Bruschghorn (3056 m)


Publiziert von Sky , 11. Januar 2020 um 09:55.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Domleschg
Tour Datum: 5 Januar 2020
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT4 - Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR 

I tremila metri non sono (o non dovrebbero essere) una discriminante per valutare la bellezza di una cima, ma farne uno con le ciaspole – che, ormai ne sono certo, sono i “miei” strumenti per le salite invernali – è una bella soddisfazione!

Oggi punto, dunque, al Bruschghorn. Una cima di cui non avevo mai sentito parlare. Un lungo, lunghissimo avvicinamento e 1600 metri di dislivello mi fanno temere di non farcela, ma io sono testardo, ci voglio provare. Per poter aver qualche chance di riuscire, parto prestissimo. Alle 6:15 sono a Wergenstein, scarponi ai piedi, ciaspole sullo zaino e frontale in testa. Finché posso, cerco di andar su senza calzare le ciaspole, per essere più veloce. A Dumagns però incomincio a sprofondare, così cambio assetto. Nel frattempo il sole incomincia a sorgere. Fin qui conosco i posti, ci sono passato lo scorso marzo, con gli sci, per andare a fare il Tguma, un’inoffensiva protuberanza, ideale per fare esercizio con gli sci. Ma oggi l’obbiettivo è tutt’altro, devo fermarmi il minimo indispensabile. Grazie al cielo la neve è perfetta per la salita, tiene benone e posso far tesoro delle tracce degli scialpinisti. Quest’ultime mi portano in giro dove vogliono loro, ma va bene così! Ad un certo punto, però, mi trovo a dover affrontare un traverso ripido e con sotto un’ottantina di metri di salto in caso di scivolata. Non mi piace, i traversi sono il tallone d’Achille delle ciaspole, e così decido di abbassarmi di un po’ e poi buttarmi nel traverso! La mia traccia lascia il segno nel pendio (quasi) immacolato. Davanti a me c’è il colle che dà l’accesso alla conca chiusa nel fondo dal Bruschghorn. Niente di ripido, una mezza dozzina di zigzag e sono al colle. Piuttosto, mi rendo conto che il punto di passaggio non è il P2818, come pensavo, bensì una zona compresa tra quest’ultimo ed il P2806. Dall’altra parte c’è ancora un po’ d’ombra. La mia cima non è ben definita, ma io punto in quella direzione, dopo essermi abbassato del minimo necessario. Anche in questo caso, nessunissima difficoltà e neve perfetta. Per gli ultimi metri decido di seguire la cresta E, invece del versante E. Così, mi porto sul colletto tra la cima principale del Bruschghorn ed il P2962. Lì incomincia a soffiare un vento tempestoso. Questo stesso vento ha spazzato via buona parte della neve che ricopriva la (larga) cresta, mettendo a nudo un terreno fatto di sfasciumi nerastri, che mi ricordano la zona Pizzo del Corvo-Scopi. Tolgo le ciaspole, per non rovinarle, e proseguo con gli scarponi. Il terreno è un minimo scivoloso, ci deve essere una patina di brina che lo ricopre, ma non ci sono pericoli e proseguo senza calzare i ramponi. Il vento è davvero forte e freddissimo. Metto su anche il mio ultimo, quarto strato, il guscio. Sento un principio di congelamento a qualche dito. O forse semplicemente non sono più abituato al freddo. È presto, prestissimo! Sono le 11:20, ci ho messo un paio di minuti più di 5 ore. Le mie indicazioni parlavano di 5:30, con gli sci, non avrei mai detto che ce l’avrei fatto in così poco. Ma, in effetti, la salita è stata molto “redditizia” ed oggi sto e mi sento molto bene!  Resto in vetta il minimo indispensabile per fare un po’ di foto e godermi il panorama, davvero spettacolare. Per la discesa, seguo il percorso che avevo scartato in salita, per nulla difficile. Torno in breve al colle. Dall’altra parte, mi fermo un attimo per mangiare qualcosa, raggiungendo un ragazzo ed una ragazza con la splitboard, che si cercavano di proteggere dal vento dietro ad un masso, prima di proseguire verso il Bruschghorn. Gli unici che incontro in questa regione desolata, selvaggia come piace a me! Non trovando un vero riparo dal vento, proseguo con una (divertente) discesa diretta lungo il pendio sottostante. La mia idea è di evitare il traverso di stamattina e percorrere il (bel) vallone sotto di me, evitando però la zona di tranquillità che so essere più in basso. Così, mi diverto a fare tutto un su e giù per costeggiarne, a distanza, il confine ma senza dover far troppe risalite. Così, mi porto in zona Tguma / Piz Lars (ribattezzato Tguma da Tumpriv nell’ultima edizione della CNS) e ne aprofitto per salirlo una seconda volta. Mi rendo conto di quanto più mi goda il panorama, la discesa, la montagna scendendo con le ciaspole invece che con gli sci!! Faccio mille fotografie, mi guardo tutto attorno. Scendo in neve fresca ogni volta che posso, ricordando i tempi addietro. Aggiungo un po’ di “brio” quando mi trovo di fronte ad un salto sui 37°, appena sopra Alp Tumpriv. Potrei evitarlo, risalendo e aggirandolo, ma preferisco giocare e fare un po’ di esercizio, tirando fuori picca e ramponi. Ecco, questa è la montagna (invernale) che piace a me!


Tourengänger: Sky
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (6)


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Bertrand hat gesagt:
Gesendet am 16. Januar 2020 um 12:13
>posso far tesoro delle tracce degli scialpinisti

:-(

Sky hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Januar 2020 um 22:53
les montagnes sont pour tout le monde .. pour les skieurs et les raquetteurs.. chacun respectant les autres..
;-)

Ahlam hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. Januar 2020 um 19:48
Aussi pour votre information : j'ai aussi fait des traces avec des raquettes et les skieurs ont beaucoup apprécié. Je n'ai pas interdit de prendre ma trace...

Sky hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. Januar 2020 um 22:16
Très, très bien dit. Je n'aurais pas pu mieux l'expliquer..!

FrancescoR hat gesagt:
Gesendet am 14. Februar 2025 um 20:33
Buongiorno, per cprtesia, la strada per Wergenstein è stretta o è abbastanza comoda?
Vorrei andarvi ma non amo percorrere le straducole in auto.
Grazie.

Sky hat gesagt: RE:
Gesendet am 15. Februar 2025 um 07:48
sono passati un po' di anni e purtroppo non ricordo con esattezza la strada, ma anch'io non amo le strade strette e non ho un fuoristrada o 4x4.. se ci sono arrivato (in inverno) voleva dire che era fattibile..
un saluto


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