. C’è solo da dire che, oltre al tratto immediatamente superiore all’Alpe Scaione, la pala finale giustifica a mio avviso l’AD- dato dal Gabuzzi: circa cento metri a 33° (forse qualcosa in più, a ben vedere...) (altrimenti l'AD- sarebbe davvero strappato per i capelli...), oggi trovati in buone condizioni, se per buone condizioni si può intendere un pendio in pieno sud già molto scarico e quindi ricco di “girelle di neve” (che differiscono dalle valanghe vere e proprie in quanto non producono un ampio fronte, ma solo dei piccoli distacchi singoli che “rigano” il pendio).
Dal deposito sci, situato a circa 2990 m sulla cresta est del Piz Rondadura, ho proceduto senza difficoltà fino in vetta: meglio sarebbe però stato un maggiore innevamento, in modo da non dover appoggiare lo scarpone per ben due volte su terreno ostico (pietre/erba). Del resto, le pietre affioranti sono state utili anche per la (sicurezza della) progressione, quindi, va bene così.
Riguardo alle condizioni della neve: essendo la via di salita esposta ad Est, Sud-Est e Sud, ed essendo le temperature degli ultimi giorni particolarmente miti in montagna, non ci si poteva aspettare altro che sulz. E sulz è stato: anzi, direi “neve iper-trasformata primaverile”. Certo, anche io preferisco i pendii nord e la polvere: però, al gradino immediatamente successivo metto questo tipo di neve. Una bellissima discesa dalla vetta fino al lago (purtroppo i quasi 2 km pianeggianti in riva al lago, quelli vanno messi in conto; e il doppio guado del Reno di Medel pure, in quanto attualmente è visibile solo il pilastro metallico del ponte: l’impalcato è accatastato a riva; si può quindi pensare che siamo in presenza di un ponte smontabile, forse per evitare distruzioni da slavine).
In ogni caso una discesa davvero godibile: curve su curve su belle pendenze; anche con neve non proprio leggerissima, "si galleggia" bene. Per questa uscita è quindi appropriata l'etichetta "entusiasmante".
Chiudo con il Gabuzzi. Piz Rondadura: “Montagna imponente e prestigiosa, aperta su un grande spettacolo di cime. È una classica per gli amanti dello scialpinismo, con partenza dal Passo del Lucomagno”.

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