Terza tappa VAV - Tris di cime
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Abbiamo percorso al contrario la terza tappa della Via Alta della Verzasca, partendo dal fondovalle e dormendo in capanna. Essa ha incluso 3 cime, collegate da una cresta caratterizzata da passaggi di secondo grado a tratti attrezzati ma meno esposti rispetto a quelli della prima tappa, da noi percorsa la settimana prima.
Siamo partiti alla sera e rientrati la sera successiva.
Descrizione:
Video della gita: [/drive.google.com/file/d/1vpWdHQxcGOGWQAZfuMr5raKI0rGNUikH/v...]
Io e Igor ci siamo incamminati alle 18.00 del 3 luglio 2020 da Cabiói. Il sentiero marcato bianco-rosso risale ripido uno dei versanti occidentali della Cima Bianca, attraversa un torrente a quota 1300 m e poi prosegue sempre ripido fino alla Capanna Cognora. Come spesso accade in Val Verzasca le 2 ore segnate nel cartello hanno corrisposto a quelle impiegate da noi.
In Capanna, molto moderna, erano presenti solo altre 3 giovani persone. Essa sorge su un balconcino che offre un panorama figo.
Scorcio verso la vallata di Sonogno durante la salita verso la Cognora.

La mattina seguente ci siamo avviati poco prima delle 07.00. Il cielo era inizialmente sereno, ma poi le cime sono state rapidamente avvolte da un temporaneo strato di nuvolosità a medio-bassa quota. La traccia, evidente, é segnata in bianco-blu. Abbiamo risalito con calma il versante occidentale del Pizzo di Mezzodì, su terreno via via sempre più roccioso, e attraversato un nevaio poco prima della cresta. La cima l'abbiamo raggiunta alle 09.00, breve pausa, poi tra le nubi ci siamo diretti verso il Madom Gröss, lungo la cresta. Si perdono 150 m di quota, si procede senza difficoltà, ci sono alcuni passaggi su grandi blocchi di roccia, dove abbiamo perso temporaneamente la traccia.
Prima del Madom Gröss abbiamo affrontato un torrione per i quale ci siamo incordati così da procedere tranquillamente, in quanto il percorso è ripido ed esposto. Idem per la prima parte della salita sul Madom Gröss, che, nel nostro caso, abbiamo svolto da nord. Quindi ci siamo addentrati in un canalone, ripido, ma nel quale abbiamo raramente usato il materiale.
Con la nostra calma e i nostri tempi abbiamo conquistato anche il Madom Gröss. Sono le 13.00, 4 ore dalla prima cima. Intanto il cielo si è rasserenato.
Bel punto nella cresta tra il Pizzo di Mezzodì e il Madom Gröss. In primo piano il torrione da superare e dietro la spalla del Madom Gröss.

Pranzo e poi abbiamo ripreso i nostro cammino lungo la spettacolare via alta. Per raggiungere il Cramosino abbiamo perso nuovamente 115 metri. Il sentiero è facile, esposto a NE, molto meno a SW. L'unico passaggio che ha richiesto prudenza è il Passo del Gatto. Il quale è però attrezzato con un cavo di metallo a quale ci siamo attaccati. Si tratta di un intaglio nella cresta per il quale il sentiero per un breve tratto viene verticalizzato. Non è difficile senza neve o ghiaccio.
Superato questo abbiamo raggiunto la cima alle 14.30.
Passo del Gatto visto dal lato del Pizzo Cramosino

Dal Cramosino abbiamo iniziato la lunga discesa, optando per la capanna Efra che ci è però risultata molto distante. Difatti persi 700 m abbiamo dovuto percorrere ancora una lunga mezzacosta di saliscendi. Siamo arrivati alle 17.30. Birretta e spuntino. Quindi siamo scesi a fare un bagno rigenerante al lago d'Efra.
E da qui a Frasco è stata una facile ma lunga discesa su sentiero bianco-rosso.
Siamo partiti alla sera e rientrati la sera successiva.
Descrizione:
Video della gita: [/drive.google.com/file/d/1vpWdHQxcGOGWQAZfuMr5raKI0rGNUikH/v...]
Io e Igor ci siamo incamminati alle 18.00 del 3 luglio 2020 da Cabiói. Il sentiero marcato bianco-rosso risale ripido uno dei versanti occidentali della Cima Bianca, attraversa un torrente a quota 1300 m e poi prosegue sempre ripido fino alla Capanna Cognora. Come spesso accade in Val Verzasca le 2 ore segnate nel cartello hanno corrisposto a quelle impiegate da noi.
In Capanna, molto moderna, erano presenti solo altre 3 giovani persone. Essa sorge su un balconcino che offre un panorama figo.
Scorcio verso la vallata di Sonogno durante la salita verso la Cognora.

La mattina seguente ci siamo avviati poco prima delle 07.00. Il cielo era inizialmente sereno, ma poi le cime sono state rapidamente avvolte da un temporaneo strato di nuvolosità a medio-bassa quota. La traccia, evidente, é segnata in bianco-blu. Abbiamo risalito con calma il versante occidentale del Pizzo di Mezzodì, su terreno via via sempre più roccioso, e attraversato un nevaio poco prima della cresta. La cima l'abbiamo raggiunta alle 09.00, breve pausa, poi tra le nubi ci siamo diretti verso il Madom Gröss, lungo la cresta. Si perdono 150 m di quota, si procede senza difficoltà, ci sono alcuni passaggi su grandi blocchi di roccia, dove abbiamo perso temporaneamente la traccia.
Prima del Madom Gröss abbiamo affrontato un torrione per i quale ci siamo incordati così da procedere tranquillamente, in quanto il percorso è ripido ed esposto. Idem per la prima parte della salita sul Madom Gröss, che, nel nostro caso, abbiamo svolto da nord. Quindi ci siamo addentrati in un canalone, ripido, ma nel quale abbiamo raramente usato il materiale.
Con la nostra calma e i nostri tempi abbiamo conquistato anche il Madom Gröss. Sono le 13.00, 4 ore dalla prima cima. Intanto il cielo si è rasserenato.
Bel punto nella cresta tra il Pizzo di Mezzodì e il Madom Gröss. In primo piano il torrione da superare e dietro la spalla del Madom Gröss.

Pranzo e poi abbiamo ripreso i nostro cammino lungo la spettacolare via alta. Per raggiungere il Cramosino abbiamo perso nuovamente 115 metri. Il sentiero è facile, esposto a NE, molto meno a SW. L'unico passaggio che ha richiesto prudenza è il Passo del Gatto. Il quale è però attrezzato con un cavo di metallo a quale ci siamo attaccati. Si tratta di un intaglio nella cresta per il quale il sentiero per un breve tratto viene verticalizzato. Non è difficile senza neve o ghiaccio.
Superato questo abbiamo raggiunto la cima alle 14.30.
Passo del Gatto visto dal lato del Pizzo Cramosino

Dal Cramosino abbiamo iniziato la lunga discesa, optando per la capanna Efra che ci è però risultata molto distante. Difatti persi 700 m abbiamo dovuto percorrere ancora una lunga mezzacosta di saliscendi. Siamo arrivati alle 17.30. Birretta e spuntino. Quindi siamo scesi a fare un bagno rigenerante al lago d'Efra.
E da qui a Frasco è stata una facile ma lunga discesa su sentiero bianco-rosso.
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