Camusio 2 la vendetta : Salita per la cresta Sud - Via del Santo Patrono
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Giulio (gbal) dice: A botta calda: ce l’abbiamo fatta! Stavolta sono tornato forte della compagnia di Emiliano che disponendo di una giornata libera per la festa di San Vittore mi ha interpellato per combinare una gita assieme. Quale migliore occasione per chiudere il conto con il Camusio sul quale avevo fatto un recente tentativo ? E quale nome dare a questa via, una prima per Hikr, se non Via del Santo Patrono ? Potrei già aver detto tutto, succintamente, ma si sa che sono prolisso e quindi ecco i particolari. Ci rechiamo in auto fino al parcheggino dei Monti di Mezzovico guadagnando un’ora di tempo e tanta salute mentre la volta scorsa ero salito da Mezzovico paese a piedi. Lì troviamo un curioso drappello di Confederati, probabilmente proprietari di qualche bella casetta ai Monti che attendono l’arrivo dell’elicottero, non sappiamo bene perchè. Curiosamente il velivolo bianco arriva e scende al parcheggio nel momento in cui imbocchiamo il sentiero e così abbiamo avuto anche questa esperienza di frastuono e soprattutto di turbinìo che ha sollevato polvere cacciandocela negli occhi. Ripartita la bianca libellula ci rimbocchiamo le maniche ed io, munito di tutti i minuziosi conforti tecnologici, sfodero la mia cartina dove avevo preparato una serie di 10 punti di orientamento oltre ad un tracciato che li collegava. Questo per evitare di disperderci e disperdere energie specialmente nella prima parte del percorso che si svolge nella fitta boschina dove usiamo, come la volta scorsa, le pietraie come isole per sottrarci ai fastidiosi tentacoli degli arbusti. L’uso del GPS e la dettagliata preparazione a tavolino è stato determinante per riuscire in un ambiente così “wild”. Come si vedrà, dopo il punto 6 (ca. 1300m), aggirato sulla dx il panettone roccioso q.1246, si comincia ad uscire dalla vegetazione e le cose si fanno più chiare. Inoltre compare improvvisamente un sentiero, probabilmente usato da cacciatori o animali, e dopo poco facciamo conoscenza con diverse balze di roccette che, oltre ad opporsi anche esse alla nostra conquista, ci concedono almeno il divertimento di arrampicare un po’. A scenario ormai aperto la meta contrassegnata da un orribile waypoint di antenne (che pure serviranno!) non si cela più ai nostri sguardi. Raccogliamo le idee e le energie, ci ristoriamo soprattutto di acqua e ripartiamo per l’ultimo balzo. Anziché evitarlo saliamo arrampicando su un promontorietto q.1472m e ormai…..non manca molto: ciò che comincia a scarseggiare è la “birra” ma vi suppliamo in qualche modo. Spesso si procede a quattro zampe sulla insidiosa erba paglia ma piano piano, come le “piccole formichine” di
patripoli ci ricongiungiamo in vetta dato che avevamo preferito arrivarci per due vie diverse. Stretta di mano, ci rifocilliamo, ci cambiamo, scattiamo foto (dimentichiamo entrambi il classico autoscatto!) e poi iniziamo la nostra discesa per comodo sentiero prima in un po’ di neve verso l’Alpe Duragno. Dopo il guado del torrente Duragno si procede su un comodo anche se lungo sentiero da considerare T2 che ci riporta ai Monti di Mezzovico festeggiati da un gregge di belle caprette, dal loro cane guida che più che occuparsi dei caprini si occupa di mangiare pezzi di mela dalle mie mani mentre intratteniamo una piacevole conversazione con il pastore…..naturalmente si parla di montagne!
Come concludere il racconto? Ringraziando innanzitutto Emiliano (Poncione) per aver voluto accompagnarmi in questa avventura e poi, visto il calendario…..la dedico a tutte le Mamme del mondo, alpiniste e non!
Emiliano (Poncione) dice: Camusio? Chi è "costui"? Possibile che con tutte le volte nelle quali son stato al Tamaro e dintorni, non abbia mai trovato il tempo di dedicargli un giro? Pochi mesi fa' c'era una mezza idea di farlo in invernale con
Igor, ma per vari motivi non siamo riusciti a salirvi... poi mi capita di leggere del primo sfortunato tentativo di Giulio circa un mese fa' ed eccolo rifrullarmi nella testa.
Dunque, come già anticipato da Giulio, approfittando della festività patronale varesina gli propongo un'uscita assieme con tanto di menù degli itinerari, tra cui appunto il Camusio... A lui la scelta... e Camusio fu.
Per il resto che dire? Una bella sfida su un itinerario letteralmente "inventato" da Giulio, il quale da autentico Maestro ha l'enorme merito d'averlo studiato sin nei minimi particolari. Non è stato uno scherzetto, ma la classica salita in cui hai solo la minima idea di ciò che t'aspetta, per cui dirò che la parte più impegnativa e delicata è stata senz'altro la prima, per ovvi motivi d'orientamento e di scelta dei passaggi migliori... salire su ganne, pendii ostici, roccette, arbusti, boscaglia o aggirare a mezzacosta? Ogni volta si valuta e si decide, e mi pare che l'accordo sia stato sempre perfetto: talvolta ci separiamo per valutare i passaggi migliori, consigliandoci a vicenda... Sbucati su un ripidissimo colle a una quota superiore ai 1300 metri la cresta del Camusio è tutta per noi, chiara come il sole, e da lì è tutto "relativamente" più facile, anche se la salita (50° di media) non molla quasi mai e spesso ci obbliga a "gattonare" sulla paglia o superare facili roccette. A un certo punto ci separiamo, proseguendo io per cresta e Giulio a mezzacosta qualche metro sotto... dunque dirò che è stata una salita davvero stupenda, che mi ha rivelato l'aspetto selvaggio di una cima forse sottovalutata (per primo da me stesso), ma meritevole se affrontata da questo versante "inedito", con l'abisso della Val Cusella quasi sempre alla mia sinistra lungo l'emozionante salita.
In vetta, ahimè, antenne e ripetitori deturpano un po' il paesaggio, ma dopo una salita così son quisquilie...
Arrivato a pochi passi dall'ultimo strappo attendo che Giulio mi raggiunga per salire assieme, provando infine le ultime non banalissime roccette, quando ci sarebbe tranquillamente l'opportunità di evitarle. D'altronde l'appetito vien mangiando. ;)
Lunga e meritata sosta in vetta con pranzo incluso, poi la bella discesa in Valle Duragno (splendida davvero), passando dal relativo alpeggio ancora innevatissimo, goduta in totale relax e con un numeroso gregge di capre che ci "scortano" manco fossimo dei re sino al parcheggio.
Grazie a Giulio, che ha dimostrato una volta di più il suo enorme valore, per avermi concesso questa bellissima "prima" del Camusio, il quale da oggi guarderò con enorme rispetto, cospargendomi il capo di cenere per non averlo mai preso prima in considerazione.
Nota: Alla sola salita della cresta Sud del Camusio va applicato T5 mentre per il resto dell’itinerario si consideri T2
Pillole….della via:
Dislivello 938 m
Lunghezza totale 8,3 km
Tempo totale 5h54’
Salita 3h00’
Pausa 45’
Discesa 2h09’
Tempo netto 5h09’
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