Bruschghorn (3056 m)
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Escursione nella Val Schons (das Schams in tedesco), più precisamente sulla Muntogna da Schons, nel Parco naturale del Beverin.
Inizio dell’escursione: ore 8:50
Fine dell’escursione: ore 16:10
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1020 hPa
Temperatura alla partenza da Wergenstein: 5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3000 m
Temperatura al rientro a Wergenstein: 18°C
Alba: 6:22
Tramonto: 20:30
Il tragitto per arrivare al punto di partenza della gita odierna è piuttosto lungo: dall’uscita della galleria del San Bernardino occorre percorrere la semi autostrada fino all’uscita di Andeer, si prosegue verso Zillis, quindi seguendo i segnavia e passando per i villaggi di Donat e Casti si raggiunge Wergenstein (1487 m). I più temerari, che non soffrono di vertigini sulle stradine di montagna prive di protezioni, possono continuare in auto per ulteriori 9,1 km fino a Tguma (2340 m). Io preferisco affidarmi al “Bus Alpin”, un pullmino che nel fine settimana parte dalla piazza di Wergenstein alle 8:23 e arriva a Tguma alle 8:57. Una corsa costa 10.- CHF. Il ritorno da Tguma è previsto per le 16:56.
Alle 8:50 posso finalmente partire da Tguma, su una sterrata in discesa, in direzione ovest, fino a Curtginatsch (2272 m). Per sbaglio, continuo lungo la stradina ancora per 250 m, fino a quando mi rendo conto dell’errore. Rimedio risalendo gli ampi pascoli dell’Alp Anarosa in direzione NW. La giornata è da cartolina: cielo azzurro privo della benché minima nuvoletta. È il regno delle marmotte! Ne ho viste molte di più qui che non nella Val Bergalga. La scena è dominata dalla parete rocciosa del Pizzas d’Anarosa, un tremila imponente e nel contempo elegante che svetta ad ovest della Cufercalhütte. Più a destra è il Gelbhorn (3036 m) a suscitare ammirazione: mai un toponimo è stato così azzeccato. La sua cima è come se fosse stata spolverata di Curry; un giallo ocra che risalta sul cielo azzurro e sul grigio della roccia sottostante. La meta che desidero raggiungere non è ancora visibile; punto all’ampia sella con la minima quota di circa 2770 m, alla sinistra del Piz Tuf. Superati i pascoli, intercalati da zone paludose, cominciano i detriti di falda. A 2700 m mi ritrovo su un sentierino, non segnalato né presente a quote inferiori. Le pietre, in parte cariate, segnalano la presenza di cristalli di quarzo e pirite. Mi sembra la stessa paragenesi dell’anatasio. Smuovo e rivolto diversi sassi alla ricerca di questo minerale, ma senza successo. In breve, raggiungo la sella che dà accesso alla Carnusatal. Da qui sono ben visibili sia il Bruschghorn che la cima senza nome quotata 3044 m. Il rumore di qualche pietra smossa mi permette di scorgere una femmina di stambecco, seguita dal capretto, nato verosimilmente in giugno. Mi ricordano lo slogan del Parco naturale del Beverin: “Dove lo stambecco è di casa”. Il Piz Beverin, a poco più di tre chilometri di distanza, oggi è particolarmente seducente.

Sella a quota 2770 m lungo la salita al Bruschghorn
Percorro per circa 400 m la cresta in direzione SSW, quindi mi porto sul lato destro del crinale su nevai coperti da una spolverata di neve fresca, caduta ieri. Giunto ad una seconda sella, a circa 2950 m, mi rimane l’ultima tratta, su sfasciumi di roccia di color grigio scuro, che risalgo di gran lena in una dozzina di minuti. Alle 11:34 posso affermare: Bruschghorn geschafft!
Avvio l’abituale procedura di vetta: carrellata fotografica a 360 gradi, saluti sul libro di vetta, sms, reintegrazione di liquidi, contemplazione silenziosa e intensa di questo ennesimo tremila raggiunto, l’ottavo dell’anno.
Pochi minuti dopo arriva una coppia di giovani che vive in una di queste valli. Mi complimento per la conquista e chiedo loro di spiegarmi il significato del toponimo Bruschghorn. Dopo un attimo di tentennamenti, mi danno una risposta sfuggente: “deriva dal nome di un’alpe ubicata sul versante della Safiental”; grazia fich!
Dopo una sosta di una mezz’oretta, riprendo il cammino, seguendo più o meno lo stesso percorso della salita. All’Alpe Curtginatsch (2272 m) cerco un sentiero che scenda direttamente a Wergenstein. Dopo essermi impantanato presso il porcile dell’alpeggio, fra acqua, siero e liquami di indubbia provenienza, mi vedo costretto a cambiare idea e a ritornare sui miei passi. Riprendo la sterrata in salita verso Tguma. Al parcheggio dovrei aspettare per ben due ore il pullmino! Troppo per me: decido di affrontare gli oltre nove chilometri di discesa a piedi…
Fervono i lavori di fienagione. Ne approfitto per tagliare furtivamente qualche tornante, trasgredendo il divieto di entrare nei prati. Dopo oltre un’ora di discesa al galoppo, poco sopra Dumagns, un automobilista, mosso da compassione, mi offre un passaggio fino a Wergenstein, dove ho lasciato l’auto: un autentico angelo custode!
Una gita in Val Schons non può concludersi senza la visita alla Chiesa di San Martino a Zillis, conosciuta da tutti gli amanti dell’arte per il soffitto romanico affrescato, con una superficie di 17 m per 9, che le ha garantito l’appellativo di “Sistina delle Alpi”. Quest’opera, unica nel suo genere e conservatasi sino ad oggi, fu realizzata tra il 1109 e il 1114. Secondo lo storico Erwin Paeschal il maestro che operò a Zillis fu un certo Lopicino, di cui si registra la morte nella chiesa di Coira. Gli studiosi distinguono comunque la mano di almeno tre artisti diversi.
153 tavolette di legno quadrate di 90 cm circa di lato costituiscono il soffitto. Le file più esterne rappresentano favolosi esseri bizzarri che simboleggiano il male, e scene tratte dalla storia di Giona. Più lontano ci sono gli angeli che impersonano i quattro venti e annunciano il giudizio universale. Le immagini più interne sono dedicate a momenti della vita di Cristo. L’ultima serie di dipinti narra episodi della vita di San Martino. Oltre alla chiesa, vale la pena fare una capatina anche alla mostra permanente, che si trova nella piazza della posta (ingresso dall’edificio postale), a soli 5 minuti a piedi. Con strumenti moderni, la mostra aiuta a capire il soffitto dipinto della chiesa e il mondo medioevale delle immagini.
Per la terza volta nel Parco naturale del Beverin, su un tremila tecnicamente facile, adatto a tutta la famiglia.
Le ottime condizioni meteorologiche mi hanno fatto apprezzare particolarmente la Muntogna da Schons, luogo ideale per gite di un giorno o per trekking di più giorni.
Tempo totale: 7:20 h
Salita: 2:45 h
Tempi parziali
Parcheggio Tguma (2340 m) – Curtginatsch (2272 m): 20 min
Curtginatsch (2272 m) – Bruschghorn (3056 m): 2:25 h
Bruschghorn (3056 m) – Curtginatsch (2272 m): 2:10 h
Curtginatsch (2272 m) – Dumagns (1827 m): 2:30 h
Dislivello in salita: 912 m
Sviluppo complessivo: 16,9 km
Difficoltà: T3
Coordinate Bruschghorn: 743'0255 / 166'140
Copertura della rete cellulare: buona
Libro di vetta: sì
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