Bruschghorn 3056 m. - SKT
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Ora possiamo dire di avercela fatta ! ...
Tempo di salita : h. 06.36 circa ... tutta da battere ...
Tempo di discesa: h. 02:00 in polvere ... circa.
ma ne è valsa la pena ...
Ottimo compagno di viaggio (come già sapevo) ... Ora lascio a te la descrizione
http://www.hikr.org/gallery/photo1361502.html?post_id=76701#1

La neve ultimamente ci sta regalando buone curve, però poi bisogna fare lo slalom anche tra il pericolo valanghe, scegliendo di volta in volta le zone più appropriate. Per questo motivo, con pm1996 decidiamo di recarci oltre la cresta principale delle Alpi, in una zona ormai nota e tendenzialmente sicura (e rinforzata da un basso livello di pericolo). Inoltre, nella mia precedente visita al Piz Tuf avevo avuto modo di riconoscere il passaggio chiave oltre il quale rien ne va plus, e questo è un altro buon punto a favore, se si vuole mantenere il dislivello entro limiti accettabili.
Il tragitto è lo stesso del Tuf; a questo punto e nelle attuali condizioni è da ritenere inutile la partenza da Lavanos ed il conseguente bosco: molto meglio seguire il sentiero segnalato per Dumagns, come in effetti abbiamo fatto.
Superata l’Alp Tumpriv e la zona di Sur Tuf, in cui ci alterniamo a ritmi sempre più frequenti nel lavoro di tracciatura (neve fresca, alta e pesante: un mix che affatica molto più del normale), giungiamo al famoso Punto K, cioè al punto in cui la rocciosa cresta SE del Piz Tuf si spegne, consentendo il passaggio nel bacino Est del Bruschghorn. Dopo esserci ammazzati di fatica a tracciare, proprio al punto K ecco il miracolo: tre baldi giovanotti zurighesi (di cui uno con origini italiane) ci raggiungono e ci superano, e noi non facciamo niente per restare davanti.
Non che la fatica non si faccia sentire ugualmente: il pendio, completamente esposto a S è una vera fornace; comunque nella traccia dei ragazzotti raggiungiamo la cresta ENE del Bruschghorn e ci avviciniamo alla meta.
Passiamo poi sul lato Nord della cresta ENE (qui all’ombra fa freddo) e finalmente raggiungiamo il breve tratto di cresta S, dove, dopo aver sentito un grido di dolore delle mie pelli (un bruttissimo sfregio tuttora presente…), decido di togliere gli sci per risparmiare altre sofferenze e procedere a piedi sul pietrisco frammisto a neve. Paolo sale invece con gli sci ed in breve anche noi siamo in vetta!
Per i panorami lasciamo parlare le foto e il video (grazie Paolo!). Dopo aver recuperato un po’ di energie con la birra di vetta, cominciamo la discesa. Tra sassi da evitare, lunghi traversi, brevi risalite, zoccoli, solleone e zone d’ombra… diciamo che altre volte abbiamo avuto discese più godibili. Comunque la polvere non manca e dove possibile ci lasciamo trasportare dai suoi benefici effetti. Forse le curve più belle ce le regalano i pendii proprio sopra Wergenstein. In ogni caso una grande giornata di montagna e di sci! Grazie Paolo!

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