Piz Boè : Una escursione magnifica
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Una magnifica, straordinaria, ed unica escursione che ci ha portato nel punto più alto del gruppo del Sella, il Piz Boè a 3150 metri.
Visto il traffico della domenica precedente e per la lontananza di Corvara, decidiamo di partire il venerdì pomeriggio ed alloggiando a Corvara per la notte, partire con la bidonvia il mattino dopo alle 8,30 primo viaggio mattutino.
Così è, arriviamo ai 2198 metri del piz de Mont, da lì saltiamo la seggiovia ed a piedi in circa un'ora siamo al rifugio Kostner; il programma è quello di fare la ferrata "Vallon" ed una volta arrivati in cima riprendere il 672 e dirigerci verso il Piz Glacè, da lì tramite la cresta "strenta" arrivare al Piz Boè.
Purtroppo dal Kostner sbaglio completamente il sentiero per il "Vallon" e ci ritroviamo sul sentiero attrezzato Lichtenfels, e quando ci accorgiamo siamo troppo in alto, quasi al lungo traverso che girando ci porta a vedere la salita al Pizzo del Lago Gelato(Piz lach Dlacè).
Decidiamo così di proseguire, il "Vallon" sarà per la prossima, iniziamo a salire questa enorme distesa di graniti e sassi, in basso si apre la visuale del piccolo lago gelato, così chiamato perchè rimane ghiacciato anche in estate; e quest'anno, più che mai, con ancora considerevoli quantità di neve presente, è bellissimo con il suo manto bianco attorno ed il suo occhio smeraldino, venato di bianco.
Attorno a noi...che dire : vediamo il "mondo" di tutti o quasi i monti pallidi e non, siamo esattamente al centro di quello che possiamo considerare uno dei più bei "skyline" della terra, nulla togliendo alle altre cime, sparse in tutto l'arco alpino.
Siamo alfine al pizzo del Lago Gelato(Piz lach Dlacè), ora passiamo la forcella dei camosci, con percorso su neve, dopo ci attendono i 200 metri della "cresta strenta" che è proprio stretta! Quì apro una parentesi, questa cosa l'ho voluta, tacendo ad Irene, la presenza di questa difficoltà diciamo "aerea"; e così serrando i denti, ma vedendo che la pratica acquisita in questi anni mi ha aiutato molto, riesco ad attraversarla.
Giungiamo, dopo una salita finale, al rifugio Fassa al Piz Boè; quì troviamo il mondo, anche se sabato, la funivia dal Pordoi, "vomita" di tutto, famiglie, ragazzi, ragazze, attrezzati di scarpe da ginnastica e fintanto infradito! Vero che la giovane si riposava al rifugio, ed io, speranzoso, ribadivo ad Irene : forse li aveva nello zaino.
Dopo le foto di rito, panino e birretta, ed avere sfamato decine di gracchi ed altri volatili, riprendiamo la via del ritorno, sono le 14 e con il sentiero 638 dovremmo essere per le 16-16,10 alla stazione della cabinovia.
Il sentiero scende vertiginosamente, tra chiazze di neve nelle zone a nord, fino ad arrivare ad una forcella; quì abbiamo avuto delle difficoltà a percorrerla, la forcella nella parte alta era piene di neve con pendenza di almeno 45 gradi, tracce di scalini erano presenti fatti da chi era salito, per scendere con Irene abbiamo ritracciato gli scalini, ma la difficoltà era, così senza ramponi, notevole ; ed il tratto, pericoloso per eventuali cadute e relativo slittamento verso il basso(Il tutto, salita e discesa, nella situazione della giornata con tratti in cresta e con neve, mi porta a considerare il grado II UIAA per questa escursione).
Siamo così arrivati alla fine della forcella, un lungo traverso sotto strapiombanti pareti ci ha riportato verso il rifugio Kostner, da lì, in circa 30 minuti siamo arrivati alla stazione di partenza, erano le 16,20.
