Assaggio d'inverno alla Fourcla d'Agnel e dintorni
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E’ tutta la settimana che tengo controllato il meteo e l’Engadina mi regala ancora una soddisfazione.
Dopo un paio di telefonate del fine settimana formiamo ll gruppo


Partenza e ritrovo sempe al buio. Durante il viaggio il primo regalo della giornata il Pizzo di Prata con un quarto di luna inevitabile fermarsi ad immortalarlo !!
Cafferino a Chiavenna e poi su per il Malojapass e lo Julierpass meta di partenza dell’escursione.
-4 , ero preparato, ma non pensavo così tutto bianco..
Il giro nella mia mente prevede il Piz D’Agnel e di ritorno il Piz Surgonda, sono un goloso, ma il Max mi tappa subito le ali visto il ghiaccio, vabbè chi se ne frega arriveremo alla Forcula e si vedrà. Prima di tutto la giornata e il divertimento con gli amici, se poi c’è il Piz gli accordi sono questi e ne sono contento.
Incominciamo a percorrere la valle costeggiando il fiume.
Situazione: prima spolverata quindi ghiaccio e neve, ma si procede bene.
Alla nostra Sx il Piz Bardella baciato dal sole, poi davanti a noi bello e imponente il Corn Alv altra bella montagna da salire che con la sua mole domina la valle da nord a sud. Proseguiamo e sempre a sx il Piz Campagnun, poi qualche laghetto e la valle si apre con davanti a noi con tutto il fascino della prima neve il Piz Surgonda la Forcula d’Agnel e la cresta omonima con per ultimo il Piz d’Agnel 3204 m. La salita è veloce e arrivato alla forcola un vento gelido mi tiene compagnia. I miei amici sono di poco dietro quindi per tenermi riscaldato risalgo il primo tratto di cresta alla mia sx fin dove posso. La visione sulla Val Bever, sulla Vedret d’Agnel, un poco nascosta la cima dell’ Agnel, ma la Tschima da Flix e il Piz Picuogl si vedono bene, è notevole. Ridiscendo e mi dicono la capanna giu’ in fondo l’hai vista ? Quale capanna io vedevo tutto bianco e cime !!! Si decide di desistere per proseguire e contento della mia cimetta 3030 m. ridiscendiamo verso il laghetto sempre il Val d’Agnel e aggirando ai piedi del Piz Surgonda senza perdere quota per massi arriviamo di nuovo risalendo a 3000 sulla spalla del Piz Surgonda dove quella Iena del Max tira fuori dal sacco un Prosecco ghiacciato con salame a seguito. Si mangia, si beve, si fotografa pure il Piz Julier, il Piz Polaschin della settimana prima e tutto di più…
Dopo questo spuntino ridiscendiamo aggirando il Corn Alv e passando sotto al Muot Cothescen, per poi ridiscendere a 2231 m. dove incominciamo di nuovo a costeggiare il fiume e giungiamo al passo chiudendo l’ anello.
http://www.youtube.com/watch?v=B-fGQahbk4o&list=UUqXe5Pfls_0Y6ebxCDQYF1w&index=1&feature=plcp

Ritrovo a Lecco al parcheggio del Bione per le 6.00, con noi c’è anche Miguel che fa anche da tassista “ thank you”, dopo l’imperdibile colazione in quel di Chiavenna alle 8.30 scarponi ai piedi in località La Veduta siamo pronti alla partenza con una temperatura di -4° “che frecc” ,è vero eravamo preparati ma il primo freddo di stagione da sempre delle sensazioni molto sgradevoli.
Risaliamo la Val d’Agnel circondati da un paesaggio incantato grazie alla spolverata di neve caduta il giorno precedente messo maggiormente in risalto dal cielo sereno e dal sole che illumina la valle.
Giunti al piano prima dei laghi cerchiamo il segnale che attesti il punto esatto dove perse tragicamente la vita Rino per poterlo commemorare ma non ne troviamo traccia, proseguiamo la nostra escursione e senza grosse difficoltà raggiungiamo la Fourcla d’Agnel dove tira un aria gelida, siamo sicuramente parecchi gradi sotto zero. Scartato l’Agnel dobbiamo decidere se scendere nella vallata opposta e raggiungere la capanna Jenatsch oppure tornare sui nostri passi e poi spostarci nella zona del Surgonda. Visto che il percorso per la capanna è quasi interamente all’ombra decidiamo per la seconda opzione …….. e qui viene fuori il personaggio “ Paolino”, giunti al lago a quota 2830m. effettuiamo il solito taglio che ci porterà direttamente all’ombra del Surgonda, sul GPS si vede una bella retta, del resto il suo motto è “sempre dritto”. Inizialmente il percorso è un po disagevole fra sassi instabili, ma non presenza grosse difficoltà visto che il sole ha sciolto il ghiaccio presente, ad un certo punto dopo un vivace confronto convinco lo stambecco a tornare sul percorso segnalato visto che il percorso diventava leggermente più impervio; del resto non si può pretendere che un elefante possa avere la stessa agilità di uno stambecco e possa passare con celerità dove lo stambecco si muove in totale scioltezza. Risaliamo la facile vallata che porta all’attacco del traverso che porta alle pendici del Surgonda, qui altro consulto sul da farsi con la temperatura che è sicuramente ancora sotto lo zero.
Lo stambecco come da istinto naturale vorrebbe salire la cima ma valutando orario ( rischio di giornate di squalifica per le prossime escursioni ) e la presenza di parecchie nuvole che impedirebbero la magnifica visuale che si ha dalla cima del Surgonda decidiamo di rinunciare, ne è felice anche Miguel che sta congelando di freddo.
Prima parte di discesa nella vallata fra il Corn Alv e il Piz Cotshen, al ritorno del sole e al cessare del vento pit stop par la pausa pranzo con slinzega, salame piccante napoletano ed altro innaffiato da un fresco prosecco di Valdobbiadene che Miguel si è portato nello zaino fino a 3000m..
Rientro in scioltezza, giunti all’auto poco dopo le 16.00 dal cielo cade qualche fiocco di neve trasportato dal vento …….. l’inverno è alle porte.
Un grazie di cuore ai miei due compagni di escursione, il Paolino, per avermi fatto un mini corso di discesa su terreno scivoloso e per aver rinunciato alle sue tante amate cime causa l’ingombro di un “elefante”….. questa è Amicizia, e a Miguel per essere stato fedele compagno di escursione lungo tutto il tracciato.
Questa volta oltre che qualche vaffaunbip…… , Paolino ti meriti un “bravo” per aver scovato l’unica zona sull’arco alpino senza pioggia e per l’ottima scelta del percorso.

Ci cambiamo all'aperto e l'aria fredda mattutina ci trapassa.
E' la mia prima volta in Engadina e devo dire che è notevole: i panorami, le cime mozzafiato, il tutto accompagnato da una piacevole compagnia, ovvero il golosone Paolo e Massimo che poi tanto elefante non è.
Giro decisamente consigliabile ed invidiabile!
Forse però la prossima volta è meglio portare del the caldo!
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