PIZZO MEZZODI' (2.708)...dovevano essere 1.800 ed invece...
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...ovviamente, mi riferisco ai metri di dislivello previsti diventati, alla fine di una lunghissima giornata, poco più di 2200...capito bene!!!...ma andiamo con ordine...
Sono le 07.30 del mattino di una giornata con meteo favorevole quando con me, Francesco con l'amico Claudio, Ivan, Gabri e Suni (mitica), Beppe, Amedeo (indistruttibile) e Giuliano, scarponi ai piedi ci avviamo sul percorso prescelto.
Oggi avevamo messo nel mirino la stupenda Val Verzasca, ridente località del Ticino Locarnese, con partenza da Sonogno (ultimo paese della valle raggiungibile in auto) e con traguardo d'altura il Pizzo Mezzodì.
La temperatura è freschina, di primo mattino, ma, dopo il tratto iniziale, molto facile e monotono di asfalto e sterrato di 5 Km circa (più avanti, senza permessi speciali, non si può procedere), accompagnati dallo scorrere fragoroso del fiume Verzasca e dalle cascate e cascatelle d'acqua che in esso discendono, puntiamo finalmente il sentiero a salire.
E' subito impennata vera...aspra e arcigna...fra numerosissimi gradoni di roccia e travetti in legno, abilmente sistemati, attraversando per lo più vaste zone boschive, non hai mai respiro fino a giungere al primo step della Capanna Cognora, bellissimo, nella sia pure sua semplicità e dimensione, punto di sosta e ristoro autogestito.
Ovviamente indescrivibile e stupefacente l'ordine ed il suo approvvigionamento di beni di primo conforto messi liberamente a disposizione di chiunque ne necessiti (per me super!!!).
Qualche minuto di ristoro e riposo e si riparte.
Adesso il paesaggio varia e alla difficoltà, già notevole, della ripidità si aggiunge il terreno molto ma molto impegnativo...i bolli segnavia diventano bianchi e blu...sono tutte pietraie, sfasciumi sdrucciolevoli intervallati, molto raramente da fazzoletti d'erba e piccoli nevai...in alcuni tratti si affrontano piccoli ma impervi canaloni e le ginocchia spesso sfiorano i denti...alla fine la tanto desiderata meta, il Piz Mezzodì.
Sulla vetta, una zattera di roccia piuttosto ristretta ed irregolare, il solito omino di sassi e la più classica croce in acciaio.
Qui, il cielo sufficientemente terso, ci regala uno scenario ed un panorama indescrivibile...hai 360 gradi di pura estasi e riflessione...non solo!!! Abbiamo anche, ed al ns. mitico gruppo non poteva mancare, abbondanti libagioni e tanta amicizia, simpatia ed affabilità.
Purtroppo, sottolineo purtroppo e solo più tardi lo scopriremo, è ora di scendere...
Sia andata come sia andata, credo che in queste situazioni il giochino delle responsabilità venga un pochino a meno, seguiamo sì le indicazioni ma, ahinoi, non quelle corrette...alcuni di noi ammoniscono il gruppo del nefasto sospetto, però, si procede perseverando nell'errore...sono sicuro, al di là di tutto ciò che si potrà pensare o dire, che l'esperienza servirà a tutti per prossime "avventure"...
E tentiamo da una parte, intanto perdiamo quota, e tentiamo dall'altra...niente...l'intreccio sperato alla retta via non arriva e le difficoltà cominciano ad essere sinceramente troppo, troppo, troppo rischiose.
Allora non resta che ributtarsi in vetta percorrendo un canalone infernale che attraverso una bocchetta ci ributta sul giusto tracciato...peccato che abbiamo aggiunto tre ore in più di scarpinata e abbondanti 400mt. in più di dislivello.
Il ritorno, tardivo, è poco significativo...le strade e le descrizioni sono quelle note e già raccontate...tanta mestizia, tantissima stanchezza, un pò di spavento e qualche rammarico...non è persa la bellezza della giornata ma, la legge della vita insegna che il brutto tende sempre a prevaricare il bello.
Nota particolare di merito per Claudio, da Olgiate Comasco, 65 anni senza mai mollare un metro, per Amedeo, che con quello che ha patito e sta patendo, ringraziando tutti i Santi, ha portato egregiamente a termine l'impresa e per la piccola, grande Suni...
Grazie a tutti...ciao

Per me erano già tanti 1800 m (gli amici mi sconsigliavano di farli......l'ortopedico poi.....neanche consultato!) e sono diventati 2200. A parte qualche momento di tensione e i 400 m supplementari "tutto è bene quel che finisce bene". La giornata di ieri è stata un bel banco di prova un pò per tutti!!. Luca ha descritto tutto benissimo oltre ad essere sempre stato vicino.Che dire d'altro....alla prossima montagna, con più attenzione e con la solita simpatia, convivialità e una maggiore conoscenza delle diverse persone del gruppo!!
Il mio zaino non è solo carico di materiali:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi,
il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso:
porto me stesso, nel bene e nel male
"Renato Casarotto"

Una giornata iniziata benissimo: sole,acqua,cielo,tanta amicizia e..... terminata ancora meglio; tutti sani e salvi e uniti per la prox gita con un'esperienza in piu.
concludo con un'aforisma di "Gandhi" :
Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare.

Il mio pensiero è che quello successo oggi ci deve servire come esperienza nelle nostre future escursioni sempre in ottima amicizia.
In base alle previsioni meteo favorevoli nel sud della Svizzera
decidiamo per andare in Val Verzasca al Pizzo di Mezzodì.
Come ben descritto da Luca la salita al Capanna Cognora e poi al
Pizzo di Mezzodì seguendo il sentiero non presenta particolari
difficoltà.
In vetta bellissimo panorama su tutta la Verzasca e oltre,
piacevole e come sempre conviviale sosta pranzo.
Iniziamo poi la discesa e da qui in poi un errore facilmente recuperabile
seguito da una serie di decisioni poco razionali ci complicano molto
la vita e ci costringono a prenderci rischi inutili e evitabili
facendoci avventurare in una zona impervia e
comunque per nulla pianificata a tavolino per l'escursione.
Ma alla fine ritornando in qualche modo sui nostri passi riprendiamo
con molta fatica il bel sentiero bianco-azzurro che ci riporta
illesi a casa seppur in orari notturni.
Suni è stata come al solito una reginetta e si è comportata benissimo
anche se è arrivata molto stanca e l'ultimo pezzo l'ho portata
in braccio.
Un grazie in particolare a Luca che mi dato una grossa mano con Suni
nei punti più difficili.
Certamente per me e penso un po per tutti i miei amici questa esperienza
servirà sicuramente come monito e insegnamento per future escursioni!.
Ma per coloro che leggeranno queste righe ,giusto in tema di aforismi,
mi permetto di dire loro:
"Non imparare dai tuoi errori.Impara dagli errori degli altri cosi
che tu non possa farne." Thomas Hobbes
ivanbutti Dei bambini si dice che imparano a non toccare il fuoco quando si scottano un pò. Noi ieri ci siamo scottati, per fortuna senza che sia rimasto alcun segno. Ma penso che la lezione resterà indelebile in tutti noi, e staremo ben lontani da qualunque fonte di calore (in senso figurato ovviamente, il prossimo inverno il posto più vicino al camino per riscaldarmi è già prenotato, he he he). Alla prossima.

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