Pillole di fatica e meraviglia :
Visto il traffico della domenica precedente e per la lontananza di Corvara, decidiamo di partire il venerdì pomeriggio ed alloggiando a Corvara per la notte, partire con la bidonvia il mattino dopo alle 8,30 primo viaggio mattutino.
Così è, arriviamo ai 2198 metri del piz de Mont, da lì saltiamo la seggiovia ed a piedi in circa un'ora siamo al rifugio Kostner; il programma è quello di fare la ferrata "Vallon" ed una volta arrivati in cima riprendere il 672 e dirigerci verso il Piz Glacè, da lì tramite la cresta "strenta" arrivare al Piz Boè.
Purtroppo dal Kostner sbaglio completamente il sentiero per il "Vallon" e ci ritroviamo sul sentiero attrezzato Lichtenfels, e quando ci accorgiamo siamo troppo in alto, quasi al lungo traverso che girando ci porta a vedere la salita al Pizzo del Lago Gelato(Piz lach Dlacè).
Decidiamo così di proseguire, il "Vallon" sarà per la prossima, iniziamo a salire questa enorme distesa di graniti e sassi, in basso si apre la visuale del piccolo lago gelato, così chiamato perchè rimane ghiacciato anche in estate; e quest'anno, più che mai, con ancora considerevoli quantità di neve presente, è bellissimo con il suo manto bianco attorno ed il suo occhio smeraldino, venato di bianco.
Attorno a noi...che dire : vediamo il "mondo" di tutti o quasi i monti pallidi e non, siamo esattamente al centro di quello che possiamo considerare uno dei più bei "skyline" della terra, nulla togliendo alle altre cime, sparse in tutto l'arco alpino.
Siamo alfine al pizzo del Lago Gelato(Piz lach Dlacè), ora passiamo la forcella dei camosci, con percorso su neve, dopo ci attendono i 200 metri della "cresta strenta" che è proprio stretta! Quì apro una parentesi, questa cosa l'ho voluta, tacendo ad Irene, la presenza di questa difficoltà diciamo "aerea"; e così serrando i denti, ma vedendo che la pratica acquisita in questi anni mi ha aiutato molto, riesco ad attraversarla.
Giungiamo, dopo una salita finale, al rifugio Fassa al Piz Boè; quì troviamo il mondo, anche se sabato, la funivia dal Pordoi, "vomita" di tutto, famiglie, ragazzi, ragazze, attrezzati di scarpe da ginnastica e fintanto infradito! Vero che la giovane si riposava al rifugio, ed io, speranzoso, ribadivo ad Irene : forse li aveva nello zaino.
Dopo le foto di rito, panino e birretta, ed avere sfamato decine di gracchi ed altri volatili, riprendiamo la via del ritorno, sono le 14 e con il sentiero 638 dovremmo essere per le 16-16,10 alla stazione della cabinovia.
Il sentiero scende vertiginosamente, tra chiazze di neve nelle zone a nord, fino ad arrivare ad una forcella; quì abbiamo avuto delle difficoltà a percorrerla, la forcella nella parte alta era piene di neve con pendenza di almeno 45 gradi, tracce di scalini erano presenti fatti da chi era salito, per scendere con Irene abbiamo ritracciato gli scalini, ma la difficoltà era, così senza ramponi, notevole ; ed il tratto, pericoloso per eventuali cadute e relativo slittamento verso il basso(Il tutto, salita e discesa, nella situazione della giornata con tratti in cresta e con neve, mi porta a considerare il grado II UIAA per questa escursione).
Siamo così arrivati alla fine della forcella, un lungo traverso sotto strapiombanti pareti ci ha riportato verso il rifugio Kostner, da lì, in circa 30 minuti siamo arrivati alla stazione di partenza, erano le 16,20.
Pillole di fatica e meraviglia :
Km | 13,300 |
Tempo globale, comprese soste e foto | 7,20 ore complessive |
Tempo effettivo | 6 ore |
Tourengänger:
Amadeus

Communities: Hikr in italiano
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