Munt PERS (3207), Piz TROVAT (3146) e Sass QUEDER (3066)...3x3000...uno tira l'altro!!!
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Diavolezza: «La Diavolezza», la bella diavolessa.
…viveva lassù, un tempo, una splendida fata di montagna.
Viveva nel suo alto castello di rocce tra Chapütschöl e Munt Pers, lì dove - in una cornice di torri rocciose e enormi ghiaioni - al centro di un pascolo alpino ricoperto di fiori, un lago blu riflette i raggi del sole; lì dove scorrazzano interi branchi di allegri camosci che pascolano sui prati rigogliosi; lì dove i fagiani di monte chiocciano, volano alto e poi planano elegantemente, per nutrirsi e continuare a chiocciare; lì dove le lepri alpine sognano a occhi aperti e di colpo, spaventate da un rumore, sfrecciano via al gran galoppo.
La donna veniva vista solo di rado e per brevi istanti dai cacciatori, che amavano spiarla mentre avanzava tra le coste rocciose del Munt Pers diretta al «Lago di Diavolezza», dove si rinfrescava con un bagno. Poi però i giovani cacciatori, sempre più pazzi di lei, diventarono imprudenti e la seguirono tra le rocce fino al suo roccioso castello.
Cosa successe dopo, a nessuno è dato sapere; si può solo immaginare…
I cacciatori scomparvero, uno dopo l'altro, e non tornarono più indietro dal Munt Pers (il monte perduto).
Ed è quello che capitò anche ad Aratsch, un prestante giovane del paese che non rientrò mai più dalla caccia.
Lo cercarono ovunque, ma alla fine dovettero desistere e supporre che fosse caduto in qualche crepaccio del ghiacciaio del Pers o precipitato da qualche montagna.
Ma chi sul far della notte si trovava nella regione del massiccio del Bernina poteva sentire il lamento della Diavolessa, portato dal vento: «Mort ais Aratsch» (È morto Aratsch).
Questa storia si tramandò di generazione in generazione e dette il nome alla bella alpe nella conca formata dal gruppo del Bernina: Alp Morteratsch.
Ma la Diavolessa non ebbe pace, finché non fece avanzare il ghiacciaio e l'intera alpe fu ricoperta fino a valle di ghiaccio e detriti.
Allora abbandonò quella landa desolata gridando: «Davent dal Munt dal Pers» e non fu mai più vista…
…in compagnia dell’infallibile ideatore


Tutto perfetto, un capolavoro di tinte e sfumature.
L’Engadina, nel cuore del Canton Grigioni (CH), non lesina emozioni.
Tecnicamente tutto piuttosto semplice: un’autostrada il sentiero fino al Lago di Diavolezza, poi qualche difficoltà in più.
Ovvio, c’è sforzo da salita e da estensione di cammino ma i piedi sono quasi sempre al sicuro…volendo ci si bevono ben 900mt di dislivello con la “giostra” della funivia che ti scarrozza comodamente da quota 2080 a 2973…non fa per noi stacanovisti dei monti…
Giunti alla bocchetta del Diavolezza realizziamo il “filotto” e, come raggi di luce emessi in più direzioni da un medesimo fulcro, mettiamo in fila i nostri 3x3000.
Subito, l’andata e ritorno al Queder (3066).
A seguire, l’andata e ritorno al Trovat (3146).
A chiudere, l’andata e ritorno al Pers (3207).
Ovunque splendidi panorami ma da padrona, instancabilmente e magneticamente, la fa la vista incantata sui ghiacciai di Pers e Morteratsch, sul Piz Cambrena, sul Piz Palü, sul Bellavista, sul Crast’Aguzza e sul sommo Piz Bernina con i suoi 4049mt.
Grazie a chi ha condiviso con me bellezza e fatica ed un saluto cordiale a tutti…
Luca

Sin dall'anno scorso, dopo aver letto prima la solitaria di


Siam partiti verso le 8:15, aria abbastanza frzzante +3 ° ma, dopo qualche centinaio di metri, eravam già in preda alla calura, il sentiero "strada sterrata" sale con dolcezza senza mai diventare aggressivo e complicato, una gita adatta a tutti.
Lo spettacolo è di prim'ordine, di quelli che non si dimenticano facilmente e come dice l'amico
Beppe: " L'Engadina non delude mai".
Ciao Engadina alla prox.

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Kommentare (17)